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Vasche di espansione del fiume Misa: “cronaca di un delitto annunciato”

La posizione del "Comitato a difesa del territorio Area agricola di compensazione idrica località Brugnetto"

Alluvione a Senigallia: la valle del Misa allagata

Prendiamo a pretesto Gabriel García Márquez, per parlare, ancora una volta delle vasche di espansione, più propriamente dell’Area agricola di compensazione idrica località Brugnetto.

In questi tanti anni, 30 per l’esattezza, i proprietari dei terreni e abitazioni interessati e un comitato di cittadini, hanno provato in tante occasioni a spiegare ed evidenziere le criticità e pericolosità dell’opera. Poco ascoltati quando non considerati dei “rompiscatole” che pensano solo ai loro interessi. Proviamo a fare un’altra volta chiarezza.

Abbiamo sempre pensato che gli invasi possano essere una buona cosa per trovare una soluzione al problema inondazione di Senigallia e del territorio a patto che:
1) siano veramente efficaci,
2) siano il meno impattante dal punto di vista dell’ambiente;
3) non creino nuovi gravi problemi o pericolosità agli abitanti dell’area interessata.

In tutto il periodo, dall’inondazione di Senigallia del 3 maggio 2014 fino ad oggi, alla grave situazione che si è venuta a creare che ha portato lutti, danni materiali e continua paura per la possibilità del ripetersi degli eventi, si è avuta una risposta, come panacea di tutti i mali: “fare le vasche”. Questo è frutto di cattiva informazione e credo, in alcuni casi, malafede e speculazione politica. Dare una risposta per “rassicurare” i cittadini “stiamo facendo la cosa giusta per mettere in sicurezza Senigallia”.

È davvero giusta? Completata l’opera, Senigallia sarà al riparo dalle inondazioni? Noi diciamo no, ma non siamo i soli: gli stessi estensori del progetto dicono nella relazione che le vasche avrebbero “notevoli benefici“ sulla città. Per capire i reali benefici, ingegneri idraulici e geologi da noi consultati sostengono che occorrerebbero almeno altre 4 vasche della stessa capienza per avere effettivi benefici. Noi, da sempre, chiediamo uno studio preliminare serio sulla situazione reale di tutto il bacino della Valle del Misa.

Vorremmo un progetto che tenga conto delle peculiarità, delle trasformazioni in atto del bacino, di studi dettagliati costi benefici e successivamente proposte di opere da eseguire. Ma perché si è arrivati a questo punto con una unica ipotesi che alla luce degli studi fatti da esperti da noi consultati risulta parziale, poco sostenibile ed anche pericolosa? Abbiamo visto in questo ultimo periodo la foce del canale quasi completamente interrata, da studi della Regione di una decina di anni fa risultava come prioritario il rifacimento dei ponti della città portandoli ad una sola campata, la manutenzione costante dell’alveo del fiume e dei canali e fossi affluenti sono imprescindibili per la messa in sicurezza del fiume ma, di questi aspetti, non se ne parla o se ne parla poco e con poco approfondimento. Ora si fanno le opere tampone sui tratti di argine aperti dall’alluvione.

E gli argini restanti? Quale è il livello della loro tenuta strutturale? Tra l’altro nella rottura più importante nei pressi di Bettolelle, di 80 metri circa, non è stato fatto nessun intervento consolidativo, la voragine del Fosso del sambuco è a tutt’ora come un anno fa. Si potrebbero definire rattoppi più che un opera reale di bonifica; in effetti la superficialità di valutazione è un atteggiamento consolidato tanto che, nella relazione geologica del progetto degli invasi di circa 10 anni fa, si sosteneva che gli argini del fiume Misa erano strutturalmente a posto (Geologo Marcello Principi). Un altro aspetto importante di criticità del progetto è lo stato di pericolosità in cui verrebbe a trovarsi l’abitato di Bettolelle e Brugnetto: in sintesi il restringimento dell’alveo da 80 a 18 metri produrrebbe un innalzamento del livello dell’acqua a monte dell’opera di presa che potrebbe provocare rotture più consistenti degli argini e allagamenti biblici dei centri abitati; l’enorme rottura dell’argine se fosse avvenuta a opera degli invasi completata, sarebbe stata ostacolata dalla barriera prodotta dagli argini dell’invaso con effetti devastanti su tutta l’area circostante e a monte.

