La Città Futura Senigallia propone le linee guida per una riforma del governo delle città
Ecco i contenuti di una svolta urbanistica
Se il territorio e le città, le risorse ambientali, i paesaggi, il patrimonio dei beni storico-culturali sono beni comuni, rappresentano la base identitaria locale e nazionale e costituiscono la più preziosa risorsa dell’Italia “ il paese più bello del mondo”, essi devono costituire uno dei pochi principali fattori per riorientare l’intero sviluppo del Paese.
La programmazione dello sviluppo e la pianificazione del governo del territorio costituiscono gli strumenti ordinari dell’azione pubblica in una visione esattamente opposta al “liberismo dei forti”, alla privatizzazione dei benefici e alla socializzazione dei costi, al peso insopportabile della rendita immobiliare.
Politiche di mitigazione e di rapido adattamento ai cambiamenti climatici, riforma della organizzazione dello Stato per aggregare gli Enti locali, revisione profonda delle politiche di austerità europee devono formare la cornice generale per la riforma del governo del territorio.
Le Marche hanno urgente bisogno di sostituire e coordinare strumenti legislativi urbanistici molto invecchiati, da lungo tempo inadatti a gestire sia una possibile e innovativa uscita dalla crisi economica sia a tutelare ambiente, paesaggi, territori e beni storico-culturali sia a realizzare e qualificare ovunque “la città pubblica”, praticando il modello della “partecipazione consapevole” dei cittadini.
In questo quadro risulta fondamentale il rapporto virtuoso tra l’azione pubblica e la forte mobilitazione della migliore e più responsabile azione privata, che abbia caratteri effettivamente imprenditoriali e competitivi; caratterizzato in misura del tutto prevalente dal “costruire nel costruito” con alta qualità e costi ridotti.
Va quindi sostituita al più presto la legge n. 34/1992, concepita un quarto di secolo fa e che si è tentato di cambiare in ben tre legislature regionali senza riuscirvi!
I principali contenuti della riforma “urbanistica” possono-devono essere a nostro avviso i seguenti:
1. Centralità assoluta e preliminare della riduzione del rischio idrogeologico nella pianificazione del territorio e degli spazi urbani;
2. Restauro risanamento tutela valorizzazione dei patrimoni storico-culturali e dei paesaggi marchigiani;
3. Zero consumo di suolo, costruendo nel costruito;
4. Intervento normativo, giuridicamente sostenibile, sulle previsioni espansive non attuate degli strumenti urbanistici vigenti, applicando principi e metodologie della perequazione e della compensazione;
5. Estensione, manutenzione e realizzazione della città pubblica a partire da dotazioni di verde “ambientale”, pubblico e privato, le più vaste e diffuse possibili;
6. Efficientamento energetico e antisismico dei patrimoni edilizi;
7. Centralità dell’Area Vasta come unica dimensione possibile dei nuovi processi pianificatori e degli strumenti di governo del territorio attraverso il Piano Strutturale Intercomunale (Pisi);
8. Autonomia urbanistica dei comuni, quando aggregati, per tutte le trasformazioni locali, che non hanno effetti alla scala territoriale, tramite il Piano Operativo Comunale (Poc).
Fuori da questo quadro di principi generali e di opzioni culturali e politiche, su cui convergono ad esempio l’Istituto Nazionale di Urbanistica e tanta parte dell’associazionismo ambientalista, non resta che la conservazione più ottusa e interessata, avversaria del bene pubblico, abituata all’improvvisazione del caso per caso e alla piena discrezionalità, anche opaca, delle cosiddette “operazioni”.
Su questa proposta “La Città Futura” di Senigallia avvia il dibattito più ampio possibile tra istituzioni, forze politiche ed economiche, associazioni culturali e tutti i cittadini interessati; chiede la sottoscrizione di questo documento, rivolge alla Regione Marche la richiesta di avviare al più presto la necessaria procedura legislativa, partendo dal testo della precedente legislatura.
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