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Girolametti: “Commissione alluvione usata contro il sindaco di Senigallia”

Il capogruppo de La Città Futura: "per la minoranza è stata un'occasione per attaccare Mangialardi"

L'azienda Comar di Senigallia durante l'alluvione del 3 maggio 2014

A due giorni dall’ultimo Consiglio Comunale, lasciando decantare le polemiche inevitabili, si possono fare alcune considerazioni.


Lo studio approfondito del fiume e delle questioni connesse, svolto in commissione, ha portato ad una conoscenza diretta e ad una consapevolezza anche per  la cittadinanza di cosa significhi, nel bene e nel male, vivere alla foce del Misa. Questa consapevolezza è il primo e non secondario strumento di difesa dalle alluvioni.

Però entrambe le relazioni, sia quella da me redatta e sottoscritta insieme ai commissari Elisabetta Allegrezza e Dario Romano che ha avuto la maggioranza dei consensi, sia quella risultata minoritaria del presidente Roberto Mancini, hanno un difetto di chiarezza iniziale. Ai cittadini bisognava dire subito in modo chiaro e semplice che il fiume Misa è di competenza della regione Marche, che delega la gestione alla provincia di Ancona, assegnandole i fondi necessari, e si avvale di un organo tecnico rappresentato dall’Autorità di Bacino. Inoltre i fiumi, cosiddetti classificati, non sono nella competenza dei Comuni e il Misa è classificato di 2°, e per alcuni tratti, di 3° categoria.

Quindi purtroppo, e sottolineo purtroppo, non è nelle competenze del Comune di Senigallia, a cui conseguentemente non possono essere attribuite responsabilità nella sua gestione.

Nella nostra relazione abbiamo previsto un capitolo sulle normative che regolano competenze e responsabilità ma non siamo stati sufficientemente chiari. Nella relazione del presidente questo capitolo manca e le competenze e le responsabilità si devono desumere qua e la dal testo, ma ciò non risulta affatto agevole e  spesso è fonte di dubbio ed incertezza.
Dalle audizioni è emersa drammaticamente l’inadeguatezza del monitoraggio del fiume da parte della Sala Operativa Unificata della Protezione Civile Regionale che, unica struttura ad avere il telecontrollo, deve monitorare in tempo reale tutti i fiumi delle Marche ! E per tutto il bacino del Misa ci sono solo tre stazioni di rilevamento, assolutamente inadeguate per le caratteristiche delle precipitazioni che da alcuni anni sono improvvise, abbondanti e molto localizzate.

In presenza di un avviso di Criticità Idrogeologica, al Comune di Senigallia compete solo il monitoraggio a “vista” (nel 2015 !…), eventualmente da prolungare anche durante la notte, in base alle condizioni del fiume. Ma il fiume, come risulta dal rapporto di evento, a mezzanotte era ad un livello di normalità nel nostro territorio e solo dopo le ore 5 le condizioni diventano drammatiche e solo alle ore 7 il Vigile incaricato riceve l’avviso sms dalla Protezione Civile regionale sulla situazione del fiume. Dopo un’ora iniziano le rotture e i sormonti degli argini e comincia il disastro.

Abbiamo ascoltato il presidente della provincia di Ancona e l’ing. Sbriscia e siamo venuti a conoscenza che per il 2014 la regione Marche aveva trasferito alla provincia la misera somma di 122.000 euro per la manutenzione di tutti i fiumi del territorio provinciale! Occorrerebbero milioni!

Sentendo l’Autorità di Bacino ci rendiamo conto di quanto poco ancora si conosca il fiume.

Ascoltando il comandante della Polizia Municipale di Senigallia apprendiamo che tutto quanto previsto dal Piano di Emergenza è stato attuato, ma emerge che le sia le indicazioni e sia le risorse che hanno i Comuni per organizzare tali piani sono assolutamente inadeguati.
Abbiamo ricevuto le comprensibili e giustificate lamentele dei cittadini che hanno subito l’alluvione. Si sarebbero aspettati una assistenza migliore. Sicuramente il Piano di Emergenza va aggiornato ed adeguato e il Comune deve attivarsi per ottenere le risorse necessarie.
Fin qui, a parte qualche differente aggettivo e qualche diversa considerazione, le due relazioni non divergevano molto e le condizioni per scrivere una relazione unica della Commissione ci sarebbero state e come vice-presidente, ma per conto di tutta la maggioranza, mi sono adoperato per tale soluzione.