Ma tant’è: anche dalle dichiarazioni che si susseguono in questi giorni preelettorali, la vasca si deve fare e basta! Se funziona poi si vedrà. Si usano i nostri soldi a nostro avviso in maniera sbagliata. Ricordiamoci dei precedenti: degli 8 miliardi spesi per la fertirrigazione mai entrata in funzione ed anche quella pericolosa per la salute dei cittadini.

Se questo è l’inevitabile sviluppo è giusto richiamare il titolo di questa lettera: – cronaca di un “delitto” annunciato –
un “delitto” nei confronti dell’ambiente per un’opera insostenibile nella gestione, nei costi,
un “delitto” nei confronti dei contribuenti che sostengono questi costi senza avere degli effettivi e consistenti benefici,
un “delitto” all’informazione, facendo passare per un’opera risolutiva quando non lo è neanche per i progettisti,
un “delitto” o meglio danni a cose e persone quando non “omicidi colposi” che le future inondazioni potrebbero provocare nei centri abitati a ridosso dell’invaso
un “delitto” nei confronti di una possibile gestione consapevole e partecipata dei cittadini,
un “delitto” nei confronti dei cittadini proprietari delle aree interessate, penalizzati e privati di aree agricole ed edifici con indennizzi risibili.
Sembra che tutto sia deciso, che nessun dubbio possa esserci, che il responsabile dell’Autorità di Bacino, che è anche uno degli estensori del progetto (sic!) non veda le criticità come non le vede l’ingegnere idraulico responsabile.

Non sappiamo quando ci sarà una prossima alluvione, speriamo mai, ma senza voler fare le Cassandre, visto la copiosità, la frequenza e la quantità delle precipitazioni in questi ultimi anni, visti i cambiamenti del clima, pensiamo che eventi come quello del 3 maggio 2014 possano presto ripetersi. Vogliamo ricordare sia ai tecnici che agli amministratori di avere sulle proprie coscienze la responsabilità di questi molto probabili “delitti annunciati” sperando che siano solo sotto metafora e che riescano, loro, a dormire tranquilli.

da Comitato a difesa del territorio
Area agricola di compensazione idrica località Brugnetto

Commenti
Ci sono 3 commenti
leofax 2015-05-30 11:58:39
Sono completamente d'accordo con il comitato per i seguenti motivi: Fare una vasca di espansione nell'unica pianura fertile nella zona ad ovest della città, per un evento che potrebbe capitare tra un giorno o fra alcuni anni è solo follia. In secondo luogo, non risolverebbe il problema delle piene, perchè le acque che scendono dal Misa e Nevola, in quel luogo avrebbero già preso velocità, vanificando l'opera stessa. L'unico progetto che a parere del sottoscritto, risolverebbe il problema alla radice, è un canale scolmatore che parta dalla località di Casine di Ostra fino a Passo Ripe, lungo la strada che collega le due località. Nell'innesto di questo, i due fiumi (Misa e Nevola) dovrebbero essere dotati di paratie mobili per riempire lo stesso. Successivamente si potrebbero avere delle piene controllate nel periodo di minor emergenza. Come si noterà, l'opera sarebbe localizzata prima della confluenza dei due fiumi. Dal canale scolmatore fino alla foce, il Misa sarebbe alimentato solo dai fossi minori, non creando nessuna spinta distruttrice nei confronti degli attuali argini. Un'ultima considerazione importante, è che dove si trova il canale, terminano le colline, che in maniera indiretta, dovuta alla differenza di altimetria dove sono le sorgenti, contribuiscono alla velocità dell'acqua. Leonardo Maria Conti
Michele- 2015-05-30 14:20:44
Sono completamente contrario. Le vasche di espansione sono l'unica opera che può mettere in sicurezza la città di Senigallia. Certo se nel corso di questi 30 anni avessero fatto qualcosa invece di pagare le indennità per servitù di alluvionamento .....forse non saremmo a questo punto. Ma ognuno pensa ai suoi interessi no?
Alberto Diambra
Alberto Diambra 2015-05-31 11:18:15
Il comitato PEEP MISA e favorevole all'autore dell'articolo e vuol evidenziare che sono 10 anni che denuncia ed espone le problematiche idrogeologiche del fiume Misa senza alcun risultato.Il fiume Misa è divenuto un fosso il cui letto sta oltrpassando gli argini e,ci si chiede, dove dovrà scorrere la piena. La "BOMBA D'ACQUA " è una buona scusante per azzerare massacro del territorio ,convenienze politiche,abusi ed omissioni!
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