M5S: la mozione “stop ttip” approda in consiglio comunale
"Importanti le ripercussioni che ricadrebbero sulle nostre comunità"
Mercoledì 14 ottobre, alle ore 18 e 30, si è svolta la III Commissione Consiliare permanente finalizzata al confronto e all’approfondimento (come richiesto dal Sindaco stesso durante il consiglio comunale del 15 settembre scorso) sulla mozione “Stop TTIP” presentata dal consigliere del MoVimento 5 StelleMarco Bozzi, grazie all’intervento di Evasio Ciocci, membro del Coordinamento dei Comitati Cittadini per la campagna nazionale Stop TTIP Italia – Comitato di Ancona , che ha relazionato sull’argomento fornendo anche le risposte alle domande dei commissari presenti.
Per saperne di più sul TTIP (acronimo di Transatlantic Trade and Investment Partnership), potete leggere il documento allegato in cui si riassume il contenuto di questo accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti che prevede l’eliminazione dei dazi e delle barriere non tariffarie, la semplificazione della compravendita di beni e servizi fra le due aree e la crescita economica delle due macroaree.
Apparentemente sembra una questione la cui argomentazione è lontana da quelle che si dovrebbero affrontare in un consiglio comunale, ma non è così.
Le ripercussioni che ricadrebbero sulle nostre comunità nel momento in cui questo trattato entrerà in vigore saranno molto importanti e definitive, ed inoltre l’Amministrazione non solo dovrebbe farsi carico di tenere informati i cittadini sugli sviluppi di questo trattato, ma dovrebbe anche prendere una netta posizione ner confronti del trattato stesso per schierarsi a difesa della nostra comunità locale se non altro per il principio di precauzione, così come hanno fatto ben 13 comuni della provincia di Ancona, fra cui Ancona Jesi e Fabriano.
Al termine della seduta la mozione è stata condivisa dalla quasi totalità dei consiglieri presenti in commissione poiché il tema trattato, che può avere ricadute importantissime sulla vita di tutti noi, non ha colori né bandiere, come sottolineato anche dalla consigliera di maggioranza Nausicaa Fileri (Città Futura) e pertanto sarà presentata al consiglio comunale del 21 ottobre prossimo.
Nelle prossime settimane il MoVimento 5 Stelle organizzerà un incontro pubblico sul TTIP ove interverranno esperti al fine di informare e dialogare con tutti i cittadini.
La mozione impegna l’Amministrazione:
1. ad intraprendere tutte le azioni di pressione di propria competenza volte a promuovere il ritiro da parte del governo italiano, nell’ambito del Consiglio Europeo, dal TTIP invitandolo a ritirare l’appoggio totale e incondizionato al TTIP offerto dal Presidente del Consiglio Renzi il 14.10.2014 e, in subordine, alla sua non approvazione da parte del Parlamento Europeo;
2. a promuovere, presso i cittadini del nostro territorio e presso tutti gli altri enti locali, azioni di sensibilizzazione e mobilitazione contro il TTIP, in quanto in questo trattato viene leso, tra gli altri, il principio costituzionale della sovranità delle autonomie locali;
3. ad inviare la presente deliberazione all’Anci, al Consiglio Regionale, al Consiglio dei Ministri, al Parlamento Italiano ed Europeo e alla Commissione Europea.
da Marco Bozzi e Riccardo Mandolini – Consiglieri Comunali M5S
Allegati
COSA E’ IL “TTIP”
TTIP è l’acronimo di Transatlantic Trade and Investment Partnership. Si tratta dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti che viene definito come il più grande della storia (cd. “Nato economica”). La partnership è in fase di negoziazione e non è ancora stata approvata.
Questo accordo prevede in particolare:
- L’eliminazione dei dazi e delle barriere non tariffarie fra Stati Uniti e Unione Europea
- La semplificazione della compravendita di beni e servizi fra le due aree
- La crescita economica delle due macroaree con la conseguente creazione di nuovi posti di lavoro e la diminuzione dei prezzi.
Si tratta quindi di
- Una sostanziale deregulation che passa per l’allineamento e l’armonizzazione delle regole su commercio, ambiente, salute e lavoro. Dal TTIP sono attualmente esclusi i servizi finanziari e le banche. Al termine dei negoziati, il Consiglio costituito dai rappresentanti dei governi degli stati membri e il parlamento Europeo dovranno decidere se approvare o respingere l’accordo.
L’Unione Europea dichiara ufficialmente che una volta concluso, l’accordo porterebbe nelle casse dell’Ue 119 miliardi di euro all’anno e 95 miliardi di euro in quelle degli Stati Uniti.
Le fonti ufficiali dell’Unione europea indicano come uno dei punti alla base della partnership, quello della formulazione di nuove regole comuni che abbiano il preciso scopo di sanare le divergenze che attualmente riguardano le due legislazioni.
