Disavanzo di 6 milioni di euro a Senigallia. La soluzione? Aumentare le entrate
Il M5S denuncia: riaccertamento sottoposto tardi al consiglio; imu, tasi e irpef salgono al massimo
Dopo l’insediamento del Consiglio Comunale avvenuto il 22 giugno scorso, alla prima conferenza dei capigruppo, tenutasi in data 7 luglio 2015, l’assessore al bilancio Gennaro Campanile ha parlato, per la prima volta, dell’esistenza di un disavanzo tecnico di oltre 6 milioni di euro, dovuto al fatto che il legislatore chiede ora di procedere ad un riaccertamento in via straordinaria dei residui attivi e passivi.
La dirigente dell’area organizzazione e risorse finanziarie ha spiegato che il nuovo metodo di tenuta di contabilità “armonizzata” è ora obbligatorio ed ogni Comune deve inserire questo sistema di contabilità che prevede, secondo il principio della competenza finanziaria, che le spese o le entrate siano contabilizzate in un periodo molto più vicino alla fase finale del processo, cioè più prossimi alla movimentazione di cassa.
Questo consente di:
– conoscere i debiti/crediti effettivi;
– evitare l’accertamento di entrate future incerte;
– evitare la creazione di avanzi artificiosi;
– rafforzare la programmazione di bilancio.
Abbiamo, però, anche appreso che questi nuovi principi di armonizzazione dei sistemi contabili, pur resi obbligatori ora, sono previsti dai D.Lgs.91 e 118 del 2011, e da ciò sembra appaia una grave responsabilità dell’amministrazione comunale uscente e del sindaco nel non avere ottemperato a tali principi fin da subito, ma avere posto in essere, al contrario, un bilancio estremamente distante dal “principio della competenza finanziaria potenziata”.
Il sindaco si è fatto vanto di questo bilancio, in particolare dell’avanzo di bilancio di 6 milioni di euro risultante dal rendiconto 2014 approvato il 29/04/2015 e vi ha condotto tutta la sua campagna elettorale, dichiarando virtuoso il Comune di Senigallia da lui amministrato.
Ma mai ha fatto cenno, il Sindaco, del riaccertamento deliberato dalla Giunta il giorno successivo, il 30/04/2015, da cui emergeva un disavanzo speculare di oltre 6 milioni di euro.
Chiunque abbia delle pur minime basi di conoscenza in tema di analisi di bilancio degli Enti Locali sa che anche un avanzo di amministrazione può indicare uno squilibrio della gestione finanziaria, in particolare quando tale avanzo sia eccedente il 5% delle entrate correnti, in quanto rileverebbe una incapacità di impiegare le risorse finanziarie disponibili. Risorse in realtà non esistenti, nel nostro bilancio, visto poi l’esito del riaccertamento, che ha svelato, invece, una voragine nel bilancio corrente, ossia una eccedenza dei residui passivi sia sul fondo cassa che sui residui attivi.
C’è da chiedersi allora se sulla base dei nuovi principi contabili dovremmo allora considerare artificioso l’avanzo risultante dal rendiconto deliberato il 29 aprile?
Secondo quanto dichiarato dalla dirigente di area alla conferenza dei capigruppo il riaccertamento diviene obbligatorio con atto da approvare in Consiglio Comunale entro 45 giorni dall’accertamento straordinario dei residui attivi e passivi avvenuto con atto di Giunta N. 97 del 30/04/2015. Da qui si rende necessaria una ulteriore censura da muovere all’amministrazione per il fatto che il riaccertamento non sia avvenuto in sede di rendiconto, che tale atto “armonizzato” ai nuovi principi contabili non sia stato posto all’approvazione del Consiglio uscente, ma sia invece stato sottoposto già scaduto all’approvazione del nuovo Consiglio con preavviso ai Consiglieri di appena 5 giorni per la sua “digestione”.
Ma le novità non sono purtroppo finite qui.
Infatti in commissione bilancio, tenutasi in data 22 luglio, è stato relazionato dalla dirigente di area il bilancio di previsione relativo all’esercizio 2015, premettendo quelle che sono le regole tecniche che un bilancio deve rispettare e l’obiettivo che pone il Ministero per l’anno corrente che è un saldo-obiettivo di + € 3.259.771,00 tra entrate e spese correnti. Obiettivo che, è stato spiegato, non sarebbe comunque raggiungibile nemmeno se ipotizzassimo una parità di entrate correnti e di spese correnti rispetto al 2014, in quanto andremmo in squilibrio di bilancio di previsione di – € 1.142.791,62.
Inoltre, sulla base di una serie di simulazioni nel 2016 il mancato equilibrio diventerebbe di – € 4.611.000,00, così come nel 2017.
A questo punto interviene la soluzione tecnica per rientrare, ossia aumentare le entrate correnti. L’unica manovra possibile che l’amministrazione ha ritenuto di poter fare allo stato attuale è stata quella di portare al massimo le aliquote su imu/tasi con un recupero di € 860.000,00 e di portare l’addizionale irpef a 0.8×1000 con un abbassamento della soglia di esenzione a € 11.000,00 (rispetto ai precedenti € 15.000,00), con un ulteriore recupero di € 1.787.000,00.
A conclusione della relazione la dirigente ha concluso dicendo: “Con questa manovra fiscale il bilancio è a posto“. E noi ci permetteremmo di aggiungere: “Ed i cittadini ringraziano!“
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