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Bambini strappati da case e affetti, ne discute a Senigallia Eraldo Affinati

L'educatore interverrà a Palazzo del Duca lunedì 23 novembre, per parlare del dramma dei minori rifugiati

"Bambini strappati", con Eraldo Affinati

In occasione del 20 novembre, anniversario della Convenzione internazionale dei minori,  l’Associazione “Un tetto”, come ogni anno, organizza un evento cittadino con la presenza di un relatore che ci aiuterà ad approfondire in particolare l’articolo 22, sul tema dei minori rifugiati.

Il testo recita: “Gli Stati parti adottano misure adeguate affinché il fanciullo il quale cerca di ottenere lo statuto di rifugiato, oppure è considerato come rifugiato…possa beneficiare della protezione e della assistenza umanitaria necessarie per consentirgli di usufruire dei diritti che gli sono riconosciuti della Convenzione e dagli altri strumenti internazionali relativi ai diritti dell’uomo o di natura umanitaria di cui detti Stati sono parti. A tal fine, gli Stati parti collaborano …per proteggere e aiutare i fanciulli che si trovano in tale situazione e per ricercare i genitori o altri familiari di ogni fanciullo rifugiato al fine di ottenere le informazioni necessarie per ricongiungerlo alla sua famiglia. Se il padre, la madre o ogni altro familiare sono irreperibili, al fanciullo sarà concessa, secondo i principi enunciati nella presente Convenzione, la stessa protezione di quella di ogni altro fanciullo definitivamente oppure temporaneamente privato del suo ambiente familiare per qualunque motivo”.

Lunedì 23 novembre, alle ore 21 alla sala del Trono di Palazzo del Duca in piazza del Duca a Senigallia, sarà tra noi Eraldo Affinati per parlare di “Bambini strappati”.

Il titolo della conversazione è stato scelto pensando alle storie di tanti piccoli portati via all’improvviso dalla loro terra, dalla loro casa, dai loro affetti, provocando in loro squarci profondi e dolorosi. Bambini tra le braccia, tenuti per mano e quasi trascinati, bambini portati in spalla, infagottati nei giubbotti salvagente passati da un gommone all’altro: queste sono le scene che ormai da anni accompagnano la nostra quotidianità con un ritmo crescente, questi sono i bambini che approdano sulle nostre coste, che bussano alle nostre frontiere, quelli “salvati”, quelli che la guerra o la fame o gli abissi del mare non hanno rapito. Alcuni, i più fortunati, arrivano con i genitori; altri sono rimasti soli, perché hanno visto morire i propri  famigliari; altri ancora sono stati imbarcati da soli, come ultimo baluardo di vite spezzate, perse, disperate. Cosa ne sarà di questi piccoli strappati? Gli specialisti ci spiegano che i traumi subiti nei primi anni di vita sono macigni che ogni persona è costretta a trascinarsi per tutta l’esistenza; solo un lento e delicato lavoro di ricostruzione della propria storia e di rielaborazione dei propri lutti può rammendare lo strappo e consentire una vita equilibrata e serena. Altrimenti le conseguenze negative di dolori e ingiustizie subite saranno imprevedibili.

Mentre i grandi della terra discutono sulle modalità di distribuzione dei profughi tra i vari paesi, ipotizzano interventi militari per frenare l’esodo e stendono chilometri e chilometri di fino spinato per chiudere i propri confini, con il tacito avvallo dei popoli occidentali, i bambini silenziosi e dallo sguardo assente sembrano pacchetti portati qua e là, incapaci di comprendere fino in fondo quanto avviene attorno a loro. Ma in un breve tempo, crescendo, inizieranno a porsi domande, a ricercare tracce del loro passato, a scoprire l’atroce verità storica e, se nessuno sarà pronto a prendersi cura delle loro ferite, quale futuro li attenderà? A breve saranno seduti ai banchi delle nostre scuole e attraverso la parola, la scrittura, le immagini racconteranno, riporteranno alla luce scene di violenza, di morte, di fili spinati: quale sarà la reazione di compagni, di insegnanti, di adulti occidentali?

Con queste domande, che inevitabilmente irrompono nelle nostre vite agiate, incontreremo Eraldo Affinati per ascoltare la sua preziosa esperienza di educatore, scrittore e di rammendatore di vite strappate.

Affinati vive e lavora a Roma. Oltre ad insegnare all’Istituto Professionale di Stato “Carlo Cattaneo”, presso la succursale della Città dei Ragazzi, insieme alla moglie, Anna Luce Lenzi, ha fondato la “Penny Wirton”, una scuola di italiano per stranieri.

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