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Liceo Medi di Senigallia: l’incontro con Massimo Allegrezza apre finestra sul mondo

L'ex studente ha parlato in un'assemblea d'istituto del mondo della cooperazione internazionale

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Onoranze Funebri F.lli Costantini
Liceo E.Medi di Senigallia

Nei giorni di mercoledì 9 e giovedì 10 marzo, in occasione dell’assemblea d’istituto, gli studenti del Liceo Medi hanno avuto la fortuna di conoscere Massimo Allegrezza, ex alunno del nostro istituto e oggi cooperante per la CISS (Cooperazione Internazionale Sud Sud) nel settore educativo.

Massimo si occupa in sostanza dell’organizzazione di progetti di volontariato in varie zone del mondo, progetti ai quali prende parte attivamente, vivendo in paesi molto lontani dalla nostra realtà quotidiana. Dopo una formazione un po’ atipica (liceo, educatore alla Casa della Gioventù per cinque anni, università), ha lavorato in Danimarca, in Brasile, in Ecuador, nell’Angola e infine in Palestina, dove ha conosciuto tutto un mondo prima impensabile, deciso a migliorare un po’ la situazione di vita in questi paesi. Per esempio, ha “importato” l’idea di “bene comune” coinvolgendo attivamente la popolazione del luogo, ha assunto per i propri progetti i ragazzi che a diciott’anni uscivano dagli orfanotrofi, soli, senza nessuno al mondo, organizzato mense pubbliche di volontariato per coloro che facevano fatica a procurarsi almeno un pasto al giorno.

Un ragazzo di 23 anni di Gaza, una volta, lo ha addirittura definito “la mia finestra sul mondo che sta fuori”. Per molti ragazzi e bambini (soprattutto della Gerusalemme est) il “mondo” corrisponde al villaggio al di fuori del quale c’è il nulla. Per molti altri (soprattutto per coloro che vivono a Gaza) esiste un altro mondo fuori, lo sanno benissimo perché hanno televisione e connessione a internet, ma è un mondo inaccessibile, lontanissimo e irraggiungibile.

Ma se Massimo ha dato tanto a questi paesi, anche le persone che vi ha incontrato, dai bambini agli adulti agli anziani, hanno dato molto anche a lui. Ci ha raccontato di Santos, un ottantacinquenne dell’Angola, e della sua famiglia, nella quale convivono ben cinque generazioni e che gli ha dimostrato come il senso di appartenenza coincida con l’attaccamento alla famiglia; in Palestina, invece, ha imparato che il senso di appartenenza è dato dal sentire la propria identità palestinese.

Ha chiuso il suo intervento con un invito a tutti i ragazzi che, giunti ormai al quinto anno, si affacciano sul mondo: “Terminate gli studi, frequentate l’università ma non lasciatevi mai vincere dalla paura: non abbiate timore delle difficoltà o di sbagliare, ma prendete le occasioni al volo quando vi capitano”.

Ragnetti Sheryl, 5BLi

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