La Bce chiude i rubinetti alla Grecia, stop ai finanziamenti
Il paese ellenico continua il duello a distanza con la Germania
La questione greca continua a far parlare di sé. Inattesa la decisione della Bce del 05 febbraio 2015, in base alla quale è stata revocata la possibilità alle banche greche di attingere ai finanziamenti delle Bce.
Questo significa che quando il programma di alleggerimento quantitativo avrà inizio l’Europa non comprerà i titoli di stato greci non aiutando quindi il paese più in difficoltà dell’UE ad aumentare la propria liquidità. Tutto ciò è molto negativo per la Grecia che si ritrova improvvisamente senza questo sostegno della Banca centrale europea.
Ciò che si è verificato è l’opposto di quello che i greci avevano chiesto. Infatti, il ministro dell’economia greca Varoufakis proprio durante la giornata di giovedì 5 febbraio aveva chiesto alla Bce di acquistare 10 miliardi di titoli di stato greci. “Siamo disposti a trattare, siamo una chance per l’Europa” ha detto poi il ministro greco.
L’azione spietata della Banca centrale europea è stata però mitigata nella giornata successiva. Il 06 febbraio si è deciso di aumentare la disponibilità di erogazione di fondi di emergenza (ELA) a favore della Grecia. Una mossa che fornisce un po’ di liquidità alla penisola ellenica ma che non copre la voragine creata dalla decisione della giornata precedente.
Ci si chiede allora: come mai si è verificato tutto ciò? Quali sono state le motivazioni che hanno portato a queste decisioni?
Di sicuro all’UE non sono andate giù le dichiarazioni dei “falchi” greci, i quali , più volte si sono detti contrari al pagamento del debito. Ma non solo, un ruolo importante lo ha giocato la Germania che continua ad ammonire il paese ellenico ricordando che i patti vanno rispettati. “Non siamo disposti a cedere ai ricatti”, “il debito deve essere pagato fino all’ultimo euro”. Queste le affermazioni della Merkel e dei suoi connazionali.
Il primo ministro tedesco ha ribadito poi il concetto dopo una cena informale con il presidente francese Hollande.
Intanto il premier italiano Matteo Renzi si è detto concorde con la decisione della Bce.
L’11 febbraio ci sarà il consiglio europeo, i mercati attendono con ansia di saper quale sarà la decisione che verrà presa.
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