Una Commissione di inchiesta sulla morte di Pasolini
La VI edizione di Città Futura in Festa inizia con un omaggio a Pier Paolo Pasolini a 40 anni dalla sua tragica morte
Giovedì 24 settembre, alle 21,15, grazie alla collaborazione con l’associazione Lapsus, nella sala Mediateca della biblioteca comunale, verranno proiettati due cortometraggi di Pasolini: “La Ricotta” (1963) e “Che cosa sono le nuvole” (1968). Inoltre sarà presentato un video con una selezione di interviste a Pasolini, profetiche potremmo dire oggi, sull’omologazione della società dei consumi.
Grazie agli ospiti della serata, l’avvocato Stefano Maccioni e l’on. Serena Pellegrino, avremo modo di affrontare il caso non ancora risolto dell’uccisione dell’artista.
Non possiamo accettare che dopo quarant’anni dalla tragica morte di Pier Paolo Pasolini non si conoscano ancora con certezza i responsabili di quanto avvenuto quella notte del novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia, e che non sia stata fatta luce su quei tragici fatti.
Lo scorso maggio, il gip di Roma ha archiviato l’inchiesta sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini, morto all’Idroscalo di Ostia il 2 novembre 1975. Il giudice delle indagini preliminari, Maria Agrimi, ha così accolto la richiesta sollecitata dalla Procura nel febbraio scorso.
Eppure era stato raggiunto un risultato importante. Dopo che l’avvocato Stefano Maccioni, legale del cugino di Pasolini, era riuscito a rimettere in moto le indagini è stato chiarito che la notte dell’omicidio, insieme all’unico condannato Pino Pelosi, c’erano altri individui: profili genetici, ricostruiti attraverso analisi su tracce di sangue impossibili da effettuare all’epoca, che non hanno però consentito alcuna identificazione insieme ad altre valutazioni. Il GIP di Roma ha ritenuto di non poter proseguire.
“Non nascondiamo – ha commentato Stefano Maccioni, legale di Guido Mazzon, cugino di Pasolini ed unica persona offesa nel procedimento – una certa amarezza in relazione alle motivazioni addotte dal giudice a sostegno dell’ordinanza di archiviazione. Ancora una volta si è persa l’occasione per indagare sul vero movente di questo omicidio“. “La novità rispetto al passato è quella di aver riconosciuto la presenza di altre persone, oltre a quella di Pino Pelosi, sulla scena del crimine” ha aggiunto l’avvocato. La Procura, infatti, ha disposto una serie di accertamenti scientifici sui reperti grazie ai quali è stato possibile identificare cinque profili genetici però non attribuibili.
“E’ assolutamente scandaloso che oggi, dopo 40 anni dalla morte di Pasolini, il processo si concluda con un nulla di fatto, senza colpevoli e con una archiviazione. Come ucciderlo due volte” così ha dichiarato la deputata di Sel Serena Pellegrino commentando l’archiviazione. “Per questo ho presentato un proposta di commissione d’inchiesta parlamentare per accertare definitivamente, e in modo chiaro, la verità su quella notte del 1975. Lo dobbiamo a Pasolini” conclude Pellegrino.
Ci sono importanti verità ancora da scoprire e ombre su cui far luce, che da quel delitto serpeggiano nella storia italiani degli ultimi decenni e ci impediscono una chiara lettura di molti fatti drammatici e gravidi di conseguenze.
“Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno gli indizi.“, scriveva Pasolini in un celebre articolo sul Corriere della Sera, nel 1974. Un monito che ci impone di proseguire nella ricerca: lo dobbiamo a Pier Paolo Pasolini stesso, per non farlo morire due volte, visto che l’archiviazione delle indagini da parte della Procura di Roma in qualche modo è come una nuova e più pesante lapide sulla tomba di Casarsa del Friuli.
Pasolini rappresenta un’eredità culturale enorme per il nostro Paese, che Alberto Moravia ha descritto con celebri ed efficacissime parole: “una figura centrale della nostra cultura, un poeta che aveva segnato un’epoca, un regista geniale, un saggista inesauribile“.
A tutto questo va aggiunta la considerazione della sua lucida testimonianza politica e della sua acutissima capacità di individuare già molti anni fa quelle prospettive di crescita su cui purtroppo ci siamo messi a correre sempre più veloci, confondendo il progresso con lo sviluppo ad ogni costo ed omologandoci in un meccanismo forsennato di consumo e produzione che sta travolgendo noi stessi.
La Commissione bicamerale d’inchiesta proposta da Serena Pellegrino è rivolta, testualmente, ad “accertare definitivamente, e in modo chiaro, la verità su quella notte del 1975, soprattutto in relazione alle evidenti incongruenze investigative emerse nel tempo, ai collegamenti con la malavita comune romana, anche in considerazione della delicata materia – e “scomoda” per molti – sulla quale stava lavorando Pasolini prima di morire.”
L’omicidio Pasolini andrà dunque ad allungare quella serie di misteri italiani irrisolti?
L’auspicio è che la Commissione bicamerale possa essere avviata entro l’autunno. E’ una prospettiva possibile, visto che ad oggi oltre 60 parlamentari hanno sottoscritto la nostra proposta di legge: appartengono a vari gruppi – SEL, PD, Alternativa Libera, Socialisti, Area Popolare, FI – e condividono l’esigenza di non fermarci alle risultanze investigative.
La Città Futura Senigallia
//www.lacittafutura.info/
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!