Il problema vero era che non emergevano responsabilità dirette dell’amministrazione comunale e in particolare del sindaco Mangialardi e invece evidenziare questa responsabilità era un obbiettivo anche abbastanza dichiarato di parte della opposizione. Allora ecco comparire il PAI, il Piano di Assetto Idrogeologico, che dovrebbe individuare, in estrema sintesi, le aree a rischio idrogeologico di un territorio. Nel 2002 l’allora assessore Mangialardi insieme a tecnici del Comune e un tecnico consulente, l’ing. Prof. Mancinelli, chiedono in un tavolo tecnico Comune-Regione, una modifica in riduzione delle aree previste con rischio massimo nel territorio senigalliese, in contrasto con l’ipotesi sostenuta dall’ing. Macchia, tecnico della Regione, stando a quanto lui stesso oggi ci riferisce. Le osservazioni proposte dal Comune vengono accolte dal tavolo tecnico che ringrazia per la collaborazione nella elaborazione del PAI, e  dai verbali, fino a quando l’ing. Macchia li firma o è presente, non risultano contrasti. L’ing. Macchia riferisce di essere anche stato sollevato da quell’incarico da parte dei suoi dirigenti regionali. Questa vicenda credo poco interessi i cittadini di Senigallia e ancor meno possa avere importanza per capire le responsabilità dell’evento alluvionale.

Ma guarda caso l’assessore di allora è il sindaco di oggi, e allora ecco trovato la possibilità di coinvolgerlo nelle responsabilità! E’ utile ricordare che in quella occasione l’ing. Mancinelli criticò la prima proposta del PAI della Regione perché definiva la zone a rischio in modo troppo approssimativo, senza uno studio approfondito dello stato degli argini e facendo riferimento ad una portata con un tempo di ritorno fino a 200 anni ma senza che si conoscesse la misura di tale portata con cui si chiedeva la delimitazione. Propose di approfondire lo studio da parte dei tecnici regionali, di fare presto, e poi di tornare con un PAI adeguato. Veramente propose, attraverso questo studio, anche di provvedere alle opere di mitigazione indispensabili per ridurre il rischio di esondazione, cosa sicuramente più importante che delimitare le aree a rischio sulla carta. Stiamo ancora aspettando!

Qui ovviamente le due relazioni divergono irrimediabilmente, perché il PAI diventa la cosa più importante della relazione del presidente Mancini, da utilizzare per criticare l’allora assessore Mangialardi.

Peccato, sono ancora oggi convinto che si potesse arrivare ad una sola relazione della Commissione, ma hanno prevalso all’interno della minoranza le posizioni più estreme che fin dall’inizio avevano pensato a questa Commissione come ad una occasione ghiotta per mettere sotto accusa il Sindaco.

Commenti
Ci sono 12 commenti
Alberto Diambra
Alberto Diambra 2015-02-01 08:59:37
Due relazioni ,un marea d'inchiostro e nessuno che sia andato a vedere la marea di esposti e denunce,articoli sulla stampa, sullo stato del fiume Misa e sul massacro del territorio adiacente ,presentate dal Comitato PEEP MISA di Senigallia al Sindaco di Senigallia,Presidente della Provincia di Ancona,Presidente della Regione Marche ,Protezione Civile,Prefetto di Ancona ,Procura di Ancona ,organi Centrali da dieci anni ad OGGI.Pertanto chi ha perso la vita,chi ha perso i beni più cari è solo un pretesto per scrivere e per parlarne senza che alcuno risulti responsabile o che si proceda a prendere qualche provvedimento e nel frattempo si continua ad approvare e realizzare opere in PAI R4 che aumentano il pericolo e il disagio per chi ha la sfortuna di abitarci.
miki1 2015-02-01 09:53:58
Quindi riassumendo la regione a guida pd delega la provincia a guida pd di mantenere i fiumi ma non gli passa i soldi (a sua volta la regione dirà che lo stato, a guida pd non gli passa i soldi) e alla fine con il cerino in mano rimane il sindaco che pur sapendo le precarie condizioni del fiume si affida allo scaricabarile istituzionale, ma uno pensa, non poteva il sindaco monitorare il fiume ben conoscendo la pratica dello scaricabarile del suo partito ? e il sindaco risponderà il "governo" (PD) "non ci da i soldi !".
IL PESCE PUZZA SEMPRE DALLA TESTA
leofax 2015-02-01 12:20:03
Signor Girolametti copio ed incollo:
in presenza di un avviso di Criticità Idrogeologica, al Comune di Senigallia compete solo il monitoraggio a “vista” (nel 2015 !…), eventualmente da prolungare anche durante la notte, in base alle condizioni del fiume. Ma il fiume, come risulta dal rapporto di evento, a mezzanotte era ad un livello di normalità nel nostro territorio e solo dopo le ore 5 le condizioni diventano drammatiche e solo alle ore 7 il Vigile incaricato riceve l’avviso sms dalla Protezione Civile regionale sulla situazione del fiume. Dopo un’ora iniziano le rotture e i sormonti degli argini e comincia il disastro.

