Urbanistica e protezione civile: due temi paralleli da affrontare presto a Senigallia
La posizione di Davide Fronzi (Progetto in Comune): "Lavorare con cultura, persone prima delle cose"
Come due binari paralleli, l’urbanistica e la protezione civile corrono verso la stessa meta: ovvero la sicurezza ed il benessere dei cittadini. Ne deriva che risulta impossibile separare le due tematiche, trattandole in maniera disgiunta.
Spesso una buona pianificazione urbana è sinonimo di protezione civile, comfort e sicurezza. Senigallia sta cavalcando una triste storia per quanto riguarda i rischi connessi agli eventi atmosferici, dunque è il caso di intervenire e farlo presto, partendo dalla consapevolezza del cambiamento climatico a livello mondiale.
Si sente sempre più spesso parlare di eventi eccezionali, bombe d’acqua o, addirittura, diluvi universali. Questi sono termini inappropriati per descrivere semplici fenomeni naturali che hanno avuto un’evoluzione repentina, intensificandosi negli ultimi anni. La causa è in parte l’uomo che contribuisce attraverso l’immissione nell’aria di sostanze inquinanti capaci di aumentare l’energia intrinseca degli eventi quali precipitazioni, venti o mareggiate.
Il nostro obiettivo è quello di rendere Senigallia una città sostenibile e all’avanguardia nei consumi e nell’emissione di agenti inquinanti. A tal proposito, faccio riferimento al sottogruppo di progetto in comune “progetto in verde”, nato dall’esigenza di salvaguardare l’ambiente cittadino. E’ ovvio che il contributo della nostra città in termini di “sustainability” ambientale non sarà in grado di sopperire al mutamento climatico mondiale, ormai confermato, ma, quantomeno, potrà essere un esempio trainante per realtà vicine alla nostra.
Occorre, poi, andare a valutare gli effetti sul suolo che questi eventi possono scatenare, ovvero alluvioni, frane, erosioni costiere e smottamenti. Criticità a cui il territorio di Senigallia è soggetto, tralasciando il rischio terremoti che ha origine ben diversa, ma in realtà altrettanto comune alle nostre terre . Occorre intervenire in tempi brevi eseguendo sopralluoghi con figure professionali idonee, rivalutando le zone esposte a rischio e per queste agire con uno sviluppo urbanistico fondato sulla delocalizzazione delle strutture verso zone “protette”, che la nostra amministrazione riserverà alle nuove edificazioni, impegnandosi a trovare risorse e fondi sia regionali che europei.
Simile sorte spetterebbe alle colture, incentivando gli agricoltori a curare e gestire raccolti che resistano, a seconda dell’altezza dell’acqua, in presenza di una piena. E’ il caso, ad esempio, dei pioppeti produttivi, di cui come futura amministrazione ci impegneremo ad acquistare biomassa per riscaldare alcune strutture pubbliche comunali, riducendo in tal modo i consumi di carboni fossili, mediante un accordo programmatico.
D’altra parte, occorre forzare e pretendere quegli interventi specifici che riguardano il fiume, anche se non di competenza comunale, e che possono essere richiesti puntando i piedi quando necessario. Faccio riferimento, in particolare, ai seguenti provvedimenti:
1. Costante manutenzione degli argini
2. Pulizia dell’alveo del fiume
3. Escavo del tratto finale
Per quanto concerne l’eventuale realizzazione di una adeguata ed efficiente vasca di espansione, riteniamo che tale intervento richiederebbe una manutenzione attenta e puntuale. Basti pensare che un malfunzionamento dovuto all’incuria della vasca potrebbe portare ad un disastro ambientale non indifferente. E’ nostra idea che far affidamento su un’unica area di compensazione idraulica, relativamente a valle dell’asta fluviale (tra Bettolelle e Brugnetto), sarebbe come lanciarsi con il paracadute senza disporne di uno di riserva.
Ci sembra, pertanto, opportuno incentivare soluzioni alternative, quali la formazione di piccoli invasi in linea tra loro, che potrebbero trattenere l’acqua in più punti, sia lungo il corso del fiume, che lungo i tanti fossi affluenti, con costi di gestione nulli o quasi. (metodo AGRI, geol. Dignani A., arch. Brunelli C.). Inoltre, le pile e le travi degli attuali ponti cittadini (ponti a tre campate ed a via superiore), oltre a limitare molto il deflusso delle acque in occasione delle piene, sono anche in pessime condizioni statiche; piuttosto che operare sulle vecchie strutture, spendendo comunque cifre considerevoli, sarà sicuramente molto più sensato sostituire i vecchi ponti esistenti con nuovi ponti a campata unica (senza pile intermedie) ed a via inferiore (lavori realizzabili con cifre dello stesso ordine di grandezza di quelle necessarie per la sistemazione dei vecchi ponti esistenti), potendo così garantire, in occasione delle piene, anche capacità di deflusso dell’acqua molto maggiori (un incremento pari ad almeno il 50% in più), eliminando completamente, nel contempo, anche il rischio di accumulo di indecorosi depositi di canne, rami, tronchi e quant’altro ed il successivo costo per le necessarie rimozioni.
In tal senso è stato presentato, dallo studio Fornaroli (ingegneria ed architettura), un interessante progetto di massima per il ponte II Giugno, progetto redatto dal Prof. Ing. Marco Petrangeli, un’autorità nella progettazione di ponti in Italia e nel mondo.
Come tutti sappiamo, l’aumento della superficie impermeabile, per effetto dell’urbanizzazione incontrollata, ha diminuito il tempo di corrivazione, ovvero portate che una volta arrivavano in tempi molto diluiti ora si concentrano in tempi brevissimi, pertanto nella revisione dei PRG e dei piani attuativi andranno favoriti interventi che facilitano la permeabilità del terreno a scapito del ruscellamento superficiale. Le realizzazioni di grandi parcheggi o piazzali verrà fatta utilizzando pavimentazioni ad alto potere drenante.
Altro tasto dolente sono le frequenti mareggiate che minacciano sempre più da vicino la nostra bella spiaggia di velluto. Per ridurre il rischio mareggiata saranno previsti, a medio e lungo termine, sistemi atti ad incentivare l’inserimento di palanche, delegando all’ impresa di manutenzione dell’arenile il compito di posizionare sulla linea di costa degli accumuli di sabbia che possano evitare, in certi periodi dell’anno, che l’acqua lambisca strade o locali, compromettendone l’agibilità e funzione.
Infine, sarà realizzato un potenziamento del sistema di protezione civile, con una specifica mappatura del territorio, allo scopo di sensibilizzare ed informare i cittadini riguardo le norme di comportamento da adottare in caso di emergenza, mettendoli a conoscenza dei punti di incontro, dei centri di accoglienza e dei percorsi di esodo in caso di calamità.
Con l’ausilio dei numerosi gruppi ed associazioni di volontariato dislocati sul territorio, ci impegneremo, entro il primo anno di amministrazione, ad operare una campagna basata sulla informazione, ma soprattutto sulla formazione dei giovani nelle scuole, avvicinandoli al sistema di protezione civile, aumentandone sensibilità e consapevolezza verso questi temi.
Vivere meglio è possibile, basterebbe iniziare ad anteporre le persone alle cose, basterebbe lavorare con cultura e la natura ci accoglierà a braccia aperte, SEMPRE.
da Davide Fronzi
Progetto in Comune
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