Contratto di fiume, ripartono i lavori a Senigallia
Mercoledì 13 incontro in municipio. Mangialardi: "gestione del bacino del Misa e del Nevola consapevole e partecipata"
Con il nuovo anno riprendono i lavori per la stesura del contratto di fiume, il cui comitato promotore che fa capo al Comune di Senigallia conta già l’adesione di circa venti soggetti tra comuni, enti e associazioni, oltre alla Provincia di Ancona e alla Regione Marche.
L’appuntamento è per mercoledì 13 gennaio, alle ore 17, in sala consiliare. Tra gli interventi previsti, quelli del sindaco Maurizio Mangialardi, dell’architetto Massimo Bastiani, coordinatore del Tavolo nazionale Contratti di Fiume, e quelli dei dirigenti della Regione Marche e della Provincia di Ancona, che relazioneranno rispettivamente sulle opere in corso di esecuzione e programmate in asta fluviale e sullo stato di avanzamento dell’Assetto di progetto.
Avviato nel 2015, grazie anche all’iniziativa di Legambiente e Fidapa, il percorso mira a dotare il territorio delle valli del Misa e del Nevola di un innovativo strumento di programmazione negoziata per l’adozione di un sistema di regole condivise nella gestione del bacino idrografico e un coordinamento più efficiente degli interventi pianificati di manutenzione ordinaria e straordinaria a livello provinciale e regionale, a cui Comuni e associazioni potranno partecipare per contribuire alle soluzioni. A livello regionale di tratta del primo caso in assoluto e sta già suscitando l’interesse di altri territorio, tanto che la stessa Regione Marche, lo scorso anno, ha aderito alla Carta nazionale dei Contratti di fiume.
“Il contratto di fiume – spiega il sindaco Mangialardi – segna l’inizio di una gestione più consapevole e partecipata del bacino idrografico del Misa e del Nevola, attenta alla valorizzazione e alla riqualificazione sia del fiume che del paesaggio circostante. Attraverso questo strumento sarà possibile individuare migliori e più efficaci modalità di utilizzo del territorio, e favorire la costruzione di nuove sinergie tra pubblico e privato. Le trasformazioni che hanno interessato negli ultimi decenni il territorio, infatti, richiedono nuovi modelli di gestione dell’assetto idrogeologico, capaci di garantire la sicurezza dei cittadini e la sostenibilità ambientale. Per questo auspico che il comitato promotore possa giungere quanto prima a una elaborazione definitiva di questo strumento e, allo stesso tempo, si allarghi ulteriormente la platea dei soggetti interessati“.
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