Pinocchio arriva a La Fenice di Senigallia: “Preparatevi ad emozionarvi”
Intervista con il burattino più famoso del mondo (Manuel Frattini) e a Geppetto (Roberto Colombo)
Ci siamo quasi, “Pinocchio Il Grande Musical” sta per sbarcare sul palco del Teatro La Fenice a Senigallia. Nelle serate del 24 e 25 luglio lo spettacolo scritto da Saverio Marconi e Pierluigi Ronchetti, con le musiche di Dodi Battaglia, Red Canzian e Roby Facchinetti e liriche di Stefano D’Orazio e Valerio Negrini sarà in scena sulla Spiaggia di velluto.
Quella che è stata definita non a caso “La più grande produzione italiana di sempre” si prepara a conquistare grandi e piccini. Uno spettacolo che sintetizza la cultura, la creatività e l’identità italiana: il personaggio immortale di Pinocchio è infatti senza dubbio uno dei più famosi al mondo, nato dalla penna di Collodi ( il secondo libro più venduto dopo la Bibbia!) e rappresentato in centinaia di forme artistiche, dalla letteratura ai film, dalla musica ai videogiochi, fino a dare il nome ad un asteroide (Pinocchio 12927). Alla vigilia della messa in scena abbiamo avuto la fortuna di raccogliere le impressioni di Manuel Frattini, colonna della Compagnia della Rancia e del musical Italiano che si calerà nei panni del burattino più famoso del mondo e quelle di Geppetto, interpretato da Roberto Colombo.
Ecco l’intervista doppia:
Raccontaci la versione di Manuel Frattini del burattino più famoso del mondo
Manuel Frattini: Pinocchio è una storia che si rinnova, un personaggio che cresce ma che mantiene immutata la sua carica emotiva; sicuramente un personaggio con moltissime sfaccettature, è curioso, è sorpreso, è frivolo ma allo stesso tempo con un lato profondo ed estremamente emozionale. Mi piace sottolineare che il mio Pinocchio si discosta un po’ da quello che ho conosciuto nelle fiabe da ragazzino, personaggio che peraltro non amavo moltissimo: una storia fatta di divieti “Non fare questo… non fare quello…” percezione che cambiata una volta che sono salito sul palco per diventare burattino; oggi essere qua ad interpretare Pinocchio è una cosa meravigliosa!
Pinocchio Il Musical è uno dei pochi spettacoli musicali ad aver varcato i confini nazionali: cosa ti ricordi delle trasferte in USA e Corea?
Manuel Frattini: Una soddisfazione enorme: portare un musical interamente italiano all’estero ed essere accolti come delle rock star è qualcosa di difficile da descrivere a parole. Mi ricordo a Seul una folla da stadio che ci acclamava anche se l’immagine più vivida al riguardo è quella legata agli spettacoli negli Usa; era dai tempi di Rugantino, circa 46 anni, che una produzione italiana non veniva messa in scena negli stati Uniti con un riscontro veramente memorabile.
Cosa devono attendersi gli spettatori che verranno al Teatro La Fenice per vedere il vostro show?
Manuel Frattini: Emozioni in primis. Pensando alla storia di Pinocchio si può erroneamente pensare che si tratti di una storia per bambini, ma non è così; è un’occasione per rispolverare valori come la famiglia, gli amici e per certi versi credo sia terapeutico.
Nonostante vi conosciate da tantissimi anni e da altrettanto tempo militate nella Compagnia della Rancia, questo è il primo spettacolo insieme: com’è lavorare con Manuel Fratini, per di più in un ruolo così contiguo?
Roberto Colombo:Una grandissima soddisfazione: quando ho mosso i primi passi nella Compagnia della Rancia era il 2003 ma non venni preso per Pinocchio; vedendo e conoscendo Manuel Frattini ho espresso più volte il desiderio e la volontà di poter dividere il palco con lui. Inutile dire che Pinocchio è stato il coronamento di un sogno, ancora più vestendo i panni di un personaggio così profondo e complesso come quello di Geppetto.
Che personaggio è il tuo Geppetto?
Roberto Colombo:Un personaggio sicuramente introverso, per certi versi un po’ ‘orso’ che è schiacciato dai doveri, dal lavoro e che, imprigionato in questa maschera austera, non sempre riesce ad esprimere il profondo amore che lo lega al personaggio di Pinocchio. Un personaggio che ha comunque una sua evoluzione che vede aprire più di una breccia in questa maschera in cui si intravede la parte più emozionale, vulnerabile e sensibile.
Qual è il messaggio che vorresti arrivasse al pubblico?
Roberto Colombo: Che bisogna ascoltare il cuore: credo che sia questo il ‘filo invisibile’ che lega questa storia; e soprattutto non perdere mai la capacità di emozionarsi e di riscoprire valori preziosi come la diversità, l’amicizia e la famiglia: temi che sarebbe bene non dare mai per scontati nella vita di tutti i giorni.
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