Le vorrei far notare, che nel PAI edd. 2007 e 2012, quando vi è il bollettino di condizioni meteo avverse, il C.O.C. parliamo di COMUNE e non Provincia e Regione, ripeto COMUNE DI SENIGALLIA, provvede a inviare dei tecnici comunali a controllare gli argini e a rimuovere gli eventuali ostacoli nell'alveo per il deflusso delle acque. Hanno avuto il tempo dalle 12 del 2 maggio fino all'ora dell'alluvione per controllare gli argini ed i reticoli minori, vedi Fosso del Sambuco etc. Da notare che nel mese di maggio, le giornate di luce sono piuttosto lunghe rispetto all'attuale mese di febbraio.
Una volta tanto, assumetevi le Vostre responsabilità di fronte ai tanti alluvionati cittadini e alle persone defunte di questo tragico evento.
Leonardo Maria Conti
Sebastian
Sebastian 2015-02-01 16:17:37
Siamo in campagna elettorale, e anche il Sig Girolametti, dopo cinque anni di inutilità totale, cerca di conservarsi il posto nel consiglio comunale. Lui come altri qualche bella favoletta devono pur raccontarla, poverini, davanti allo spettro di essere costretti a tornar a lavorare, tutto è lecito, anche le baggianate che vanno blandendo.
octagon 2015-02-01 17:28:26
Cercare di rimediare ormai quando i buoi sono già belle che fuggiti è lo sport nazionale a tutti i livelli, sapere che cercate di sviare la realtà dei fatti per questo ci penserà la magistratura, per cercare di ripulirvi la coscienza ci penserà il capo lassù, quello che so è che l'alveo del fiume per quanto riguarda la sua gestione al padrone non porta soldi (se si trattava di lungomare vedi le battaglie che si facevano), mentre per la messa in sicurezza del fiume e delle sue aree adiacenti e non , non ve ne frega un c@@@@! Spero soltanto di non rivedervi eletti alle prossime elezioni amministrative, il tempo per me si è fermato, ha ricordarmelo...il mio conto corrente in rosso e l'odore di muffa che ho dentro casa!
stefano 2015-02-01 18:43:18
".......provvedere alle opere di mitigazione indispensabili per ridurre il rischio di esondazione, cosa sicuramente più importante che delimitare le aree a rischio sulla carta". Non lo so a quale teoria si sia fatto riferimento e su quale scala di valori poggia questa conclusione, resta il fatto comunque che sia la Commissione Europea , con la Direttiva 2007/60/CE, sia l'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, sia il Gruppo di Lavoro del Ministero Ambiente e Territorio con le Linee Guida, Indirizzi e Sperimentazioni indicano come lavoro preliminare la valutazione del Rischio Inondazione con la stesura delle mappe di pericolosità ,di rischio e di Danno delle aree. E quindi, sulla base delle combinazioni delle probabilità di un evento alluvionale e delle potenziali conseguenze "per la salute umana, per l'ambiente ,per le attività economiche, per il patrimonio culturale" mettere in atto tutte le procedure e tutti gli interventi necessari per la mitigazione del rischio. Pertanto cambiare l'ordine dei fattori perché il prodotto cambi a proprio piacimento è, in questo caso, un artificio maldestro.
maria garbini 2015-02-01 19:41:46
Ecc'la lo sceicco-cammelliere che aspira a un assessorato per maggio 2015. ..........s-610
Pluto
Pluto 2015-02-01 22:00:46
A lavorare, insieme a tutta la "Sgiunta" comunale.
C.Girolametti 2015-02-02 08:56:38
Tanta arroganza, pari solo all'ignoranza dei contenuti! Al sig. Diambra vorrei ricordare che le morti ci sono state nelle Aree R3 e R2 della 1°proposta nel 2001 della regione, a dimostrazione che questo alluvione è stato causato da rotture di argini e non da sormonti, come temeva Mancinelli .Al sig. Stefano vorrei ricordare che le osservazioni al PAI risalgono al 2002 e forse nel 2007,anno a cui si riferisce nel commento, le opere di mitigazione indicate e richieste dal Comune potevano essere state già eseguite, in un paese normale. A qualcun altro rammento che per fare l'assessore prima di tutto bisogna avere i voti degli elettori e poi forse la nomina del sindaco. A chi non si firma e proprio non mi conosce ma si permette di parlare della mia persona (e non dovrebbe...) informo che da più di 30 anni svolgo una professione che mi gratifica ben al di la di questo impegno temporaneo in Consiglio Comunale. E aggiungo, mi consente di vivere senza problemi economici, per cui il 150-200 euro di compensi mensili per l'attività di consigliere (questo è l'ammontare!)li devolvo a chi è meno fortunato o in iniziative sociali. A risentirci, ma per cortesia, con maggiore significato per chi legge.
Sartini 2015-02-02 09:25:31
“Ma guarda caso l’assessore di allora è il sindaco di oggi, e allora ecco trovato la possibilità di coinvolgerlo nelle responsabilità! E’ utile ricordare che in quella occasione l’ing. Mancinelli criticò la prima proposta del PAI della Regione perché definiva la zone a rischio in modo troppo approssimativo, senza uno studio approfondito dello stato degli argini e facendo riferimento ad una portata con un tempo di ritorno fino a 200 anni ma senza che si conoscesse la misura di tale portata con cui si chiedeva la delimitazione. Propose di approfondire lo studio da parte dei tecnici regionali, di fare presto, e poi di tornare con un PAI adeguato. Veramente propose, attraverso questo studio, anche di provvedere alle opere di mitigazione indispensabili per ridurre il rischio di esondazione, cosa sicuramente più importante che delimitare le aree a rischio sulla carta. Stiamo ancora aspettando!”

