Uso diserbante a Senigallia, M5S: “Dov’è il rispetto per la salute dei cittadini?”
"Mangialardi ha dimenticato il ruolo di Autorità Sanitaria Locale che ricopre?"
Vi siete mai accorti per caso che in via Marche esistesse una piantagione di mais, o che lungo il viale dei Pini ci fossero dei filari di vigneti o coltivazioni di grano saraceno lungo viale Garibaldi minacciati da una smodata proliferazione di erbe infestanti? Eppure sembra che, proprio in questa zona, il Comune di Senigallia abbia avuto la certezza che ci fosse l’urgente necessità di diserbare chimicamente i bordi delle aiuole e delle strade in data 15-16 aprile.
In effetti, dopo il taglio meccanico di queste aree avvenuto alcuni giorni fa, le fastidiosissime erbe infestanti avevano raggiunto un’altezza che va dai 100 fino ad arrivare ai 120 millimetri, rischiando di creare intralcio alla quotidianità del quartiere e di rendere pericolose attività come attraversare la strada, andare a prendere i bambini alla materna o alla scuola elementare, entrambe ubicate in via Marche, o far giocare i ragazzi lungo gli argini del fosso S. Angelo.
Per fortuna poi che il Comune ha pensato di affiggere dei volantini sui tronchi degli alberi adiacenti alle zone trattate, in cui avvisava la cittadinanza di questa operazione ormai non più procrastinabile. In questi volantini si spiegava con tono rassicurante che si effettuava il diserbo dalle erbe infestanti ad opera di un prodotto contenente come principio attivo il Glifosate, il quale risultava secondo una comunicazione dell’A.S.U.R. del 20/03/2015 “non classificato come pericoloso”. Ma vediamo nel dettaglio chi è il nostro principio attivo.
Il glifosate è una sostanza chimica che risale agli anni ’70. È un erbicida totale non selettivo, cioè una sostanza che uccide in maniera indiscriminata quasi qualunque pianta, e all’epoca era risultato relativamente poco tossico per l’uomo e molto più degradabile di altri erbicidi. Per questa caratteristica è stato molto utilizzato in agricoltura ma anche per diserbare strade, marciapiedi e ferrovie. Oggi il glifosate è l’erbicida più utilizzato al mondo, e secondo alcune ricerche è uno dei più utilizzati anche in Italia.
Il glifosate è classificato come R52/53, ovvero nocivo per gli organismi acquatici e per l’ambiente acquatico.
Puntualizziamo ulteriormente: rileggendo le statistiche fornite dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) nel “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque”, la presenza nelle acque superficiali del glifosate e del suo metabolita, l’acido aminometilfosfonico (AMPA), è ampiamente confermata, anche se il suo monitoraggio è tuttora effettuato solo in Lombardia, dove la sostanza è presente nel 31,8% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali, mentre il metabolita nel 56,6%. Essendo l’erbicida largamente impiegato, è probabile che il suo inserimento nei programmi di monitoraggio possa determinare un aumento dei casi di non conformità nelle regioni dove ora non viene cercato.
Il glifosate è anche il pesticida che più di ogni altro determina il superamento degli standard di qualità ambientale nelle acque superficiali. Nel rapporto ISPRA si legge anche che “c’è la necessità di un aggiornamento complessivo dei programmi di monitoraggio, che non tengono conto delle sostanze immesse sul mercato in anni recenti. Tra quelle attualmente commercializzate anche in elevati volumi, ce ne sono 44 classificate pericolose, di cui 38 pericolose per l’ambiente acquatico non incluse nel monitoraggio. Ci sono, inoltre, sostanze utilizzate da anni, come il glifosate, che, insieme al suo metabolita AMPA, è un riconosciuto contaminante delle acque, e non è cercato nella quasi totalità delle regioni italiane”.
Anche l’Agenzia per la Ricerca sul Cancro (Agency for Research on Cancer – IARC), ha recentemente emesso un verdetto pesante su questo erbicida purtroppo ancora molto usato, anche in agricoltura, dichiarandone i probabili rischi per la salute. Il giudizio è stato sintetizzato in un documento pubblicato a marzo 2015 sulla prestigiosa rivista scientifica “Lancet Oncology”.
Dopo aver letto queste informazioni, oltre al fatto di provare forti dubbi sulla reale necessità di irrorare tali sostanze sui cigli di strade frequentate da famiglie con bambini, ragazzi che giocano nei parchi limitrofi, persone con animali domestici, strade quindi densamente frequentate, sinceramente non ci sentiamo più nemmeno tanto tranquilli. Inoltre l’Amministrazione Comunale dove crede che vadano questi agenti dopo una bella pioggia? Ma certamente nelle acque del fosso S. Angelo, per poi arrivare dritte dritte nel nostro bel mare da Bandiera Blu!
Forse l’Amministrazione non si è accorta che nel frattempo alcuni Comuni limitrofi come Arcevia e Serra de’ Conti hanno deciso di abbandonare l’uso del glifosate, sulla base del principio di precauzione; sì perché non dimentichiamo che i rispettivi Sindaci sanno di ricoprire la carica di Autorità Sanitaria Locale. Forse che il nostro Sindaco si sia dimenticato di ricoprire questa carica? Sembra proprio di sì, visto che 5 anni fa quando ancora se lo ricordava prese questo impegno: “Il Consiglio Comunale esprime la propria ferma contrarietà all’irrorazione dell’erbicida per la manutenzione di campi a riposo, scarpate, fronti stradali, siepi e capezzagne. Si impegna a rappresentare questa posizione in tutte le sedi opportune, anche attraverso l’invio di tale O.D.G. ad altri enti, al fine di darne la più ampia attuazione e divulgazione“, (Del. Consiglio Comunale n. 66 del 9/06/2010).
Dove è andato a finire il rispetto per quell’impegno preso davanti alla cittadinanza? Dove è andato a finire l’impegno di ricoprire un ruolo di garanzia nei confronti della salute diretta ed indiretta dei cittadini? Il MoVimento 5 Stelle di Senigallia questo impegno se lo è già preso e lo ha inserito nel suo programma. E a differenza della attuale Amministrazione lo porterà avanti a tutti i costi fino a che non lo avrà onorato.
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