Orti del Vescovo: “se la città è di tutti, perché non viene coinvolta?”
Da Senigallia Bene Comune critiche e alcune domande che attendono "risposte concrete"
L’avvio del progetto denominato “Orti del Vescovo” ha originato una selva di polemiche tra cui è difficile distinguere quelle fondate da quelle più sterili e strumentali.
A nostro avviso la riqualificazione architettonica e vegetazionale di piazza del Duomo è da vedersi come una cosa positiva dal punto di vista del bene comune. Quello che lascia molto perplessi è la solita modalità elitaria di progettare interventi di grande impatto sulla città. È stato così per piazza del Duca, la complanare, per il Porto-Darsena e per l’Arena Italia.
Ma se la città è di tutti, un ritornello scritto ovunque sui manifesti elettorali, non sarebbe stato auspicabile un coinvolgimento maggiore della cittadinanza e dei soggetti a cui, a vario titolo, sta a cuore lo sviluppo della città?
Quand’anche fosse rispettata la forma, attraverso la pubblicazione all’albo pretorio del progetto per consentirne le osservazioni, altrettanto non si può dire che sia stata rispettata la sostanza: ovvero consentire la partecipazione effettiva dei cittadini.
Bene la riqualificazione della piazza, ma chi è il committente? Il Sindaco? Non sono forse i cittadini?
Certo che un tale coinvolgimento richiede tempo ed energia, come è certo che non possono i comuni cittadini esprimere valori tecnici, ma i processi di condivisione delle scelte sono ormai ineludibili. La politica che non comprende questo e che continua a imporre scelte dall’alto, confondendo la responsabilità con l’autoritarismo, è destinata a fallire perché sempre più lontana dai cittadini. Il numero crescente di cittadini che anche a Senigallia rinuncia a votare sta a dimostrare proprio questo. Con un coinvolgimento preventivo della popolazione ci sarebbero più critiche costruttive e meno polemiche sterili. Invece tramite veloci conferenze stampa il messaggio che arriva è: “noi sappiamo quello che è il bene per la città, fidatevi di noi”. I confronti e i dibattiti arrivano sempre dopo, quando ormai tutto è stato deciso.
Allora vogliamo porre alcune domande per capire e chissà magari contribuire a migliorare la riuscita del progetto.
Il punto di forza di questo progetto è stato più volte indicato nella realizzazione di 37 appartamenti che saranno destinati per 25 anni a locazione a canone sociale: il limite dei 25 anni non è troppo breve a fronte di 3 milioni circa di finanziamento pubblico?
Nell’ordinanza n. 329 del 12/06/2015 del Comandante dei Vigili Urbani si legge “che la ditta Alberia s.n.c., ….., dovrà, per conto del Comune di Senigallia, eseguire i lavori di abbattimento delle alberature presenti sulla parte rialzata della piazza G. Garibaldi, funzionale al successivo intervento di riqualificazione della piazza”: quale atto amministrativo ha autorizzato l’abbattimento degli alberi?
Con quale provvedimento è stato autorizzato l’inizio lavori di riqualificazione della piazza?
Chi è il soggetto che eseguirà detti lavori?
E’ vero che ancora manca il bando per la gara d’appalto sia della piazza che dell’isolato?
Come è possibile aver dato inizio ai lavori senza aver aggiudicato l’appalto dei lavori stessi?
E’ vero che sono previsti numerosi posti auto interrati (circa 60) a ridosso di via Cavallotti (lato fiume) in piena zona ex R4 deperimetrata per iniziativa dell’allora Assessore Mangialardi (per inciso il ponte Garibaldi ed il lungo portici sono ad oggi classificati R4)?
E’ vero che entro dicembre 2015 la Regione rivedrà i perimetri delle zone R4, ricomprendendo anche l’area interessata dai lavori (si ricorda alla città che sino al 2004 tutta l’area dal ponte Garibaldi sino alla Cattedrale era perimetrata zona R4)? Quanto avvenuto il 3 maggio 2014 è già stata dimenticato?
E’ vero che la gara per i lavori dell’isolato dovrà essere a carattere europeo?
E’ vero che c’è una reale possibilità di trovare reperti archeologici durante gli scavi e che potrebbero di fatto, mettere a rischio tutto il progetto, generando contenziosi con la Soprintendenza?
La normativa prevede una compensazione degli alberi abbattuti con un numero doppio di alberi da piantare. Quali caratteristiche avranno i 132 nuovi alberi? dove saranno messi a dimora? con quali modalità? da quale soggetto? e soprattutto, in che tempi?
Saranno rispettati gli orientamenti del piano strutturale del verde, che prevedono una importante riduzione dell’impermeabilizzazione della superficie della piazza del Duomo?
Quali misure saranno prese per proteggere le piante nuove dalle stesse azioni antropiche che hanno contribuito al deperimento dei lecci?
Il progetto definitivo prevede il mantenimento di aree parcheggio o esse sono provvisorie?
Poniamo queste domande in ottica costruttiva, ci attendiamo risposte concrete e chiarificatrici nell’interesse comune.
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