All’Auditorium S. Rocco il nuovo libro di Luca Frontini su questioni di grande attualità
L'appuntamento è per mercoledì 13 gennaio alle ore 17.00
Nel pomeriggio del 13 gennaio, alle ore 17.00, l’Auditorium S. Rocco ospiterà la prima, importante iniziativa dell’anno promossa dall’Associazione di Storia Contemporanea. Si tratta del nuovo libro di Luca Frontini, intitolato Moneta e Impero. Benessere, sovranità, democrazia: come e perché li stiamo perdendo (Ed. Zefiro, 2016).
Intervengono Lidia Pupilli, Vicepresidente associativa, e le studiose Martina Carletti e Sara Piersantelli. Il libro, appena uscito e già nelle librerie cittadine, solleva, come si evince dal titolo, tematiche di grande attualità e si legge tutto d’un fiato.
Non mancherà di suscitare discussioni, ma vediamo quale itinerario segue. Gli scienziati dell’economia, non solo gli eterodossi (marxisti e keynesiani) ma anche gli economisti mainstream (liberisti e monetaristi) hanno raggiunto un consenso sulle cause della crisi che stiamo vivendo. Come nel 1929, la recessione del 2008 è stata originata dal sudden stop dei flussi internazionali di capitale che ha fatto seguito al crack Lehman.
Siamo dunque di fronte a una crisi da debito privato e da debito estero, non da debito pubblico. Perché allora, da otto anni a questa parte, i mass-media e i decisori politici, ci raccontano che il problema è il debito dello Stato, e che per superare la crisi dobbiamo diventare più competitivi tagliando spesa pubblica e welfare?
Oppure ci raccontano che finora abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, e che con la globalizzazione siamo destinati ad avere meno diritti e meno benessere? In realtà, la crisi investe il modello culturale e politico che si è (re) imposto negli ultimi quaranta anni alla guida dell’Occidente.
La crisi è l’esito di quel capitalismo deflazionista e neo-mercantilista che tratta il lavoro come merce, e che già aveva condotto l’umanità alla catastrofica depressione degli anni trenta del Novecento, e alle due guerre mondiali.
Moneta e Impero prova a fare chiarezza sui suddetti aspetti della crisi, e sulle specificità contemporanee di quella istituzione eminentemente politica – prima che economica – che è la moneta, e sull’imperialismo economico, politico e culturale che ne deriva. Perché, se il popolo è sovrano solo sulla carta, la “ragione del mondo” – da che mondo è mondo – purtroppo la decide il più forte.
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