“Mandolini si faccia da parte, la Vigor Senigallia non può andare avanti così”
La bandiera Lavoratornovo, portavoce di altri ex vigorini: "gli sportivi sono davvero stanchi"
“Valentino Mandolini compia un passo indietro e si faccia da parte, lasciando la Vigor”: a chiederlo è Paolo Lavoratornovo, indimenticato giocatore rossoblù degli anni Sessanta, ora portavoce di un gruppo di ex vigorini che si sono attivati per provare a trovare una soluzione alle difficoltà, in primo luogo economiche, che da alcuni anni sta vivendo la società.
Con lui ci sono fra gli altri un altro indimenticato ex giocatore (degli anni Settanta) come Lorenzo Piccinini e Marco Minardi, segretario della Vigor fino a pochi mesi fa ma anche ad inizio di una carriera che poi lo ha portato fino alla serie A.
“Esprimiamo quella che è l’opinione comune degli sportivi senigalliesi – spiega Lavoratornovo – . Siamo stanchi di una società che schiera in campo soltanto giovanissimi, ai quali va un sentito ringraziamento un grande in bocca al lupo per la lotta salvezza, senza nemmeno affiancarli a qualche elemento più esperto che li aiuti a crescere. Così non possono crescere. Negli ultimi mesi ho avuto anche incontri con Mandolini, aiutandolo a trovare degli sponsor, ma servirebbe un gruppo dirigenziale di almeno quattro o cinque persone: nessuno però al momento entrerebbe nella società, per la pesante situazione debitoria che questa ha (concetto ribadito anche da Minardi). Perciò chiediamo al presidente di farsi da parte: vi è una ragionevole possibilità che senza debiti qualcuno sarebbe disposto a subentrare”.
Lavoratornovo insiste: “ogni anno sentiamo dire che “il sogno è la salvezza”, beh, ciò è davvero insopportabile perché Senigallia dovrebbe giocare contro città come Fano o Pesaro, non con le frazioni di esse…Non si può andare avanti continuando a pensare che il sogno è salvarsi nel torneo di Eccellenza“.
“Nella stagione in corso vi sono poi stati degli errori, come far partire Pantone senza sostituirlo”, aggiunge l’ex giocatore, “i ragazzi giovani si tutelano e si difendono solo con qualcuno a fianco che li guidi. Tutto ciò è segno di una certa incapacità tecnica: ma ancor più grave è stato non mettere nelle condizioni di rimanere un maestro di calcio come Marco Alessandrini, che ha l’80% del merito nella salvezza dello scorso anno”, un concetto questo ribadito nella sostanza anche da Lorenzo Piccinini, secondo il quale “nel 2014-15 sarebbe bastato poco, qualche ritocco, per fare meglio dello scorso campionato, invece si è ricominciato tutto da capo” (con una squadra quasi interamente nuova e ancor più giovane, n.d.r.).
Lavoratornovo pone l’attenzione anche sul settore giovanile: “la Vigorina ha una perfetta organizzazione e fa un grande lavoro, ma è una grossa bugia dire che è il settore giovanile della Vigor – sottolinea – È un’altra società, con tanto di matricola e bilanci diversi. Così succede che già a 14 anni i migliori giovani se ne vadano altrove (come successo negli ultimi giorni al quattordicenne Belardinelli, passato all’Empoli) e in prima squadra arrivino la seconde, se non le terze, scelte. Noi vorremmo che invece fino a 18-19 anni i giovani rimanessero qua, come successo anche a me quando giocavo. La Vigorina torni a tutti gli effetti a far parte della Vigor e si arricchisca di maestri di calcio talmente qualificati da far sì che i giovani stessi sceglierebbero di non muoversi. Di nomi da proporre me ne vengono in mente tanti e si aggiungerebbero a chi già c’è”.
Il gruppo di ex vigorini dopo “questo grido di dolore per le sorti del glorioso club” auspica un incontro col Comune (che ha assegnato alcuni anni fa la gestione dei due stadi cittadini alla società rossoblù), perché “la storia della Vigor, e Senigallia, meritano molto di più”.
-Nella foto da sinistra Minardi, Lavoratornovo e Piccinini
(paolo lavoratornovo)
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