400 persone a Senigallia per contestare Salvini, militarizzato il centro storico
Cronaca veloce di un giovedì senigalliese
In meno di 24 ore, in un giorno lavorativo, in orario lavorativo, lo Spazio Comune Autogestito Arvultùra è riuscito a portare in piazza circa 400 persone.
Salvini e il suo pubblico fascio-leghista – chiusi dentro una gabbia di blindati e agenti antisommossa – sono stati per un intero pomeriggio circondati e assediati in tutti i lati della piazza. Un blocco di circa 200 persone si è concentrato a sinistra di Piazza Roma, un altro blocco di un centinaio di cittadini si sono posizionati tra Corso II Giugno e Piazza Simoncelli, una sessantina abbondante invece si sono trovati a destra della piazza; mentre decine di persone sono riuscite ad arrivare fin sotto al palco di Salvini e gridare tutta la loro indignazione.
Durante il comizio, Salvini e la truppa fascio-leghista sono stati oggetto di cospicui lanci di uova, pomodori, torce e petardi, che lo hanno ripetutamente interrotto fino a decretarne il prematuro scioglimento.
Il corteo è poi continuato, attraversando tutte le vie del centro storico, tentando di conquistare il palco leghista fino a entrare in piazza Roma, dove poco prima che la manifestazione si sciogliesse, è stato caricato due volte dalle forze dell’ordine. Alla fine i manifestanti hanno preso il palco e lì il corteo si è sciolto.
La militarizzazione di piazza Roma e di corso II Giugno è stata un atto indegno: le forze dell’ordine hanno di fatto trasformato la piazza centrale di Senigallia in una zona rossa con check-point. Troppi cittadini mentre si muovevano lungo il corso, tentando di raggiungere le proprie case, sono stati controllati e perquisiti. Alcuni senigalliesi sono stati anche strattonati e violentemente allontanati senza alcun motivo.
Il cuore nevralgico della città chiuso e proibito per un intero pomeriggio non ha un precedente nella storia cittadina, neanche negli anni ’70. Questa è l’idea di città che hanno Paradisi e Rebecchini? E questa è anche l’idea della Giunta Mangialardi, attualmente in carica?
Senigallia ha dato un’ottima risposta a chi, spesato con i soldi pubblici – 15.000 euro al mese – non passa un giorno seduto al Parlamento Europeo, mentre gira a seminare per l’Italia odio, razzismo e xenofobia; costruendo il proprio profitto politico speculando sulle paure, le insicurezze e le angosce di chi in questi anni è stato impoverito dalla crisi.
A chi predica e pratica la guerra tra poveri, rispondiamo che è ora che la paura cambi fronte.
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