Strada del Giardino: cancellata una fetta di paesaggio “nel silenzio di tutti”
Casagrande: "Dimentichiamoci le passeggiate, l'ingresso è negato ai pedoni. Ma attrezziamoci quando piove"
E’ veramente sorprendente che il deturpamento, anzi la cancellazione, di una porzione del paesaggio collinare della nostra città avvenga nel silenzio e nel disinteresse pressoché generali, esclusi i pochi abitanti della zona. Mi riferisco all’ingresso storico di strada del Giardino da via Capanna con l’abbattimento del ponte e con l’impossibilità dell’accesso pedonale, oltre che con qualsiasi altro mezzo, alla via stessa.
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La Complanare ha riempito le pagine di questa città per molto tempo, per oltre cinque anni almeno due quartieri (nemmeno tanto periferici) hanno tenuto viva per argomentazioni e dibattito la questione, dovendo fare i conti con l'ostracismo dell'amministrazione, con il silenzio cinico delle forze politiche ( compresa quella di Casagrande) e addirittura con gli insulti di altri quartieri ( aizzati a tempo di musica e di promesse da marinaio dai padroni del vapore). Oggi verrebbe da chiedere che fine ha fatto il progetto di trasformazione della Statale in boulevard urbano di tipo parigino o di Ramblas barcellonese.
Quei cittadini, andandosi a prendere i Progetti presso il Ministero, avevano da subito capito la devastazione che era in atto e hanno apertamente denunciato le colate di cemento e di acciaio cor-ten. Ma si sa che le strade di crinale sono più "panoramiche" e i villini di collina acquistano più attenzione delle abitazioni di un quartiere popolare agli occhi degli amministratori ( e dei politici).
La rotatoria della Strada di Sant'Angelo ,che oggi si è evidenziata in tutta la sua abnormità, è stata inserita successivamente sul progetto della Complanare nel 2009 ( e come tale non c'è sulla VIA al Ministero) per tacitare da subito le critiche che cominciavano a salire dai residenti dei quartieri vicini, ma soprattutto per distogliere l'attenzione da un'area, dall'altra parte del cavalcavia, già in odore di lottizzazione ( o se fa piacere di "riqualificazione perequativa). Ricordo di essere stato invitato nel 2011 dai residenti ai quali ho spiegato quello che sarebbe accaduto. Li ho visti purtroppo sfiduciati e demotivati.
Concordo con Casagrande su quanto afferma del dibattito della Complanare all'inizio degli anni 90, dimentica però la vicenda della Variante al Piano Regolatore della metà degli anni 90 quando questo arrivò in Provincia moribondo se non già cadavere. E oggi i dubbi vengono, anche alla luce di come viene trattato il Piano, se la città ha un PRG o è ri-piombata nel Piano di Fabbricazione. E' da lì' nascono molte delle vicende degli ultimi vent'anni compreso il salto sulla sedia di un Sindaco in pectore ed il passy per il decennio angeloniano e l'inizio della grande traversata dei Verdi verso la maggioranza cittadina. Casagrande dovrebbe ricordare chi deteneva allora l'importante incarico all'Urbanistica in Provincia.
La Complanare è il frutto logico dell'assenza del Piano-norme a cui si è associata l'assenza del Piano-idee, la dicono lunga gli interventi fatti passare alla chetichella , e con la formula magica della sicurezza idrogeologica (sic!), sui nuovi piani di intervento a Borgo Bicchia, Vallone e Bettolelle. Oppure l'intervento di "gentrification" agli Orti del Vescovo , fatti passare per Social House. L'ho già detto , fa piacere leggere certe cose, però Casagrande non va oltre una elegante passeggiata fra le colline.......girando con i crisantemi in mano.
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