Ma come si permette di dire simili stupidaggini.
Sta difendendo Mancinelli pur essendo lui (...omissis...) numero uno con Mangialardi dell’alluvione di Senigallia causata dalla chiusura della darsena e dall’insabbiamento della foce del fiume per i lavori del nuovo avamporto!
Il PAI, per sua natura non ferma le piene del fiume ma il TAPPO MESSO ALLA FOCE SI!
E nessuno di voi ne parla nelle sue relazioni.
Come che l’ing. Macchia sia stato estromesso dal tavolo tecnico dall’Ing. Smargiasso e dall’’Ing. Principi perché non voleva firmare un documento che stravolgeva la realtà dei fatti. Tale cosa si è manifestata solo durante le discussioni con il comune di Senigallia. Con tutti gli altri comuni della regione l’ing. Macchia è rimasto sempre fino in fondo e ha firmato tutte le relazioni.
Ci sono state forse troppe pressioni politiche da parte del comune di Senigallia??
Questo è un punto che, al contrario di quanto lei afferma, interessa tutti i cittadini perché la trasparenza sull’operare è indispensabile.
Oggi dopo l’alluvione tutti sono consapevoli che la perimetrazione del PAI di allora doveva essere non ridotta ma allargata come aveva richiesto il Gruppo Società ed Ambiente ma ancora si continua a rilasciare permessi di costruire garages interrati (Orti del Vescovo e condominio sulla Statale a Piazza Diaz) e appartamenti a piano terra sempre in zone allagabili.

Una domanda sola vorrei rivolgerle cosa è riuscita concretamente a fare la commissione in questi 8 mesi?

