Il presidente Valentino Mandolini, dopo dodici anni alla guida della Vigor Senigallia, annuncia di farsi da parte ed ora la società rossoblù rischia seriamente di scomparire.

Ad comunicarlo è lo stesso dirigente: la situazione, precaria da anni, è diventata ormai insostenibile. Al budget prossimo allo zero ed alle passività, si aggiunge una dirigenza che ormai è composta proprio dal solo Mandolini: “mi faccio da parte – spiega – perché così non si può più andare avanti. Non ci sono più le risorse economiche nemmeno per far fronte alle spese ineludibili, come il costo delle visite mediche e delle divise, ed io sono rimasto solo. Non posso essere in grado di gestire tutti gli aspetti di una stagione in completa solitudine”.

“È stata fatta la domanda di ripescaggio in Eccellenza, per il quale i costi di iscrizione sono simili a quello di Prmozione, ma se al 21 luglio, data limite per formalizzare l’iscrizione stessa ai tornei regionali, non ci saranno state novità, la Vigor rinuncerà”, aggiunge in maniera ancora più netta.

Già in passato la società vigorina aveva chiesto aiuti ma stavolta la situazione è diversa perché Mandolini ribadisce di non poter più andare avanti e si fa da parte.

Il momento è difficile, ma potrebbe anche segnare una rinascita per il calcio locale, come spiega lo stesso presidente: “se davvero Senigallia tiene alla Vigor questo è il momento di dimostrarlo – sottolinea -. Il Comune sa già della mia decisione mentre per quanto riguarda le passività queste in gran parte pesano sulle persone mentre quelle sul club non sono tali da pregiudicarne l’attività. Un punto è certo: se la situazione rimane questa la Vigor non può fare alcun campionato”.

La mancata iscrizione comporterebbe la fine della società rossoblù dopo 94 anni di vita ed anche della gestione degli stadi comunali Bianchelli e Saline, grazie alla quale – precisa Mandolini – “il Comune risparmia 120.000 euro all’anno, con evidente vantaggio per la collettività”.

Stavolta si è davvero a un punto di non ritorno.