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Senigallia, il “no” al referendum del M5S contro la riforma regionale della sanità

Il sindaco Mangialardi: "Riforma non può essere oggetto di referendum e i quesiti sono poco attinenti. No alla demagogia"

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Tralasciando il fatto che in termini di legge la riforma della sanità non può essere oggetto di referendum, va detto che i quattro quesiti referendari proposti hanno nulla o scarsa attinenza con i contenuti della medesima riforma e, in particolare, sulla riorganizzazione dei servizi“.

Infatti, essi riguardano la distribuzione delle competenze tra giunta e consiglio da un lato e gli organi amministrativi dell’Asur dall’altro, senza possibilità di incidere sugli atti precedentemente assunti dagli stessi organi. Paradossalmente, in caso di esito positivo, il referendum finirebbe con l’estendere le prerogative del governo regionale, consentendogli addirittura di interferire sulle nomine dei direttori di area vasta“.

Così il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, sul referendum abrogativo relativo alla riforma sanitaria regionale promosso dal Movimento 5 Stelle.

Le Marche – continua Mangialardi – hanno la possibilità e il dovere di voltare pagina per avere un sistema sanitario con servizi efficienti e finalmente in grado di mettere al centro la salute pubblica e i diritti dei cittadini. Cerchiamo di non farcela sfuggire inseguendo le sirene della demagogia e dell’immobilismo. Semmai la sfida deve essere quella di un’attuazione con il pieno coinvolgimento dei territori, che devono essere capaci di dimostrarsi allo stesso tempo beneficiari e protagonisti attivi della riforma regionale, proponendo l’istituzione di servizi in base alle loro peculiari esigenze“.

Commenti
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leofax 2016-02-11 18:56:50
Caro Sindaco, non vorrei che Lei esprima questa Sua opinione, dovuta al fatto che Ceriscioli gli abbia promesso che il nostro nosocomio rimane, rispetto ad altri ospedali che andrebbero a chiudere. Parlo di strutture come San Benedetto ed Ascoli dove uno dei due chiude in favore del nuovo Campiglione di Fermo. Oppure Civitanova e Macerata idem con patate. Quello di Marche nord, con la guerra tra Fano, Pesaro, Urbino e tutto l'entroterra pesarese. Queste ipotizzate chiusure dei punti nascita in favore dei nosocomi sulla costa, fanno comprendere che non si conoscono le reali esigenze femminili in queste situazioni. Inoltre vista la morfologia del territorio marchigiano nel periodo invernale con le infrastrutture stradali che tutti conosciamo, anche in caso di incidenti stradali, qualche volta un solo minuto è importante per salvare una vita umana.
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