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La comunità islamica di Senigallia chiede un luogo di culto per le funzioni religiose

Il consigliere Aminur si fa portavoce di un'istanza condivisa dai Giovani Democratici

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Onoranze Funebri F.lli Costantini
Islam, musulmani

Il consigliere comunale Rahman Aminur si è fatto portavoce di un’esigenza diffusa presso la comunità islamica locale: un luogo di culto grande a sufficienza da permettere il normale svolgimento delle funzioni religiose.


Come Giovani Democratici sosteniamo questa richiesta e siamo convinti che l’amministrazione comunale non la lascerà inascoltata.

Il nostro è uno Stato laico e nella stessa Costituzione si statuisce il principio di libertà religiosa. Principio che trova, fra le sue sfaccettature, il diritto ad avere un luogo adibito alle funzioni di culto.

Il riconoscimento dei diritti e l’affermazione di uguaglianza sono la strada maestra per l’integrazione e la convivenza. Destino opposto hanno invece quelle politiche – fortunatamente estranee alla nostra realtà locale – che mirano a creare cittadini di serie A e cittadini di serie B.

È nella diseguaglianza che trovano terreno fertile le incomprensioni, le tensioni, i contrasti.

Per questo ribadiamo che il riconoscimento dei diritti, oltre ad essere attuazione della nostra Costituzione fieramente democratica e laica, è altresì il modo vincente per affrontare le novità di un mondo in evoluzione. E che in evoluzione, a ben vedere, lo è sempre stato.

