Vigor Senigallia: Mandolini, “una colpa? Non aver saputo parlare alla città”
"Ho dedicato tempo e soldi alla società. In giro tanto disinteresse": e il 21 luglio si avvicina
Mentre si avvicina la data fatidica del 21 luglio, termine ultimo per iscrivere la squadra a un campionato regionale e non vedere terminare una storia lunga 94 anni, il presidente uscente della Vigor Senigallia Valentino Mandolini, si toglie qualche sassolino dalle scarpe e traccia un bilancio di 12 anni di presidenza.
“Ho fatto degli errori – spiega Mandolini, da tempo ritenuto dai (pochi) tifosi rimasti il principale responsabile della crisi societaria – e se devo rimproverarmi una cosa, mi rammarico soprattutto per non essere riuscito a parlare alla città, a farle capire che per l’attività svolta soprattutto sui giovani, la Vigor avrebbe meritato più interesse e aiuti”.
“La realtà – sottolinea ancora il dirigente – è che però la città si è dimostrata completamente disinteressata o quasi. Tranne pochissime eccezioni che posso soltanto ringraziare, né tra il mondo associativo, né tra l’imprenditoria, c’è stata attenzione. In ogni modo, io e i dirigenti che si sono succeduti in questi ultimi anni, abbiamo cercato aiuti, trovando come risposta soltanto chiacchiere. Il mio impegno non è stato mai banale, né a livello economico né di tempo dedicato“.
Mandolini non fa polemica, ma è evidente che pure dall’amministrazione comunale si aspettasse una presenza più concreta, pensando a quanto avvenuto per esempio a pochi km di distanza, a Pesaro, “dove le cose sono andate diversamente e il Comune ha avuto un ruolo di primo piano spingendo per la fusione tra la Vis, appena retrocessa in Eccellenza, e il Vismara”: fusione, ufficiale dal mese di giugno, ritenuta un passo decisivo per rilanciare il calcio pesarese.
-Nella foto nel testo il quasi centenario atto di fondazione della società
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