Senigallia, voto sulla variante al Prg: l’opposizione abbandona l’aula
"Non era un atto urgente né improrogabile, ma doveva essere approfondito dal nuovo consiglio comunale"
Il primo punto, che abbiamo considerato urgente, all’odg del consiglio comunale odierno (mercoledì 20 maggio, Ndr), ha riguardato la rinegoziazione dei prestiti concessi dalla Cassa depositi e prestiti. Su questo punto abbiamo espresso voto favorevole, auspicando che ne possano beneficiare anche i comuni che non hanno redatto ancora il bilancio 2015 (come Senigallia) al momento esclusi, a normativa vigente, da questa opportunità.
Il secondo punto ha riguardato l’approvazione di variante al Prg vigente. Su questo secondo punto abbiamo chiesto lo slittamento al nuovo consiglio comunale. L’art. 38 Tuel comma cinque recita: “i consigli durano in carica sino all’elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti e improrogabili”.
Ci chiediamo: era urgente e improrogabile il voto sulla variante giunta in Consiglio, dopo le osservazioni della Provincia? E’ giusto e legittimo far esprimere un Consiglio comunale dimissionario a dieci giorni dal voto che sancirà una nuova geografia politica a Senigallia e comunque una nuova Giunta e un nuovo Consiglio?
E’ normale che la Provincia licenzi la pratica a pochi giorni dal voto amministrativo?
La variante a cui siamo stati chiamati a votare, oltre ad avere aspetti positivi (pochi e riferiti soprattutto all’approvazione in commissione di alcune giuste osservazioni di cittadini), ha fin troppi aspetti assolutamente negativi e penalizzanti per la città. Pensiamo alla nuova cascata di cemento con la previsione alquanto discutibile di realizzare sei o sette centri commerciali-direzionali lungo la statale sud. Un colpo al cuore peraltro ai nostri commercianti già in crisi. Sembra che ad ogni stormir di fronda di crisi, in questa città, la soluzione sia la nascita come funghi di nuovi centri commerciali. Se da una parte, quindi, alcuni lotti e frustoli di terreno su richiesta dei proprietari (sotto ricatto IMU, per molti cittadini non più sostenibile finanziariamente) diventano inedificabili, da un’altra parte troviamo nuovo cemento.
Anche sull’aumento di altezza degli alberghi, mitigato anche per il nostro intervento nei mesi scorsi in commissione, sarebbe stato necessario un lavoro più approfondito e puntuale perché la posizione degli stessi alberghi non si può considerare uguale.
Tali osservazioni dovrebbero rientrare in un confronto che solo il nuovo consiglio comunale avrebbe dovuto approfondire. Ci sembra che l’Amministrazione abbia più a cuore il voto del 31 maggio che non il bene della città. Per tale motivo, pur avendo dato il nostro fattivo apporto nelle commissioni e nei consigli comunali passati su questa pratica, noi abbiamo ritenuto che si debba rispettare la legge e che la variante, in ossequio al Testo unico sugli enti locali, doveva essere votata dal nuovo consiglio comunale. Ma constatiamo che è sempre più difficile ottenere il rispetto della legalità da questa Amministrazione comunale.
Abbiamo chiesto pertanto formalmente, ai sensi dell’art. 38 del Tuel, di posticipare la discussione di questo punto all’ordine del giorno al prossimo Consiglio che nascerà dopo le elezioni di fine maggio. Abbiamo chiesto, inoltre, che non venisse elargito, per questa seduta, il gettone di presenza.
La proposta è stata bocciata dalla maggioranza e abbiamo abbandonato l’aula come segno di protesta, facendo prima mettere a verbale il presente documento e che a noi non venisse elargito il gettone di presenza.
da Roberto Paradisi, Luigi Rebecchini, Gabriele Cameruccio, Alessandro Cicconi Massi, Alan Canestrari
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