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Intervista d’Oltreoceano. Il ruolo del Compositore nel Cinema e non solo

"Il compositore crea musica che 'aggiunge' valore alle sequenze senza prenderne il controllo"

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Edoardo Talenti

Un buon film non è fatto solo di immagini e parole, è fatto anche di Musica, di temi che diventano il vessillo, il simbolo, l’icona della Pellicola stessa. Alla riprova di questo, oggi Screenshot vi invita a conoscere il mestiere del Compositore, intervistando per voi Edoardo Talenti, nato a Bologna ventitre anni fa, Compositore e Musicista, attualmente residente a Los Angeles, in California.

Come nasce in te il desiderio di diventare Compositore?

Non provengo da una “famiglia d’arte” in senso stretto, ma sono sempre stato circondato da musica e strumenti. Anche se non cominciai a suonare la batteria (il mio primo strumento) fino a circa 10 anni, ebbi fin da bambino l’opportunità di sperimentare, familiarizzare e giocare con chitarre, bassi, pianoforti e forse ancora più importante, ascoltare la collezione di album di mio Padre.  Questi elementi sono le fondamenta della mia passione. La varietà di esperienze musicali che ho potuto ricevere fin da piccolo ha certamente avuto un ruolo importantissimo nella mia crescita musicale, la quale mi portò, all’età di 16 anni, a decidere che avrei voluto essere immerso nella musica a tempo pieno e che per farlo mi sarei dovuto trasferire oltreoceano. Appena finito il liceo, presi la decisione di perseguire un corso di Laurea al prestigioso Musicians Institute di Hollywood, in California. La mia famiglia è sempre stata incredibilmente aperta alla mia idea. Mi ha costantemente supportato e ispirato nel portare questo sogno fino in fondo ed eventualmente, trasformarlo in realtà.

Come si delinea esattamente il ruolo del compositore cinematografico?

Il ruolo del compositore per cinema è una posizione molto importante e molto diversa da ogni altra professione nell’industria musicale. Un compositore scrive musica sulle immagini riprese da un regista. È in grado di creare musica che “aggiunge” valore alle sequenze, senza necessariamente prenderne il controllo. Il compositore non detta l’emozione ma semplicemente evidenzia, tramite la musica, quello che il regista e gli attori stanno cercando di comunicare. Certo, ci sono molti tipi di compositori, ma secondo il mio giudizio, il migliore è quello che scrive musica attorno al film e non sul film. Avete mai visto quei video di “Star Wars” senza la musica? John Williams è fantastico.

Qual é esattamente la differenza tra compositore e musicista?

La differenza tra un compositore e un musicista è che il compositore scrive musica, mentre il musicista la esegue. La linea di demarcazione è diventata però molto fragile, specialmente durante il corso dell’ultimo secolo e penso che il 99% dei musicisti abbiano esperienza come compositori, nel senso che hanno scritto musica originale, o nel caso dell’improvvisazione dal vivo, hanno “composto” la loro parte sul palco di fronte a un pubblico.

Da chi ti lasci ispirare durante le tue composizioni?

Come compositore, la mia ispirazione e il mio stile stile sono una somma di tutto quello che mi ha appassionato musicalmente durante il mio percorso. E’ sempre difficile creare liste di questo tipo perché la quantità di musica che viene consumata questi giorni è immensa e se mi porgessi la stessa domanda in sei mesi, ti darei probabilmente una risposta diversa.
In ogni caso, citerò quattro artisti che hanno veramente cambiato la mia prospettiva sulla musica, influenzandomi pesantemente e sono: Frank Zappa, Avishai Cohen, Hans Zimmer (Interstellar, Inception, L’ uomo d’acciaio…) ed Ennio Morricone (C’era una volta in America, Per un pugno di dollari, Mission…)

Come stai vivendo la tua Carriera da compositore?

Uno degli aspetti più belli della mia professione è che, nel corso di una carriera non ci sono traguardi, solo pietre miliari lungo la strada. Come dicono qui in America ‘The sky is the limit’.
Sono partito col sogno di laurearmi al Musicians Institute e quel sogno si è realizzato. Poi il primo album, il primo video, le prime mille visualizzazioni sul mio canale YouTube, il primo corto con la mia musica, la prima serie tv, ecc…
Tutti questi piccoli sogni si sono realizzati si, ma non credo e non voglio che ci sia una fine a questo processo di progresso al futuro. Il momento in cui mi fermerò e deciderò che ho ‘raggiunto il mio sogno’, sarà la fine della mia carriera.
Che consiglio daresti ad un giovane artista immobilizzato dalla paura di rischiare?

Il mio consiglio per qualunque giovane (o persona in generale) che voglia perseguire una strada come la mia, è di farlo. Se ci si sofferma troppo sui dettagli sembrerà infattibile ma pianificando, facendo un passo alla volta e dedicando tante energie a perfezionare la propria arte, si può realizzare qualunque sogno. Se c’è una lezione che ho imparato da mia Madre è che, citandola: ‘Se nemmeno giochi la partita, l’hai già persa’.

Vivendola da vicino sarai sicuramente in grado di raccontarci un po’ della cultura cinematografica del giovane americano medio. I tuoi coetanei statunitensi conoscono il Cinema Italiano?

La cultura del cinema americano nel 2015 è all’ 85% esplosioni, supereroi e belle ragazze. Niente di male in tutto questo ma è solo per chiarire che quando si parla di masse, il cinema (come poi la musica) è molto ‘unificato’ e non ci sono molti messaggi originali.  Detto questo, i ragazzi americani vanno al cinema tanto quanto i ragazzi italiani e per lo più a vedere quei tre, quattro mega blockbusters che da soli vendono come tutti gli altri film in uscita durante l’anno. Sempre parlando di masse, purtroppo non credo nessuno conosca il cinema italiano (o l’Italia in generale, al di fuori della pizza!), se prendessimo un appassionato di sicuro conoscerebbe Fellini e magari Benigni, ma non troppo oltre.

Giulia Betti
Pubblicato Domenica 12 aprile, 2015 
alle ore 16:26
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