Perchè Blu sta cancellando le sue opere – VIDEO
“A Bologna non c’è più Blu, e non ci sarà più finché i magnati mangeranno"
Bologna è un po’ più grigia e molto, molto, più povera: nelle ultime ore è rimasta orfana delle popolari opere di Blu, uno tra i più celebri artisti della street art internazionale. A finire nell’oblio la famosa la “battaglia” che decorava la facciata dell’Xm24, in stile Signore degli Anelli, appena fuori dal centro storico della Dotta, l’uomo con la maschera antismog, dipinto sul ponte di Stalingrado, e un’altra decina di lavori sparsi per tutta la città.
A decidere che, con una mano di vernice, doveva sparire tutto è stato lo stesso artista senigalliese, che sul suo blog, a opere ormai rimosse, ha scritto: “A Bologna non c’è più Blu, e non ci sarà più finché i magnati mangeranno. Per ringraziamenti o lamentele, sapete a chi rivolgervi”.
A finire sul banco degli imputati la contestata iniziativa Genius Bononiae voluta dall’ex rettore Roversi Monaco. Urge un passo indietro: lo scorso dicembre il Corriere della Sera riferiva che decine di graffiti di Bologna, situati nella periferia, erano stati strappati dai muri dove “diversi cantieri in fase esecutiva stavano mettendo a rischio la sopravvivenza degli importanti murales”.
Dopo il suddetto lavoro però le opere sarebbero dovute finire nella mostra Street Art. Banksy & Co che verrà inaugurata il prossimo 18 marzo e che sarà incentrata proprio sulle opere di Blu ed altri artisti del murales.
Un’iniziativa che sin da subito aveva fatto discutere suscitando malumore e dubbi per modalità e fini: i graffiti erano stati infatti letteralmente strappati dai loro muri per essere ‘chiusi ed incatenati’ una stanza di un museo. Blu ha deciso un harakiri artistico per le sue opere, un sacrificio sull’altare dell’ideale “Contro l’accumulazione privata e sulla trasformazione della vita e della creatività di tutti a vantaggio di pochi”.
Roversi ha ribadito l’intento salvifico dell’esposizione dei murales strappati. “Noi le riteniamo opere d’arte, per questo le salviamo e le restauriamo,” ha detto in un’intervista al Corriere. “Se un artista come Blu ne contempla la distruzione, la sua è una concezione alta, ma forse il tema non riguarda più solo lui.”
Francamente, voler estrapolare dal loro contesto delle opere che acquisiscono un significato proprio in virtù della zona dove sono state sviluppate sembra surreale e senza senso. Il gesto di Blu ha trovato una moltitudine di sostenitori che hanno espresso parole di appoggio sul ‘sacrifico’ delle sue opere definendolo in sintesi ‘doloroso ma necessario‘: un segnale a chi sembra ascoltare solo le lusinghe dei denari.
A Senigallia, terra natia del writer, le sue opere presenti all’ex cantiere Sep al porto e quelle delle ex Colonie Enel sono sparite sotto i colpi impietosi delle ruspe per motivi molto meno nobili ed idealistici.
Allegati
Guarda i video della rimozione delle opere:
Continua la cancellazione dei murales di #blu.
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