Il preside Lucio Mancini va in pensione: il saluto agli alunni del Medi di Senigallia
"Mi avete dato positività. Ragazzi, ciò che potete realizzare oggi, non rimandatelo a domani"
Cari studenti, care studentesse,
con questo anno scolastico si conclude la mia lunga, faticosa, meravigliosa esperienza umana e professionale nella scuola pubblica di ogni ordine e grado.
Ma è soprattutto in questo Liceo che ho vissuto per tanti anni la dirigenza di una scuola, cui ho dato molto e che mi ha dato tanto.
Non eravate ancora nati quando venni a presiedere il “Medi”, la scuola non aveva ancora un suo plesso scolastico e le classi erano ospitate in un vecchio edificio di civile abitazione nel centro storico.
Il plesso attuale è stato una lunga, laboriosa conquista presso le Amministrazioni competenti fino alle ristrutturazioni di questi giorni, con le quali cerchiamo di renderlo sempre più sicuro ed ospitale. Sappiate rispettarlo.
Trovai però in questa scuola tante energie sul piano didattico che andavano liberate, tante potenzialità che andavano valorizzate.
E così l’Istituto è cresciuto, quasi raddoppiato nel numero delle classi e degli alunni frequentanti.
Sono migliorati la visibilità esterna ed il suo prestigio a livello regionale e nazionale, per merito soprattutto dei molti, bravi, in alcuni casi eccezionali studenti che vi hanno preceduto, i quali hanno saputo tenere alto il nome del Liceo e che ora ricoprono ruoli importanti nella società, nell’ambito della ricerca universitaria e nelle professioni.
A voi, che siete il futuro del Liceo, raccomando di essere volitivi, determinati, tolleranti.
Il percorso della conoscenza è arduo, la cultura è una difficile conquista, ma è ciò che permette di realizzare in modo più completo la propria umanità.
Gli anni del Liceo sono quelli in cui si struttura la personalità, non sprecateli; ciò che potete realizzare oggi, non rimandatelo a domani.
Sappiate chiedere tanto ai vostri professori nel quotidiano vivere insieme, sappiate interagire a tutto tondo con loro: è una situazione formativa privilegiata quella presente, irripetibile negli anni dell’università.
La civiltà dei rapporti interpersonali, (una volta si diceva “la buona educazione”), connoti sempre il vostro vivere. Ogni uomo, ogni donna ha un suo inconfondibile, inimitabile, peculiare patrimonio di positività. Sappiate riconoscerlo sempre.
Vi ringrazio per la “positività” che mi avete trasmesso, per le soddisfazioni che mi avete dato, per le preoccupazioni che mi avete trasmesso (per quanto mi è stato dato di conoscere, vi ho avuti tutti nei miei pensieri), insomma per la vita trascorsa insieme.
Il mio saluto si sostanzia nell’auspicio che possiate realizzare al meglio il vostro progetto di vita.
Ciao, ragazzi.
Lucio Mancini
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