Stoccaggio CO2, progetto Sibilla: interpellanza al sindaco di Senigallia
Rebecchini: "Finora è mancato il coinvolgimento della città: Mangialardi renda pubbliche le informazioni"
Su sollecitazione di Leo Badioli, che ringrazio e che sta adoperandosi sul tema dello stoccaggio di CO2 anche con una raccolta firme, ho rivolto questa interpellanza in Consiglio Comunale. In assenza del sindaco per malattia, mi ha risposto l’assessore Ceresoni che non ha prodotto elementi di novità, ma solo un vago impegno ad un ulteriore interessamento, forse perché ormai il decreto renziano “Sblocca Italia”, accettato quasi in silenzio da tutti i sindaci, fa piazza pulita della volontà politica dei cittadini e degli enti locali sulle grandi opere.
Ecco il testo della mia interpellanza:
“Premetto che questa amministrazione si è già tempestivamente occupata del problema dello stoccaggio geologico di CO2 davanti alla costa senigalliese con interrogazioni e interessamento del consigliere Dario Romano, con la conseguente interrogazione al Consiglio d’Europa di Debora Serracchiani e con la “netta e ufficiale posizione in merito al proposito della Independent Gas Management s.r.l.” assunta dal Sindaco in quella occasione (ma correva l’anno 2012 e al governo non c’era Renzi…).
La IGM aveva infatti presentato istanza di licenza di esplorazione per lo stoccaggio di biossido di carbonio per un’area marina di duecento chilometri quadrati tra Fano e Ancona (progetto Sibilla), molto vasta, dunque. Si tratta di una s.r.l. di una sola persona che muore e rinasce in sedi differenti, a Livorno, a Milano ed ora a Roma. Ora, dalla visura camerale emerge che la IGM risulta inattiva da novembre scorso.
Considerato che l’implementazione del progetto era prevista per il 2015, possiamo ritenere che la IGM abbia concluso il suo lavoro preparatorio e che il progetto sia approdato sul tavolo del Ministero per lo Sviluppo Economico che deve produrre la VIA (valutazione impatto ambientale) e dare l’approvazione.
Le domande sono: a che punto del suo iter è arrivato il procedimento relativo al Progetto Sibilla? Il Ministero ha emesso la sua VIA? Ha approvato il progetto? Ha avviato le procedure di affidamento della concessione alla società interessata alla fase operativa? O forse sono già cominciati i lavori a nostra totale insaputa?
Sono cose che la città chiede abbastanza ansiosamente, e questo silenzio non ci rassicura per niente. I motivi per temere una simile attività, sono già noti da molta letteratura, e, per quanto riguarda Senigallia, aggravati dal fatto che il progetto classifica l’area di Senigallia come caratterizzata da “minima o nulla sismicità”, affermazione che contraddice in pieno la realtà e la storia di questa città. La stessa area prevista per lo stoccaggio è, secondo le carte geologiche, attraversata da una faglia. Non può rassicurarci in nessun modo il ricorso promosso dalla Regione Marche alla Corte Costituzionale per violazione degli articoli 117 e 118 Cost. relativi alle competenze decentrate, perché il progetto potrebbe andare avanti a prescindere nell’attesa che la Corte emetta una sentenza. E del resto non è del tutto rassicurante che la Regione torni titolare di un progetto che questa città di mare rifiuta per più di una ragione di vita e di lavoro.
In questo tempo che intercorre tra il 2012 e oggi, quello che è mancato da parte dell’Amministrazione Comunale è il coinvolgimento di una città che ha diritto di sapere quello che le succede. Per esempio che il deposito di CO2 sotto il fondale marino della nostra costa è “per sempre”. Ora quarantacinquemila persone conteranno pure qualcosa; ma debbono essere informati.
Chiedo al sindaco Mangialardi che diffonda se le ha, o che acquisisca se non le ha, e in brevissimo tempo data l’incombenza del problema, ogni informazione attuale e prossima riguardante lo stoccaggio geologico di CO2 sotto il nostro mare. Perché il nostro mare sia ancora nostro, sia ancora mare”.
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