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Truffe ai turisti, c’è anche la tassa di soggiorno a confondere le idee

Vacanzieri raggirati per modeste cifre da versare però direttamente al gestore della struttura ricettiva

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L'estate al mare di Senigallia, spiaggia di velluto

Tra le truffe che vengono perpetrate ai danni di ignari turisti nel periodo estivo c’è anche una new entry: quella della tassa di soggiorno chiesta da finti addetti comunali. E’ quanto capitato, infatti, a Senigallia a dei vacanzieri raggirati da alcune persone munite di un finto tesserino da dipendente dell’ente pubblico locale.

Il raggiro è semplice: anziché far la coda agli uffici comunali per pagare l’imposta di soggiorno, il malvivente si presenta come incaricato dal Comune al ritiro di quella piccola somma, compresa solitamente tra i dieci e i venti euro. Un servizio quasi utile se non fosse che il Comune di Senigallia non ha mai autorizzato nessuno a ritirare i soldi direttamente dagli ospiti della spiaggia di velluto. Anche perché il contributo d’imposta per il soggiorno va versato direttamente al gestore della struttura (che sia un hotel o un campeggio o un appartamento privato) che provvede al versamento all’ente comunale.

Un truffa, di modesta entità, non nuova in verità in altre località turistiche, di cui spesso le forze dell’ordine mettono al corrente durante i vari incontri con i cittadini su sicurezza e prevenzione, ma che evidentemente ancora deve fare il “giro” della città.

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