Sanità, La città Futura punta il dito al modello Marche targato PD
Interruzione volontaria di gravidanza: una piena attuazione della legge 194 deve contare su medici in prestito?
Siamo soddisfatti che il presidente della Commissione sanità della Regione Marche, il nostro concittadino Fabrizio Volpini, si impegni in prima persona per una piena attuazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. Su questo non avevamo dubbi. Abbiamo pensato invece ad uno scherzo di Carnevale quando Volpini, nel suo comunicato stampa, se la prende con le opposizioni, come se fossero loro a governare la Regione Marche!
Il Partito Democratico ha la maggioranza assoluta in Consiglio Regionale, e conta al proprio interno sia il presidente della Giunta Regionale, Ceriscioli, sia il Presidente del Consiglio Regionale, Mastrovincenzo. E naturalmente anche Fabrizio Volpini, presidente della Commissione Sanità. Dunque una piena e giusta applicazione della legge sull’aborto dobbiamo pretenderla innanzitutto dal Partito Democratico, che deve superare le sue divisioni interne. E dobbiamo chiederla alla maggioranza che governa la Regione Marche, in passato portata addirittura a modello nazionale.
Il “modello Marche” è quello di una regione che non ha ancora linee guida proprie per l’erogazione della IVG farmacologica? Il “modello Marche” è quello della regione che soffre più di altre l’obiezione di coscienza, rendendo difficoltoso l’esercizio di un diritto sancito dalla legge 194/78? Il “modello Marche” significa chiedere in prestito medici non obiettori da altri ospedali, come sta accadendo a Jesi?
Una situazione inaccettabile, a nostro parere, tanto da averci spinto a prendere l’iniziativa per una mozione in Consiglio Comunale, approvata a larghissima maggioranza, allo scopo di sollecitare i vertici regionali sul tema dell’applicazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza e dell’aborto farmacologico.
In questa battaglia, quindi, Fabrizio Volpini può di certo contare su tutto il sostegno de La Città Futura, come del resto è avvenuto negli ultimi 5 anni in quello che era, ed è, il “modello Senigallia”.
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