Nell’annunciare tale intenzione, si assicura in ogni caso il rispetto degli standard già esistenti a livello europeo nei settori ambiente, salute, sicurezza, privacy, diritti dei lavoratori e dei consumatori. L’Ue afferma che le politiche già intraprese in questi ambiti “non sono sul tavolo dei negoziati”.
Nonostante queste rassicurazioni rimane il fatto che con il TTIP si cerca di mettere insieme due sistemi molto diversi: Gli Stati Uniti tutelano il commercio e l’introduzione dei prodotti sul mercato. Al contrario, l’Unione Europea predilige la tutela dei consumatori e la loro sicurezza. Trovare un accordo significa cercare un compromesso tra il sistema americano a maglie più larghe e quello europeo, decisamente più rigido e sicuro. Per trovare un’intesa l’Europa dovrà necessariamente rinunciare a qualcosa in termini di sicurezza”.
Ad esempio nel campo dell’alimentazione potremmo perdere i seguenti vantaggi di sicurezza che vantiamo sugli Stati Uniti:
Il principio di precauzione:
- se c’è un rischio molto elevato che un prodotto possa far male, in Europa, le autorità possono intervenire in attesa di accertamenti scientifici; negli States vige il principio praticamente opposto, per cui alimenti e procedure sono sicuri fino a prova contraria.
Niente ormoni nella carne:
- in Europa è proibito somministrare ormoni al bestiame per farlo crescere di più, perché mancano sufficienti studi circa la loro sicurezza. Negli Usa invece è ammesso l’uso di queste sostanze che riducono i tempi di allevamento e quindi fruttano moltissimo alle imprese.
Meno antibiotici:
- negli allevamenti americani gli antibiotici possono essere usati in dosi maggiori, anche per far crescere di più gli animali. In Europa i limiti sono più restrittivi e l’uso è consentito solo per proteggere il bestiame dalle malattie.
Ogm senza etichetta:
- nell’Ue i prodotti che contengono più dello 0,9% di Ogm devono dichiararne la presenza in etichetta. L’informazione sulle confezioni non è obbligatoria mai, invece, negli Stati Uniti.
Le denominazioni d’origine non vengono considerate:
- cosa succederebbe se gli States potessero esportare i tanti prodotti che rubano il nome delle nostre 250 Dop e Igp (come ad esempio il “Parmesan” o il “Gorgonzola” prodotto in Illinois)? Per noi il nome deve restare garanzia della provenienza e della qualità degli alimenti.
Lo stesso rischio lo potremmo correre nel campo della Cosmesi:
- In Europa, nei cosmetici (shampo, dentifrici, trucchi e creme) , è vietato usare 1.328 sostanze considerate rischiose per la salute, negli Stati Uniti solo 11 e non in tutti gli Stati.
Stessa cosa vale anche per Farmaci e Lobby ad essi collegate:
- Potremmo assistere all’aumento dei Prezzi dei medicinali, ad una stretta ai farmaci generici e ad una minore informazione sui test clinici fatti sui farmaci: secondo i nostri rappresentanti al parlamento europeo le pressioni delle potenti case farmaceutiche minacciano i nostri diritti in tema di Ttip e salute, facendo pressione sui negoziatori.
Apriamo un attimo anche il capitolo delle PMI.
Il vantato vantaggio che le nostre PMI dovrebbero ottenere da questo accordo presenta molti lati oscuri:
Si dice che il TTIP porterà vantaggio proprio alle PMI. Perché allora gli esperti che supportano i negoziatori sono esponenti delle corporation che di fatto possono esercitare pressioni lobbistiche, mentre fra questi esperti non ci sono rappresentanti delle PMI?
Abolendo le barriere non tariffarie e quindi uniformando non solo i dazi ma anche i regolamenti verso il basso le PMI si vedranno aprire il mercato sconfinato come quello degli Stati Uniti con cui dovranno fare i conti.
Chi avrà reale vantaggio saranno le imprese che già hanno accesso al mercato statunitense.
Per tutte le altre PMI come quelle di cui noi siamo ricchi che vogliono affacciarsi per la prima volta sul mercato statunitense, ci saranno delle difficoltà reali di approcciare un mercato molto diverso dal nostro. Noi abbiamo delle difficoltà legate all’accesso al credito, una regolamentazione interna complessa e farraginosa, la quale ostacola anziché facilitare gli imprenditori. Fare mercato negli stati uniti è molto diverso che farlo qui in Europa. Per fare mercato ci vogliono ingenti investimenti ed è necessario costruire una rete commerciale molto costosa soprattutto per la vastità del territorio statunitense,ciò significa avere a disposizione agenti commerciali che sono pagati profumatamente. Sono in grado le PMI di affrontare tali investimenti?
Al contrario le aziende americane approcceranno il nostro mercato facilmente per la loro dimensione,la loro capacità di accedere al credito, per il fatto che hanno una struttura commerciale già pronta ad aggredire i nostri mercati. La conseguenza diretta di questo trattato sarà che la stragrande maggioranza delle PMI vedrà non solo comprimere la possibilità di entrare nel mercato degli USA, ma anche quella di commerciare in casa nostra perché le aziende americane per la loro capacità dimensionale arriveranno in un attimo qui, ci sono degli studi indipendenti (camera di commercio austriaca e università americane) che dicono che il commercio intracomunitario dopo l’attuazione del TTIP diminuirà del 40% circa.
