Prosegue alla Piccola Fenice la rassegna cinematografica di febbraio dedicata al regista russo Aleksandr Nikolaevič Sokurov con la proiezione – martedì 10 febbraio – del film “Moloch” (1999, 103′).

Il film venne premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura nel 1999 e mostra l’inconfondibile stile narrativo del tanto apprezzato regista. “Moloch” narra di una tranquilla giornata di vacanza nel rifugio prediletto di Hitler, il Berchtesgaden (Nido dell’Aquila), sulle Alpi Bavaresi.

Protagonisti della vicenda, oltre al Fuhrer, Eva Braun e i collaboratori più intimi del dittatore: Joseph Goebbels, Ministro della propaganda del Terzo Reich, con la sua inseparabile moglie Magda, e Martin Bormann, capo della cancelleria del partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi e segretario personale di Hitler.
Nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, in questo rifugio bavarese trincerato da una foschia densa e insuperabile, permeato da un’atmosfera rarefatta e surreale, il Fuhrer ci appare nelle sue piccolezze private, circondato da una corte di servi accondiscendenti, remissivi e genuflettenti, incapaci di vedere la lenta decadenza del Reich e della sua guida. L’unica figura che osa opporsi al dittatore, è Eva Braun, la sola capace a prenderlo a calci quando esagera in un suo sproloquio, e metterlo di fronte alla propria piccolezza di omuncolo ipocondriaco, piagnucoloso e infantile.

A Sokurov non interessa scoprire l’uomo dietro il tiranno sanguinario, ma la folle vanità del potere. Egli prende le distanze (attraverso l’uso di obiettivi deformanti, filtri cromatici, lenti anamorfiche) dai personaggi senza mai lasciarsi andare alla tentazione di umanizzarli. Come scrive Morandini, Sokurov è un cineasta per il quale il cinema non è il riflesso della realtà: la reinventa al di là dello specchio.

Piccola Fenice, martedì 10 febbraio, ore 21:15. Ingresso con tessera.