Continuiamo a seguire con attenzione il caso Grecia che si sta sempre più rivelando la bussola geo-politica dei mercati finanziari europei, uno dei market mover principali.

Nella giornata dell’11 giugno 2015 è successo di tutto. L’agenzia di rating S&P ha infatti declassato la Grecia ad un livello CCC- facendo capire di attendere il default entro la fine dell’anno. Per l’agenzia si tratta del terzo downgrade annuale nei confronti della penisola ellenica. Ciò che ha portato a questa decisione sono stati i continui rinvii nelle date di scadenza dei pagamenti; per S&P questo è infatti segno che la Grecia dà più priorità alla spesa nazionale che agli obblighi internazionali.

Incredibilmente però, per buona parte dalla giornata le borse hanno avuto segni positivi. Galvanizzate dalle notizie riguardanti l’eurogruppo (che aveva annunciato che si avrà tempo per l’accordo fino al 16 giugno) e dalla “buona” performance del giorno precedente le borse hanno avuto segnali positivi con Atene che si è addirittura resa autrice di un +7%. Ogni previsione positiva è però decaduta a fine giornata.

Il Fondo Monetario Internazionale ha infatti annunciato improvvisamente che i propri delegati inviati al tavolo delle trattative di Bruxelles stavano tornando a Washington. Dietro a questa inattesa decisione sono chiaramente leggibili i malumori legati al “gioco d’azzardo del premier greco Alexis Tsipras” che ha continuato a contrattare senza mai accettare le richieste dei debitori riguardanti bilancio e sistema pensionistico.
Ora la Grecia di Tsipras dovrà dare segnali forti e dimostrare di volere l’accordo perché, come ha detto il presidente della Bundesbank Weidmann, “il rischio di fallimento sta aumentando giorno dopo giorno”.