Elezioni: il sindaco di Senigallia sbigottito dalle frasi di Spacca su fiume e sanità
Mangialardi: "Può saltare tutti i fossi che vuole, ma ha impoverito la sanità locale e fatto nulla per il fiume"
Gian Mario Spacca ha dominato la scena politica regionale nel corso degli ultimi vent’anni e, anche se ho trovato discutibili e sbagliate alcune delle decisioni assunte in particolare nell’ultimo suo mandato, ne ho comunque sempre riconosciuto il profilo istituzionale serio e moderato, di uomo di governo capace di assumersi sempre, in ogni circostanza, le sue responsabilità.
Per questo oggi resto più sorpreso e sbigottito che indignato dai toni che ha utilizzato durante la sua recente visita a Senigallia. Toni che farei fatica ad immaginare nelle parole del più radicale degli oppositori, ma che forse risultano comprensibili se si osserva il bel quadretto che Spacca ha messo in piedi a Senigallia pur di rimanere in sella in Regione: un miscuglio di estrema destra ed estrema sinistra, populismo e demagogia, che farebbe impallidire il più sfrontato progetto trasformista.
Per quanto mi riguarda Spacca può saltare tutti i fossi che vuole pur di conservare il suo posto in Regione, ma non può liquidare con poche e semplici battute da propaganda elettorale, temi che sono centrali per la comunità senigalliese, in particolare la sanità e la gestione del fiume Misa. Soprattutto non può fingere di essere stato il principale artefice di un disegno che ha perseguito sistematicamente il tentativo di spogliare la sanità senigalliese a vantaggio dell’area montana. Se oggi il nostro ospedale resiste e registra un sensibile miglioramento nella qualità, lo si deve esclusivamente all’Amministrazione comunale che, con senso istituzionale ha scelto di contribuire alla razionalizzazione del sistema sanitario regionale, ma, in maniera altrettanto determinata, ha difeso i servizi essenziali dalla longa manus fabrianese e ha iniziato a recuperare funzioni che rischiavano di scomparire. Sbagliato, e lo dissi già a suo tempo, anche il rivendicare lo spostamento a Fabriano degli uffici amministrativi. Ha idea Spacca di quante ore di lavoro perdano ogni anno i nostri operatori per questa sua decisione? Centinaia e centinaia, alla faccia della tanto sbandierata efficienza.
Oggi Spacca ci riprova. Con un’abile manovra che fa leva esclusivamente sulle ambizioni di alcuni politici senigalliesi, ha messo in piedi a Senigallia il “Partito della fabrianizzazione della sanità“, con l’obiettivo di scalzare chi, con grande responsabilità, si è battuto contro i suoi disegni. Ciò che più dispiace, però, è vedere due nostri concittadini, tra l’altro consiglieri comunali di lungo corso, trasformarsi in vassalli di Spacca. Altro che uomini liberi, altro che interesse per i cittadini.
Spero, poi, che non siano vere le parole pronunciate da Spacca rispetto all’alluvione secondo cui l‘alluvione del 3 maggio non sarebbe avvenuta a causa della rottura di oltre 50 metri di argine. Lo spero vivamente perché significherebbe uno squallido tentativo di strumentalizzare un dramma che ci è costato 3 morti, 1260 famiglie che hanno perso tutto e 530 imprese in ginocchio. Il tutto, solo per rovesciare sul Comune le responsabilità della Regione che, in quanto proprietaria del fiume, avrebbe dovuto occuparsi della manutenzione degli argini e, più in generale, di tutti le azioni necessarie alla prevenzione del rischio idrogeologico.
La verità è un’altra ed è quella che più disturba Spacca perché lo inchioda alle sue responsabilità. La responsabilità di non aver messo in campo progetti significativi per la sicurezza del fiume Misa, di non aver mai proceduto al taglio di un solo albero, di non aver mai portato via un metro cubo di materiale, nonostante le tante sollecitazioni inviate dalla nostra Amministrazione. La responsabilità di aver speso più soldi per convegni e analisi che per interventi veri, capaci di restituire serenità ai nostri cittadini. La responsabilità, soprattutto, di aver bloccato nella palude burocratica della Regione progetti fondamentali per la messa in sicurezza del fiume come le vasche di espansione, nonostante i milioni di euro già stanziati dal governo Renzi. E probabilmente non è casuale che egli continui a glissare su impegni che la Regione dovrebbe ritenere prioritari come l’escavazione del porto e il dragaggio del fiume.
Tempo un mese e le cose cambieranno. Con Luca Ceriscioli prenderà forma una nuova visione della governance regionale, vicina ai bisogni delle comunità locali, ma soprattutto semplificata nei suoi aspetti burocratici per rispondere meglio e in maniera più veloce ai problemi dei cittadini.
da Maurizio Mangialardi
Candidato sindaco di Senigallia
Intanto fra un po' da Roncitelli scendiamo direttamente con tutta la collina. A grottino mi dicono pure.
Parlate de ste cose invece.
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