Quindi nessun piccolo imprenditore riuscirà ad affrontare il mercato statunitense con una contrazione del proprio mercato di circa il 40%. Il TTIP non è un’opportunità commerciale ma è un’opportunità politica per il megablocco EuroAmericano contrapposto a quello cinese/russo. Un mondo di guerra fredda politica, economica e commerciale invece che un mondo di cooperazione.
Non possiamo poi non parlare del settore agricolo e della sopravvivenza della nostra diversità agro-alimentare locale la quale potrebbe essere in grave pericolo:
- Europa e Stati Uniti hanno sistemi molto diversi dal punto di vista agricolo. Nel sistema europeo la grandezza media dei terreni è contenuta e si aggira attorno ai sette ettari. Negli Stati Uniti la media dei terreni è di circa 700 ettari. La proporzione è di 1 a 100. Anche il metodo industriale per ottenere i prodotti è radicalmente diverso. In Europa si punta sulla qualità, negli Usa sulla quantità. Con questo accordo mettiamo a repentaglio l’intero comparto agricolo. Avremo delle grandissime perdite nel settore dei cereali e delle carni, mentre le stime circolate parlano di possibili vantaggi per il settore lattiero-caseario. La bilancia resta comunque decisamente a nostro sfavore. Senza considerare che per entrare nel mercato americano le nostre eccellenze dovranno essere in grado di fare squadra e confrontarsi con un sistema di distribuzione completamente diverso come quello americano.
- La qualità dei cibi che arriveranno sulle nostre tavole è a rischio, perché perderemo la tutela derivante dalle informazioni presenti sulle nostre etichette. Gli Stati Uniti non hanno un sistema di etichettatura ferreo come quello europeo e non hanno certo intenzione di introdurlo con il TTIP. In Europa, le procedure di controllo per ottenere un’autorizzazione sulla sicurezza alimentare sono più complesse. Negli Usa sono permesse sostanze che in Europa non sono permesse, come cereali Ogm, antibiotici, carne derivata da animali clonati o persino sistemi di pulizia degli alimenti tramite sostanze chimiche vietate in Europa. In nome del libero mercato, tutte queste informazioni non saranno a nostra disposizione nelle etichette post-TTIP.
Con il TTIP i nostri produttori locali, quelli che vendono a Km0, avranno vita durissima. Le multinazionali americane dell’alimentazione, infatti, potranno ricorrere in tribunale contro gli incentivi dati da Stati e Regioni alle produzioni locali. Motivo? Perché minerebbero la libera concorrenza! E le multinazionali potranno ricorrere sfruttando la clausola ISDS del TTIP. Questo è assolutamente inaccettabile.
Ma che cosa è questa clausola ISDS del TTIP?
Si tratta dell’esautorazione dei tribunali nazionali in caso di dispute legali. L’accordo prevede infatti l’inclusione dell’investor to state dispute settlements (ISDS), uno strumento che consentirebbe a un soggetto privato di denunciare un Governo per i mancati profitti derivanti da politiche sociali; accordi simili hanno fatto sì che, per esempio, la Philip Morris stia chiedendo il risarcimento ai governi Uruguaiano e Australiano per le politiche di restrizione del fumo a tutela della salute.
Ciò, unitamente all’esautorazione dei tribunali nazionali nella risoluzione di dispute legali che verranno risolte da un organismo terzo, mette a rischio la tutela ambientale e sociale garantita dalla legislazione europea, di gran lunga più garantista per i cittadini di quanto non lo sia quella statunitense.
Alla luce di tutti questi argomenti che evidenziano un pericolo per la sicurezza e la salute dei cittadini, che minano pericolosamente la piccola imprenditoria, vanto del nostro made in italy e che tolgono ai nostri tribunali il diritto di difendere la nostra integrità sociale e ambientale faccio un appello a tutti i componenti del Consiglio Comunale perché impegnino l’attuale amministrazione :
- ad intraprendere tutte le azioni di pressione di propria competenza volte a promuovere il ritiro da parte del governo italiano, nell’ambito del Consiglio Europeo, dal TTIP invitandolo a ritirare l’appoggio totale e incondizionato al TTIP offerto dal Presidente del Consiglio Renzi il 14.10.2014 e, in subordine, alla sua non approvazione da parte del Parlamento Europeo;
- a promuovere, presso i cittadini del nostro territorio e presso tutti gli altri enti locali, azioni di sensibilizzazione e mobilitazione contro il TTIP, in quanto in questo trattato viene leso, tra gli altri, il principio costituzionale della sovranità delle autonomie locali;
- ad inviare la presente deliberazione all’Anci, al Consiglio Regionale, al Consiglio dei Ministri, al Parlamento Italiano ed Europeo e alla Commissione Europea.
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