“A Senigallia anche le seghe si fermano sul più bello”
L'intervento di Marcello Liverani in replica al nostro Franco Giannini: "L'ennesima incompiuta locale"
Caro Franco Giannini,
la mia non è una battuta “sconcia”, ma la cruda realtà di quello che accade nella nostra città. Tempo addietro avevo letto un tuo interessante articolo su SenigalliaNotizie dal titolo “La potatura degli alberi ritorna a dar luce in Via Cellini“. Raccontavi appunto con gioia che finalmente era iniziata la potatura degli alberi della via, ringraziavi tutto contento l’Assessore ai Lavori Pubblici, Enzo Monachesi, e mettevi in risalto il fatto che finalmente sarebbe tornata la luce, anche sotto il profilo sicurezza, nella via visto che i lampioni della strada sarebbero tornati liberi da rami e foglie.
Lo ricordo bene quell’articolo perché lo lessi in maniera un tantino scettica… purtroppo non mi sbagliavo, ed infatti, se da una parte era giusto lodare l’inizio dei lavori, ora è giusto criticarne l’interruzione, e sicuramente con tuo dispiacere vista l’enfasi che avevi dato alla notizia. Ecco quindi spiegato il titolo che hai letto all’inizio. Niente di “erotico”, solamente una battuta come usiamo farne noi romani.
Lavori iniziati e non portati a termine, come le foto fatte dal sottoscritto dimostrano. Si poteva pensare che i lavori si fossero interrotti per cattivo tempo, ma così non era, quindi è stata servita l’ennesima incompiuta locale. Una cosa piccola mi dirai caro Franco, ma che dimostra la solita mentalità italiana e locale di come si gestiscono i lavori pubblici. Quando un lavoro non porta “guadagni” è sempre fatto alla leggera, laddove invece ci sono interessi e altro, le cose si fanno di corsa, vedi Piazza Garibaldi per fare un esempio.
Chissà, magari si poteva immaginare che dal cancello del Seminario si giungesse a potare se non proprio fino davanti al distributore, almeno fino alla stradina che porta all’istituto Le Rondini, invece si sono interrotti a metà strada… e gli altri lampioni? Niente caro Franco, rimarranno inglobati negli alberi e tra le foglie, e alla fine ne avranno liberato uno solo.
Però quello sarà un “lampione doc”, perché libero totalmente da ogni impedimento potrà illuminare benissimo l’ingresso di una palazzina dove alloggia un “nostro” illustre cittadino, che così potrà infilare la chiave nella serratura del portone anche con gli occhiali da sole vista la luce del lampione.
Dispiace che sia proprio il sottoscritto, caro Franco, a doverti togliere la gioia del tuo articolo, ma essendo più giovane sono un po’ più realista, anche perché conosco molto bene come operano alcune Amministrazioni, e la nostra per le incompiute è ben conosciuta. Mi permetto, in forma cortese e bonaria, di consigliarti per il futuro di non prendere mai a Senigallia tutto quello che luccica per oro, perché il più delle volte è ottone, e neanche pregiato.
Caro Franco, ci avevi creduto, ma ti eri sbagliato…
Marcello Liverani
Coordinatore Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale di Senigallia
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