Contro gli attentati di Parigi, Senigallia manifesta per la pace
Il sindaco Mangialardi: "Voi siete il vaccino contro il terrorismo, voi siete il vaccino contro l'intolleranza"
Si è svolta anche a Senigallia, come in tante città del mondo, nel pomeriggio di sabato 21 novembre una manifestazione di ferma condanna per gli attentati di Parigi del 13 novembre scorso. Una manifestazione di pace, in cui le comunità di stranieri della città si sono unite alle associazioni del territorio per esprimere tutti insieme il “no” alla guerra, alle bombe, agli attacchi per poter vivere in un mondo di pace.
Diverse le persone che si sono incontrate in piazza Roma, sotto il municipio senigalliese sul quale sventolava un’enorme bandiera della pace, grazie all’iniziativa del consigliere comunale straniero Rahman Aminur che ha promosso l’evento a cui hanno aderito le varie realtà senigalliesi. Ha introdotto i partecipanti Mohamed Malih, cittadino che dal 2007 si occupa di migrazione e di iniziative culturali per promuovere la multiculturalità e il dialogo sul territorio. Dialogo e multiculturalità che non possono assolutamente andare di pari passo con la violenza e le armi, il cui uso è da condannare, sempre.
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Anche il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, ha preso la parola per elogiare tutti i cittadini che hanno preso parte alla manifestazione, siano essi nativi del territorio o arrivati in seguito: “Il vostro è un esempio per la comunità e gli esempi contano. Contano perché così facendo, partecipando a questa manifestazione e condannando la violenza, dimostrate che nessuno potrà dividerci se cerchiamo la pace. Voi siete il vaccino contro il terrorismo, voi siete il vaccino contro l’intolleranza“.
Anche Diocesi e Commissione Migrantes – oltre alle varie realtà associative di Senigallia – hanno preso la parola con Mario Vichi che ha definito “lunga la strada della convivenza in pace, ma necessaria: per questo dobbiamo sviluppare relazioni umane e abbattere i muri, culturali e ideologici, che ci separano. Tutto è importante per ottenere questo risultato, purché però si faccia spazio al rapporto umano, alle relazioni personali“.
Parole di solidarietà sono arrivate da tutti coloro che hanno preso parte all’iniziativa, anche nei confronti di quei migranti, rifugiati che arrivano in Italia, spesso in barconi stracolmi di persone in balìa del mare, spesso a bordo di tir stipati nei cassoni. Sono loro a fuggire per primi dalla guerra, dai bombardamenti e dalle uccisioni proprio in quei paesi dove spesso si predica il terrorismo. E il messaggio non può che essere di accoglienza verso quella stragrande maggioranza di persone che vogliono la pace, indipendentemente dalla religione e dalla cittadinanza.
Parole di solidarietà ma soprattutto di incoraggiamento: a rimanere uniti, ad evitare di sottostare alle condizioni dei terroristi, a cercare la pace, sempre. “Perché i terroristi non meritano il nostro odio, la guerra porta solo altra guerra“.
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