Sicurezza contro il rischio idrogeologico: a Senigallia lo “stupro” della variante al prg
M5S condanna la maggioranza "fantasma" e il sindaco che boccia ogni atto presentato dai consiglieri pentastellati
Si è concluso mercoledì 20 gennaio il primo Consiglio comunale del 2016 e, se questi sono i presupposti, non osiamo nemmeno immaginare come saranno quelli a venire. E non ci riferiamo solo all’esplosione del petardo – verso cui esprimiamo totale contrarietà così come siamo convinti che gli organi investigativi faranno chiarezza sulla bravata compiuta – ma piuttosto a quello che si è approvato e per come è stato approvato. Purtroppo in questi giorni abbiamo sentito parlare tanto, troppo del triste gesto piuttosto che di argomenti e avvenimenti più importanti avvenuti in consiglio.
Partiamo dalla variante al Piano Regolatore Generale, sicuramente la pratica più importante di tutte. Dai banchi di maggioranza nemmeno una parola sussurrata: quindici fantasmi che muovevano il dito solo per seguire pedissequamente le istruzioni del loro leader politico.
E’ stato espresso voto favorevole alla variante al PRG anche da Forza Italia e Lega Nord e il consigliere Canestrari (FI) è stato addirittura ringraziato ben cinque volte dalla maggioranza per il sostegno fornito (sarà un nuovo Rimini?).
Ma non c’è da stupirsi perché la loro opposizione è tanto solida quanto quella dei loro leader nazionali, che strizzano l’occhio a Renzi anche se poi vanno in televisione a fingere il contrario. Quindi non poteva essere altrimenti anche a Senigallia.
Ma siamo rimasti delusi e esterrefatti anche da Senigallia Bene Comune, che tanto si era battuta per la sicurezza dei cittadini dopo l’alluvione di maggio 2014, per poi astenersi nella votazione finale anziché esprimere parere contrario, anche se soltanto giustificato dal tempo assai limitato concesso per approfondire una cosi importante pratica.
Abbiamo dovuto assistere ad un vero e proprio “stupro” della variante al PRG sul tema della sicurezza idrogeologica (GUARDA LA VOTAZIONE). Infatti, a soli due mesi dalle elezioni avevano adottato e pubblicizzato, in fretta e furia, una variante che prevedeva il divieto di realizzare piani interrati in zona a rischio esondazione; poi, con la presentazione di due osservazioni da parte dallo stesso Comune di Senigallia (osservazioni più politiche che tecniche), hanno escluso da questo divieto alcune tipologie edilizie, per cui si potrà continuare a costruire indisturbati piani interrati anche a ridosso del Fiume Misa (come, ad esempio, negli Orti del Vescovo) ed hanno inoltre prolungato i tempi di entrata in vigore di questo divieto per ogni tipologia urbanistica fino all’approvazione della variante (forse settembre 2016) e di ciò non saranno solo gli Orti del Vescovo a beneficiarne.
Eccola la solita cara e vecchia politica di Senigallia, con una mano dà e con l’altra toglie: prima mostrano la sensibilità verso il rischio idrogeologico e la sicurezza dei cittadini, poi, con due semplici osservazioni, cancellano tutto con un autentico colpo di spugna: uno schifo, una presa in giro per i molti cittadini che, alle elezioni del maggio scorso, li avevano creduti e votati!
Altro tema trattato in Consiglio di altrettanta importanza è stato sicuramente quello sul DAT (dichiarazione anticipate di trattamento sanitario), detta anche “Testamento Biologico“. Noi del MoVimento Cinque Stelle abbiamo proposto, con un emendamento, che all’atto della dichiarazione del cittadino davanti al pubblico ufficiale del Comune incaricato, ci dovesse essere un testimone; soluzione che tutela sia i familiari, sia il pubblico ufficiale di fronte a dichiarazioni delicate, riducendo così l’eventuale rischio di futuri contenziosi. Si trattava di un emendamento di buon senso e di esclusivo carattere tecnico ma che, per motivi politici (sempre il solito motivo, tra l’altro: è il M5S che lo propone) è stato bocciato dalla maggioranza!
Del resto, lo stesso sindaco ci ha dato dimostrazione di voler bocciare tutto ciò che proviene dal M5S. Infatti, alla dichiarazione del capogruppo pentastellato Mandolini di voler presentare altri emendamenti relativi ad altra pratica, il sindaco Mangialardi ha detto chiaro e tondo, fuori microfono, “tant t’li bocc’ ” (non è un errore ortografico ma la precisa pronuncia in dialetto da parte del sindaco). Magari non s’aspettava che Mandolini lo sentisse, né che lo riferisse per aver visto l’espressione beffarda e di scherno mentre pronunciava quelle parole od il ghigno soddisfatto dell’assessore Monachesi, ma così è stato.
E per il solo fatto d’aver portato all’attenzione di tutti questo atteggiamento assolutamente sconveniente, il capogruppo pentastellato Mandolini è stato tacciato da Mangialardi di essere impertinente, irrispettoso ed arrogante.
Tanto per essere impertinenti, alla maniera del nostro sindaco, terminiamo questo comunicato cosi: ” Tant noi ‘n ce stufam de prsentà ji emendament“.
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