Damiano Priante, responsabile cultura, laicità e religioni  

-Foto di repertorio

Commenti
Ci sono 8 commenti
papero 2015-08-03 17:17:14
Andate alla mecca
O. Manni
O. Manni 2015-08-03 19:03:01
L'Art. 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sancisce per ogni individuo, oltre alla libertà di pensiero, coscienza e religione, anche la libertà di praticare il proprio culto in modo quantomeno dignitoso. Stipare dentro improbabili seminterrati e garage, degli individui che vogliono praticare i loro riti, come praticamente é accaduto fino ad ora, non ha nulla di dignitoso. Ne per questi, ne per chi é chiamato a rispettare i loro diritti umani, ossia le Istituzioni democratiche e laiche del nostro Paese. Cialtrone, oltre che disonesto intellettualmente ed eticamente, é colui che si oppone a questo diritto, appellandosi al fatto che in molti paesi islamici non sia possibile costruire chiese o altri luoghi di culto di altre religioni. Quantomeno perché prende come parametro e come esempio, paesi che volutamente ignorano la suddetta Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e non solo per ciò che riguarda la libertà di pensiero, coscienza e religione. Insomma, ritengo che i modelli di esempio è di virtù da seguire debbano essere i paesi che rispettano i diritti, non certo quelli che se ne fregano. Altrimeti é come mettersi al loro pari. Ancora una volta la parola chiave per la pacifica convivenza di tutti é LAICITÀ...Esatto contrario di IDENTITARISMO, sia esso di tipo nazionalista, religioso, sociale o culturale. Da qui però, il problema si sposta su altre questioni, molto più materiali. Ossia...CHI PAGA? Perché se é vero che per l'integrazione e la pacifica convivenza di tutti, le Istituzioni devono lavorare per il rispetto dei diritti umani, e per facilitare la costruzione di luoghi di culto decenti per tutti, altrettanto vero é che i costi per queste costruzioni e la loro gestione, non dovrebbero gravare sull'intera società, come accade oggi per la religione cattolica, privilegiata da concordati fascisti e politici suoi burattini che scrivono leggi (o le ignorano) su misura per essa. Questi oneri dovrebbero quantomeno gravare SOLO sulla comunità religiosa stessa, che é l'unica interessata, e che é l'unica che ne fruirà. Non si costruiscono ne chiese, ne moschee, ne templi vari con i soldi delle casse pubbliche...Sono invece i fedeli TUTTI e di TUTTE le religioni, che dovrebbero mettere le loro manine al portafoglio, e finanziare simili opere. Anche questo, in onore al Principio di Laicità.
Gnagnolo
Gnagnolo 2015-08-03 20:59:10
Credo in un tazza da tè orbitante attorno alla Terra. Voglio un luogo di culto e le quote dell'8x1000.
Ah, non siete d'accordo? Allora dimostratemi che il Cristianesimo e l'Islam sono più credibili.
Nello
Nello 2015-08-03 21:06:07
Fatte come fanno tutti: Trovarvi un locale e affittatelo. Anche altre confessioni fanno cosi, non chiedono niente gratis.
matteo 2015-08-03 21:42:30
Sono d'accordo sul diritto ad un luogo adeguato per praticare il loro culto, ma in che modo il comune dovrebbe attivarsi?
BlackCat
BlackCat 2015-08-04 12:27:03
Tutti i fedeli dovrebbero pagarsi di tasca propria i propri luoghi di culto: dai cristiani ai pastafariani. E comunque, finchè a qualcuno di da gratis e ad altri a pagamento, direi di estendere il diritto a tutti (pastafariani compresi!).
papero 2015-08-05 00:13:40
O.manni ma a forza di essere sempre accondiscendenti stiamo perdendo la nostra identità, renditi conto che x nn turbare le altre relugioni e pensieri stiamo annullando piano puano i nosyri idealismi, la nostra cultura e sopratutto le nostre radici se loro vengono da nou si devono adattare a noi e nn noi a loro, ci stanno mettendo i piedi in testa t remdi conto o no!!!!!!!
O. Manni
O. Manni 2015-08-05 03:50:29
Papero, é un tuo punto di vista. Ciò che non é un punto di vista e che non è applicabile in modo facoltativo, é la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la quale da VERA identità e dignità a tutta la nostra specie composta da tutti gli individui di questo pianeta. Quindi non si perde nulla, ma si guadagna in fratellanza e rispetto reciproco. Parlare poi di "nostra identità" (cultura, radici, ecc), mi lascia personalmente sempre un po perplesso...Mi si dimostri che gli italiani hanno una comune identità o cultura o radici, magari potrei anche prendere la cosa sul serio. Ma non vi é nulla o quasi che accomuna, per esempio un friulano ad un siciliano, o un sardo ad un veneto o un piemontese. Quindi di quale identità vogliamo parlare? Anzi...Soprattutto gli italiani, hanno radici e culture profondamente diverse tra loro. Quindi quella della perdita di una "nostra identità", é un'argomentazione abbastanza insostenibile, oltre che discutibile. Altre nazioni occidentali hanno parecchie culture diverse di provenienza. Si pensi agli americani, ai francesi o agli inglesi...Non mi sembra che si facciano problemi a garantire diritti o la libertà di culto, come ce li stiamo facendo noi, e di sicuro non si arrampicano maldestramente sulla storiella della "nostra identità". Piuttosto la Francia ha fatto della propria laicità un dovere, e gli americani hanno inserito il non finanziamento dei culti e delle religioni, addirittura nel primo emendamento della loro Costituzione (!)...Segno che i popoli che partivano dall'Europa e andavano a cercare fortuna in America, avevano ben chiaro con chi avevano a che fare, sin dall'inizio. Allo Stato la sfera pubblica, cioè rispettosa e neutrale nei confronti di tutti. Alla religione, la sfera privata di ogni individuo che aderisce liberamente ad essa. I problemi, non é un caso, sorgono sempre quando le due cose si mischiano, o una delle due sfere invade il campo dell'altra. Per il resto, fissate le regole di convivenza civile, ferree e valide per tutti, difficilmente i cittadini X possono mettere i piedi in testa ai cittadini Y, o viceversa. Basta non avere paura dell'altro reciprocamente, e mostrargli lo stesso rispetto che lui deve a te...In modo fraterno, appunto.
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