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Agli “Incontri con la Storia” l’eroismo dei Carabinieri durante la Resistenza

Nell'appuntamento del 14 ottobre si parlerà di Carlo Alberto Dalla Chiesa e di Ernesto Bergamin

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Ernesto Bergamin

Il secondo appuntamento della rassegna “Incontri con la Storia” si terrà mercoledì 14 ottobre, alle 17.15 alla Biblioteca “Antonelliana”. Propone un tema di grande rilevanza: l’operato dei Carabinieri nel delicatissimo frangente della Resistenza e della guerra di Liberazione (1943-45).

Ne parleranno, dopo i saluti del Direttore della Biblioteca Italo Pelinga, in merito all’opera “I carabinieri nella Resistenza e nella guerra di liberazione 1943-1945”, il curatore e co-autore Marco Ruzzi, Michele Calandri, direttore dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo, e il prof. Marco Severini (Università di Macerata), presidente dell’Associazione di Storia Contemporanea che, insieme al locale Centro Mazziniano e alla Amministrazione comunale, ha organizzato questo XII ciclo della rassegna.

Il tema proposto è di grande interesse poiché l’opera suddetta non si limita a ricostruire la complessa vicenda dell’Arma sul territorio nazionale, ma indaga il fenomeno in alcuni contesti regionali, come il Trentino, il Piacentino, il Cuneese e lo stesso territorio marchigiano dove furono impegnati, nel frangente resistenziale, due valorosi carabinieri.
Il primo è famosissimo, Carlo Alberto Dalla Chiesa (Saluzzo, 1920 – Palermo, 1982) che, futuro generale dei Carabinieri poi ucciso dalla mafia, ebbe il suo battesimo nell’Arma nel 1943 come tenente a S. Benedetto del Tronto dove, rischiando la vita, si schierò all’indomani dell’8 settembre in favore dei partigiani: per un puro caso, Dalla Chiesa riuscì a sottrarsi all’arresto da parte dei tedeschi e a riparare nell’Italia liberata.

Pressoché sconosciuta è invece la vicenda che ebbe per protagonista un altro carabiniere piemontese, il brigadiere Ernesto Bergamin (Savigliano, 1909 – Camerino, 1944): anche Bergamin aderì alle formazioni partigiane e, di fronte all’improvviso attacco operato dai nazisti (24 giugno 1944) contro la popolazione delle frazioni camerti di Letegge e Pozzuolo, interpose la propria persona per salvare donne, anziani e bambini; intercettato dai tedeschi lungo la via di Statte, Bergamin si rifiutò di consegnare l’arma, affermando che “un soldato, un carabiniere, non abbandona la sua arma che con la morte: mi potrete uccidere, ma l’arma, la mia arma non la cedo a nessuno”. Freddato da una raffica di mitra, Bergamin (nella foto, gentilmente concessa dai familiari) venne poi dimenticato dall’Italia repubblicana insieme alle altre 62 persone, tra abitanti e partigiani, trucidate dai tedeschi.
Una vicenda terribile, solo di recente ricostruita dalla ricerca storica.

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