Ricordare la Grande Guerra per costruire “la grande pace”: un incontro a Senigallia
Gli studenti del Medi hanno partecipato alla conferenza dello storico Michele D'Andrea sul primo conflitto mondiale
Venerdì 18 marzo, presso l’auditorium San Rocco, gli studenti delle classi quinte del liceo Medi hanno partecipato alla conferenza sulla Prima guerra mondiale, tenuta da Michele D’Andrea, storico di formazione, membro di una commissione di studio a Palazzo Chigi sulle decorazioni repubblicane e con un passato nella dirigenza del Quirinale.
Partendo dalla storia del Milite Ignoto per arrivare all’efficacia del servizio di posta militare italiano, D’Andrea, con l’ausilio di fotografie e video originali dell’epoca, ha tracciato un quadro ben dettagliato di qual è stata la realtà della guerra e delle conseguenze che ha prodotto, soffermandosi su alcuni aspetti in particolare.
Lo storico, ripercorrendo le battaglie più significative e mostrando alcune immagini del fronte italiano, ha spiegato perché la guerra è stata una mattanza. I soldati si trovavano a maneggiare armi nuove e moderne, altre non adatte e talvolta fabbricate all’interno delle trincee, indossavano uniformi inadeguate, vivevano in condizioni estreme e disumane, spesso letteralmente immersi nel fango che si accumulava nelle trincee.
Per non parlare degli effetti devastanti delle bombe anche sulla psiche, come documentano i casi di molti combattenti che, una volta rientrati in patria, dovevano fare i conti con il cosiddetto shell-shock o nevrosi da guerra. D’Andrea, inoltre, sempre utilizzando le immagini, ha raccontato di come i soldati partissero entusiasti, fiduciosi che la guerra sarebbe stata rapida e vittoriosa. Ma la grande sorpresa è stata poi vederlo imbracciare una chitarra e intonare una canzone dei nostri soldati contro gli austriaci e il generale Cadorna.
Una lezione “multimediale” e dal taglio originale su un tema quanto mai attuale in un mondo dilaniato da conflitti di ogni genere. Ricordare la Grande guerra ha senso ancora oggi, soprattutto per noi studenti che, a differenza dei nostri giovani coetanei di cent’anni fa, dobbiamo impegnarci a costruire la “grande pace”.
Lorenzo Serafini, 5BLi
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!