Salvataggio Banca Marche, “nessuna tutela per azionisti e correntisti”
L'on.Brignone giudica negativamente il piano approvato dal CdM: "Cittadini, aziende e fondazioni si ritrovano con carta straccia"
“Il salvataggio dei quattro istituti di credito a rischio default, di cui fa parte anche Banca Marche, non ha assolutamente tutelato i piccoli azionisti e le fondazioni bancarie che avevano affidato all’Istituto di credito i loro risparmi“.
Così si è espressa l’on. Beatrice Brignone, deputata e componente della commissione XII affari sociali, che giudica negativamente la decisione del Consiglio dei Ministri per il via libera al piano di salvataggio di Banca Marche ha di fatto azzerato circa 400 milioni di euro di risparmi, azioni e obbligazioni.
“E’ successo quello che pensavo: non a caso il mese scorso ho presentato un’interrogazione al ministro Padoan per chiedere come pensava di salvaguardare gli investitori e risparmiatori dell’istituto di credito marchigiano. Cittadini, aziende e fondazioni, che operano in favore del tessuto sociale delle Marche, si ritrovano ora con della semplice carta straccia poiché l’Istituto sarà messo in sicurezza attraverso lo stanziamento di 3,6 miliardi di euro che arriveranno dal cosiddetto “Fondo di risoluzione” finanziato dal sistema creditizio nazionale, ma purtroppo anche da azionisti e obbligazionisti subordinati“.
Una svalutazione pesante dei crediti era già nell’aria e in pochi speravano ancora che le cose rimanessero come prima. Nessuno però poteva immaginare a un azzeramento totale delle azioni di 43mila correntisti e risparmiatori.
Ma la deputata senigalliese punta il dito contro chi ha causato il dissesto finanziario di BdM: “è imputabile esclusivamente a una mala gestione del management precedente e non è assolutamente corretto che a pagare sia chi aveva risposto fiducia nella banca in questione“.
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