Donatella Chiostergi si candida con La Città Futura
"Mettiamoci la faccia e diamo contributi per una riflessione che porti a soluzioni e al bene di tutti"
Mi chiamo Donatella Chiostergi, ho 53 anni, tre volte mamma e quasi nonna. Dei miei anni già 32 li ho passati al servizio della collettività in ospedale. Impegnata nella professione, come nella scuola dei figli e nell’associazionismo. Oggi, coerentemente con le scelte di eco-sostenibilità e in continuità con la progettualità sempre condivisa de La Città Futura, ci metto nuovamente la faccia.
Per presentarmi non ho trovato di meglio che i pensieri dedicati a mia figlia che ho scritto di getto qualche sera fa.
“Piccola stella che oggi entri nelle due cifre d’età, a te, a cui vorrei lasciare un esempio di buona madre e brava persona, guardo con preoccupazione e una piccola stretta al cuore. Come sarà il tuo mondo di adulta, quando io non sarò più capace e forse non avrò più voglia di imparare e adattarmi alle nuove meraviglie del progresso? Quando sarò stanca di questo mondo stupido, che insegue falsi miti e ogni giorno che passa ci spinge sempre più rovinosamente verso limiti insostenibili di sopravvivenza, ambientale, morale, etica. Sono sconcertata, ancora una volta, da piccoli fatti quotidiani, dalle reazioni scomposte, poco propositive, poco responsabili, mordaci, velenose, prevaricanti, insinuanti, strumentali. Tutti pronti, con l’indice inquisitore, a giudicare. In che mondo ti lascio?”
Quanta ostilità abbiamo permesso che crescesse? Anche in questa piccola perla adagiata sul mare che è la nostra città? Io dico quel che penso, come ho insegnato ai miei tre ragazzi, almeno cerco, educatamente e sempre onestamente. Faccio quel che vorrei ricevere, ammetto l’errore e chiedo scusa, anche ai più piccoli di età, di altezza, di abilità, di … di … di … Certo è vero, chi mi conosce sa che ho una pazienza alla Giobbe, ma che m’accendo come un cerino ed erutto lava peggio dell’Etna. Mi incavolo facile, ok, ma, quando vedo offeso il senso di rispetto per le cose, per le persone, per i diritti, per il lavoro, per la fatica, allora sbotto. Strillo. Si, in fondo è l’unica cosa che faccio, non punisco e non picchio, questo solo è il mio peccato: strillo.
E allora stasera vorrei strillare fortissimo a quelli che come me hanno figli, nipoti, nonni, persone che amano: guardiamoci attorno, prepariamo argini migliori per proteggere la nostra città, non solo dalle alluvioni, anche dal mare di fango sparacchiato qua e là. Si riparta dagli errori, si propongano idee, si trovino soluzioni, è l’obbiettivo che deve essere comune, è la forza del gruppo che sostiene le buone idee per vivere tutti meglio, in ogni senso.
Mi sento libera di esprimere un’idea perché a volte per partorirne una non mi bastano nove mesi e i travagli sono spesso drammatici. Mi sento libera perché mi assumo la responsabilità di quel che dico e non sto con il dito a puntare, propongo il mio pensiero come contributo ad una riflessione comune. Sono capace di fare un passo indietro e di confrontarmi, sempre, perché solo così si cresce ancora, anche a 53 anni.
Cittadini di buona volontà, candidati di buona volontà, signori e signore, mettiamoci la faccia, sia di qua che di là, da cittadini come da candidati.
a chi le chiede? ai cittadini?
presentazione da favoletta della buona notte.
per addormentarci tutti e sognare castelli fatati.
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