Alluvione, prima il risarcimento e la messa in sicurezza del fiume Misa
Senigallia Bene Comune: "Poi riconoscere gli errori e le omissioni di atti dell'amministrazione comunale"
L’alluvione ha creato danni diretti ai cittadini per circa 200.000.000 di euro. Ma altri e ben maggiori sono i danni economici per la città.
1. 10-12.000.000 € di mancati incassi alle attività commerciali di Senigallia dovuti alla impossibilità di spendere da parte delle 15.000 persone che hanno subito l’alluvione
2. ben oltre 1 miliardo di € per il deprezzamento delle abitazioni e dei locali commerciali e artigianali che si trovano nelle aree alluvionate.
Che tipi di risarcimenti hanno avuto la città di Senigallia e i suoi cittadini?
Con lo stato di calamità naturale lo Stato ha chiuso la partita dei contributi destinando 4.500.000 € al Comune per il ripristino della situazione e dei danni subiti dalle strutture comunali. Sono stati ricevuti, inoltre, 1.500.000 € di offerte da enti vari; in realtà su questo possiamo dirvi ben poco, in quanto stiamo ancora aspettando le dovute delucidazioni da parte dell’Amministrazione Comunale. Sappiamo che, tramite le domande inoltrate dai cittadini attraverso bandi pubblici, queste offerte sarebbero state distribuite alla popolazione ma non vi è alcuna tracciabilità certa di tutto ciò e il Comune si rifiuta di fornirci i dati richiesti.
Vogliamo che sia ben chiara la situazione: per gli alluvionati non è stato ancora deliberato nulla e non sarà mai stanziato un euro per il semplice motivo che l’alluvione è stata fatta passare “erroneamente” per una calamità naturale pur essendo invece un evento prevedibile che ha causato un disastro ambientale. “In particolare, la natura prevedibile dell’evento impone, mediante l’azione di monitoraggio meteorologico ed idropluviometrico, di dedicare la massima attenzione alla gestione delle fasi che precedono l’evento.”
A scrivere ciò non è né Senigallia Bene Comune né Giorgio Sartini; queste parole le trovate scritte nel “Piano urgente di emergenza per la salvaguardia della incolumità della popolazione ricadente nelle aree a rischio idrogeologico molto elevato”, approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 18 del 10/02/2005.
Io, Giorgio Sartini, e i candidati di Senigallia Bene Comune siamo consapevoli che le responsabilità in merito all’evento alluvionale sono state individuate in modo certo dal Coordinamento degli Alluvionati e che l’unico modo per ottenere il risarcimento dei danni subiti è quello prospettato dal Coordinamento stesso: procedere attraverso la Camera di Commercio o altro ente terzo alla conciliazione tra gli alluvionati e le compagnie assicurative degli enti e dei tecnici responsabili.
Pertanto il terzo provvedimento di giunta che faremo, dopo il salvataggio dei dati contabili comunali presso un notaio e il blocco dei lavori per le vasche d’espansione (fino a che il progetto non sarà reso sicuro per l’incolumità dei cittadini), sarà quello di riconoscere gli errori e le omissioni di atti d’ufficio prodotti da parte dell’amministrazione comunale.
Subito dopo tale provvedimento, potremo sederci al tavolo della conciliazione chiamando le Compagnie Assicurative del Comune e dei Tecnici per iniziare la trattativa.
Ricordiamo che in questa direzione l’attuale Sindaco uscente, dopo una prima fase in cui affermava che Comune, Provincia e Regione non avevano alcuna responsabilità in merito a quanto accaduto, ha ultimamente puntato il dito contro il Presidente Regionale e la Provincia per non aver fatto i dovuti lavori di manutenzione dell’alveo fluviale. Ma in merito al riconoscimento di mancanze da parte dell’amministrazione non intende assolutamente procedere, ostacolando quindi lo svolgimento della conciliazione sopra descritto.
Come al solito Senigallia Bene Comune vuole essere fin da ora sincera: i danni diretti non potranno essere pagati per l’intero ammontare. Dovremo concordare con le compagnie assicurative la percentuale del danno subito quindi ci sarà per così dire da “contrattare”, ma sicuramente ad ogni cittadino spetterà una cifra importante; cifra che, se l’amministrazione non procede come abbiamo intenzione di fare noi, nessuno ridarà mai agli alluvionati.
Altro capitolo fondamentale è quello della messa in sicurezza del Misa.
L’ing. Giuseppe Fornaroli e l’ing. Vito Macchia, candidati a ricoprire le cariche di assessori all’urbanistica e ai lavori pubblici per la nostra lista civica, hanno già illustrato presso l’auditorium San Rocco il nostro progetto, spiegando i punti deboli della città e il modo più corretto per porvi rimedio.
In sintesi, l’unico approccio sicuramente corretto da tenere nei famosi primi 100 giorni per rimediare al problema esondazione è quello di approvare i lavori per la riapertura della foce e il suo dragaggio, come aveva prescritto il Ministero delle Infrastrutture nel foglio di VIA per il distacco del porto dal fiume. L’ing. Fornaroli ha spiegato con un esempio tanto comune quanto significativo come il problema della foce sia prioritario: provate a far cadere un tappo del dentifricio nel vostro lavandino e vedrete quanta difficoltà farà l’acqua a defluirne. Allo stesso modo, una foce totalmente ostruita a causa di mancati dragaggi ed errori nella struttura delle banchine portuali, si comporta per il Misa come un tappo nel lavandino.
Successivamente ci attiveremo, come già disposto dalla Regione tramite l’Autorità di Bacino nel 2000 (4 anni prima del PAI), per risistemare tutti e quattro i ponti cittadini pericolanti e pericolosi, chiedendo di poter utilizzare 3-4.000.000 di € che sono una parte degli 11.000.000 di € stanziati per la sistemazione dell’intero bacino del Misa. Attualmente i ponti non consentono il regolare deflusso delle acque in arrivo dal bacino a causa della presenza dei piloni centrali. Costruendo ponti senza piloni (come quello in foto) cioè ponti a via inferiore, l’acqua incontrerà molti meno punti di attrito e non potranno bloccarsi ostacoli nell’alveo (ad esempio tronchi). Questo permetterà un normale decorso dell’acqua.
Solo e soltanto come ultimo step si dovranno investire i soldi a disposizione per la realizzazione delle vasche di espansione; queste infatti sono solo un mezzo per tamponare i carichi d’acqua davvero eccezionali e non la risoluzione di tutti i problemi di Senigallia. Realizzarle come primo intervento, senza aver messo mano alla foce e ai ponti, non risolve il problema ma può anzi essere davvero pericoloso per l’incolumità dei cittadini limitrofi se le precipitazioni fossero molto abbondanti. Il progetto dovrà inoltre essere rivisto rispetto a quello attuale, calcolandolo su portate adeguate.
Occorre competenza nell’amministrare la cosa pubblica e ancora di più per garantire tranquillità ai cittadini e salvaguardarne l’incolumità. Non possono più essere eseguiti lavori sommari, mal gestendo il denaro a disposizione e costringendovi ad entrare in allarme ad ogni pioggia. Abbiate fiducia in noi, faremo tutto il possibile affinché arrivino i risarcimenti agli alluvionati e tramite il lavoro dei nostri ingegneri ci metteremo in moto affinché la città sia davvero sicura.
da Giorgio Sartini
candidato sindaco per Senigallia Bene Comune
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