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Senigallia: a rischio le indagini archeologiche in Piazza Garibaldi

"Un'occasione irripetibile che va sfruttata al meglio"

Comì di Cucina
Piazza Garibaldi, la scuola Fagnani e l'ex-Collegio Pio IX

L’avvio dei lavori di rifacimento della pavimentazione in piazza Garibaldi era vista ed attesa da tempo come un’occasione irripetibile per ampliare attraverso l’indagine archeologica la conoscenza della storia urbanistica della città.

Questo perché la piazza è l’unico spazio urbano a non aver subito manomissioni dopo il suo abbandono in età tardo medievale con il ritrarsi del nucleo abitativo verso piazza del Duca per effetto della nota “decadenza” e della crisi demografica. Nel sei/settecento tutto questo spazio fra il fiume e la città cinquecentesca veniva chiamato “i prati della Maddalena” e secondo alcuni eruditi vi si vedevano ancora vestigia antiche.

In ogni caso, non avendo subito manomissioni durante l’ampliamento settecentesco, è possibile che sotto la pavimentazione si nascondano, non solo testimonianze d’età romana, ma anche d’età medievale.

Perciò l’amministrazione comunale, nell’ambito del progetto “Archeologia Urbana Senigallia”, aveva acconsentito senza difficoltà alla proposta di eseguire saggi di scavo a cura della Soprintendenza Archeologica e dell’equipe dell’Università di Bologna.

L’indagine doveva iniziare giovedì scorso, ma in seguito all’intervento non ben meditato, anche se magari mosso da buone intenzioni, da parte di una forza politica di minoranza, è stata sospesa con il rischio che l’avanzamento dei lavori di pavimentazione ostacoli o renda impossibile la loro effettuazione.

E’ un’eventualità che va in ogni modo scongiurata, perché arrecherebbe un grave danno al progetto di archeologia urbana, che ha portato fin qui tanti risultati positivi grazie proprio alla sinergia degli stessi protagonisti, Sovrintendenza, Comune e Università.

Perciò Italia Nostra e Archeoclub d’Italia, a nome degli interessi culturali della città di cui sono porta-tori e in virtù del sostegno, non solo morale, che hanno sempre dato all’iniziativa, chiedono che Amministrazione Comunale e Soprintendenza si attivino con sollecitudine e urgenza a rimuovere gli ostacoli (più formali che sostanziali), a che l’indagine abbia il suo corso secondo il principio dell’archeologia preventiva riconosciuto anche in sede legislativa. Chiediamo altresì che da parte delle forze politiche vi sia la doverosa attenzione per un progetto culturale, basato prevalentemente sul volontariato, che può arricchire non solo la conoscenza, ma anche l’immagine della città, se opportunamente valorizzata.

Una volta iniziata l’indagine, il nostro auspicio è che questa occasione irripetibile venga sfruttata al meglio, concedendo agli archeologi tempo e mezzi per approfondire le indagini stesse e per non lasciare intentata ogni via utile a scoprire le tracce della storia cittadina rimaste sepolte per secoli.
 I presidenti Paolo Negri e Virginio Villani

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