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Musinf: gli otto fotografi italiani che stupirono il mondo

Successo per l'incontro con il fotografo Fausto Schiavoni

I fotografi italiani oggi

Nell’incontro con il fotografo Fausto Schiavoni al centro dell’attenzione è stata posta una copia di un documento ormai raro e di fondamentale importanza storica, appartenente oggi alla sua raccolta di appassionato amante e studioso della storia e delle tecniche fotografiche.

Si tratta del libro “Otto fotografi italiani d’oggi”. Con questo libro Giuseppe Cavalli si impose, nel 1942, all’attenzione del mondo fotografico italiano, aprendo la strada all’affermazione della fotografia come arte autonoma.

Nel libro appaiono come esempi estetici, didatticamente accompagnati da sintetiche schede delle tecniche esecutive, fotografie di Vincenzo Balocchi, Walter Faccini, Alex Franchini Stappo, Ferruccio Leiss, Ermanno Marelli, Mario Finazzi, Federico Vender e dello stesso Cavalli. Dal 1942 fino alla sua morte Giuseppe Cavalli indirizzò, forse anche dominò, la scena della critica fotografica italiana.

Cavalli, è stato il teorico della purezza dei “toni alti”, tanto che alcuni suoi detrattori erano usi dire ironicamente che dopo Cavalli poteva esistere solo il foglio bianco. La morte di Cavalli e la personale evoluzione, indussero anche i fotografi a lui più vicini a seguire strade autonome, portando infine anche alla conclusione dell’esperienza di quella che oggi è diffusamente conosciuta come “Scuola del Misa”. Nell’introduzione all’incontro il prof. Bugatti, direttore del Musinf, che con il figlio di Cavalli, Daniele, ha portato a termine la prima catalogazione dell’opera fotografica di Giuseppe Cavalli, ha fatto notare che “dalla considerazione che con l’obiettivo si può trasformare la realtà in fantasia, indispensabile e prima condizione dell’arte, Cavalli ha fatto conseguire la necessità di allontanare la fotografia con pretese di arte, da quanto considerava come il binario morto della cronaca documentaria”.

Cavalli ci teneva a precisare che “in arte il soggetto non ha nessuna importanza e che quello che soltanto importa è che l’opera, qualunque sia il soggetto, abbia o meno raggiunto il cielo dell’arte, sia bella o no”.

Proprio partendo da questi principi Cavalli attivò a Senigallia la fondazione del Gruppo Misa, che veniva considerato “la sua Scuola”. Il sodalizio senigalliese propose immagini a toni alti, attente al rigore compositivo. Critico appassionato e polemico, Giuseppe Cavalli scrisse molti saggi sulla fotografia, che furono pubblicati nelle principali riviste specializzate del tempo, come “Ferrania” e “Fotografi”.

Lo statuto dell’Associazione Misa data gennaio 1954. A segnare l’uscita dall’ambito provinciale fu una prima mostra, allestita a Roma presso la sede dell’Associazione Fotografica Romana. Alla rassegna parteciparono quasi tutti coloro che hanno legato il loro nome alla parabola di affermazioni, percorsa dall’associazione, oltre naturalmente a Giuseppe Cavalli, Vincenzo Balocchi, Paolo Bocci, Piergiorgio Branzi, Bruno Bulzacchi, Luciano Ferri, Ferruccio Ferroni, Mario Giacomelli, Francesco Giovannini, Adriano Malfagia, Guelfo Marzola, Giuseppe Moder, Bice De’ Nobili, Giulio Parmiani, Silvio Pellegrini, Lisa Ricasoli, Sandro Rota, Bruno Simoncelli. Nell’incontro di venerdì al Musinf il prof. Gianmario Raggetti, dell’Università di Ancona, ha interloquito con Fausto Schiavoni sia sui temi della documentazione fotografica storica, presentata dal fotografo e appartenente alla sua raccolta, sia sulle suggestioni del cromatismo delle ossidazioni, che caratterizzano la produzione fotografica recente di Schiavoni.

Numerosi sono stati i fotografi presenti all’incontro, tra cui, Giorgio Pegoli, che coordina il corso di fotogiornalismo, Alfonso Napolitano, Patrizia Lo Conte, Anna Mencaroni, Alberto Polonara, Stefania Ronchini, Marco Mandolini, Carlo Lovesio e Adriano Gamberini con la moglie, anche lei fotografa, di cui il Musinf presenterà un fotolibro in un prossimo incontro.

MUSINF
Pubblicato Mercoledì 9 settembre, 2015 
alle ore 11:59
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