A fianco di Karim e dei combattenti kurdi per resistere al califfato fascista dell’Isis
Gli attivisti dell'Arvultura: "difende l'occidente dalla barbàrie degli integralisti, non è un terrorista"
Tutto è partito dalla staffetta solidale (e di resistenza attiva) organizzata a novembre ’14 dai centri sociali delle Marche e di altre regioni, per portare aiuti umanitari alla popolazione delle città di Suruc e Kobane, al confine tra Kurdistan e Turchia. Poi quella sensazione che “qualsiasi sforzo al di fuori di quello militare, per quanto nobile e condivisibile, si limiti a tamponare il sangue senza però curare la ferita“. E così la scelta di partire. Di nuovo.
Karim Franceschi, 25enne di Senigallia, ha espresso le sue ragioni per cui ha intrapreso agli inizi di gennaio una strada, quella del combattimento e non solo dell’aiuto umanitario, molto rischiosa. Ragioni che sono state rese pubbliche attraverso una lettera che Senigallianotizie.it ha pubblicato in cui ha dichiarato perché schierarsi contro il califfato dell’ISIS e a favore della libertà e della democrazia.
Ragioni che gli attivisti dello Spazio Comune Autogestito Arvultùradi Senigallia non solo hanno condiviso ma per le quali vogliono dare il maggior appoggio possibile al loro compagno e amico Karim.
“Finora abbiamo mantenuto il massimo riserbo per questioni di sicurezza – spiega Nicola Mancini – perché non vi fossero né rischi né ostacoli di vario genere anche nel solo passare il confine con la Turchia il cui governo appoggia, esplicitamente, le operazioni dell’Isis. Ora però, dopo la sua scelta di manifestare le ragioni di questo viaggio e di questa lotta, dobbiamo fare un altro tipo di discorso. Innanzitutto perché non vi siano strumentalizzazioni: a causa del contesto complicato di quelle zone e della poca informazione, c’è il rischio che qualcuno lo scambi per un integralista. Non è così. Karim sta combattendo contro il fascismo a cui l’ISIS sta dando vita in medio oriente attraverso una guerra che mira a eliminare chi non la pensa come loro“.
Ma, oltre a ciò, ci sono anche motivi legati proprio al 25enne Karim Franceschi “a cui vogliamo garantire, attraverso i riflettori dei media, una specie di cordone di sicurezza“, senza contare le ragioni politiche, che vedono la realtà europea più vicina a quella dei curdi siriani più di quanto si possa pensare.
“Chi difende l’occidente dall’ISIS – continua Mancini – è gente curda, siriana, araba, musulmana, cristiana che combatte alle porte dell’Europa perché il califfato non abbia il sopravvento. Ma è la stessa gente che molto spesso fugge dalla stessa guerra e che ci ritroviamo nei barconi in mezzo all’Adriatico o nei nostri parcheggi e che a volte guardiamo con sufficienza, fastidio o intolleranza“.
“La regione del Rojava è in prima linea per la resistenza alla barbàrie fascista – ha fatto eco Alessandro Genovali – ma è anche l’esempio di un esperimento di confederalismo democratico, laico, femminista ed ecologista, che promuove la pace e la convivenza rispetto all’intolleranza e all’integralismo religioso. Un segnale che dà fiducia per il futuro del medio oriente ben distinto dal capitalismo dell’occidente e dal fanatismo islamico. Ecco perché vogliamo dare il massimo sostegno a Karim e ai combattenti kurdi“.
Sorvolo sulla pochezza dei commenti sopra, per una volta c'è qualcuno che combatte l'integralismo e l'intolleranza non solo a parole, i nostri raffinati commentatori invece quale grande contributo hanno dato all'umanità? Qualche like su FB e un paio di commenti al vetriolo? Che miseria, omini dietro a una tastiera..
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!