Ha capito come sono stati gestiti e soldi che ha distribuito con la CARITAS, senza rendere pubblico e consultabili gli interventi come prevede il D.Lgs. 33/2013 agli articoli 26 e 27 , sono tutti soldi dei privati (CEI - Cariverona e altri) in concreto cosa è stato fatto se non volere ripulire la città dal fango in tempi brevi perchè la stagione turistica era alle porte.
Ha controllato se sono stati messi in atto i lavori urgenti per evitare che simili disastri capitino di nuovo?
Elenco i lavori!
Hanno scavato il porto per riportare il fondale al livello dovuto? NO!
Hanno ripulito il fiume dai depositi di fango e limo accumulatisi in 40 anni d'incuria? NO!
Hanno rinforzato gli argini? NO!
Hanno riaperto lo scolmatore alla foce (quello che comunica con la terza darsena) che non ha permesso all'acqua di uscire in mare il 3 maggio? NO!
Hanno richiesto di rifare i ponti cittadini che creano ostacolo al deflusso delle acque nelle piene del fiume? NO!

Lei risponderà non era nei compiti di questa commissione! Certo perché le commissioni si fanno dopo per insabbiare le responsabilità, come rimuovere i tecnici scomodi perché vogliono fare bene il loro lavoro.

Insomma che cosa ha fatto di così magnifico questa amministrazione e il Sindaco per continuare a decantarne le loro capacità organizzative e risolutive.

Sono forse arrivati i soldi per i danni subiti dai suoi cittadini? NO!
Gli stanzieranno perchè il governo ha decreto l'emergenza? NO! (perchè l'emergenza è stata dichiarata solo per non far fallire il comune e doverlo commissariare)
Ecc... Ecc...

Se il Sindaco, e la Maggioranza che lo sostiene contro ogni realtà, vuole divenire credibile agli occhi degli alluvionati deve fare quello che è necessario: sostenerli nel loro operare per ottenere di procedere penalmente nei confronti degli altri responsabili costituendosi parte civile nelle indagini della procura e deve fare in modo di richiedere a Regione, Provincia, Società Autostrade e tecnici vari di attivare le polizze assicurative per risarcire gli alluvionati.

L’Amministrazione deve anche smettere di buttare fumo negli occhi ai suoi cittadini facendosi bella con lavori come l’arciappellamento del ponte Perilli che oltre a essere inutili per la messa in sicurezza del bacino sono uno spreco dei nostri soldi. I lavori costano quasi come per rifarlo nuovo (760.000 contro 1.000.000) ma, se rifatto nuovo, sarebbe stato:
rifatto con l’intradosso di 1,5 metri più alto e quindi idoneo al deflusso delle piene del Misa,
nuovo per intero e quindi saremmo stati tranquilli per almeno 100 anni che non sarebbe crollato sotto la spinta delle piene del fiume.
BlackCat
BlackCat 2015-02-02 09:41:01
Fascismo Democristiano ai tempi del PD post Berlusconiano. Chi è in cima alle cariche non si tocca, pena l'inferno. L'unto del signore rimane unto, il cittadino alluvionato rimane bagnato e senza giustizia. Guai ad attaccare il signore, tirarlo in ballo per qualche responsabilità. L'arroganza del comune non ha uguali.
stefano 2015-02-02 09:56:51
Consigliere Girolametti, nessuna polemica per carità, ma chiedo la stessa cortesia anche a Lei di leggere bene quello che si scrive prima di tacciare gli altri di arroganza ed ignoranza. A proposito di date non è né il 2002 ( posso capire che la lingua batte dove il dente duole e viene mulinata a sproposito) né il 2007 lo spartiacque della difesa idrogeologica del territorio.
Già la Legge 183/89 (guarda caso l'Introduzione dei Piani di Assetto Idrologico a livello Nazionale) parlava di mappare il territorio, seguita dalla Legge 267/98 e dal DPCM 29/9/98. Come vede , consigliere, il fatto di operare preliminarmente sulla mappature per poi operare con cognizioni di causa sulla mitigazione era cosa nota da prima dell' Annus Horribilis" a cui fa riferimento. Tutte cose che sono state riconfermate fino alle normative del 2010 che ho citato. In un "paese normale" ( ma anche in certe Regioni normali a noi vicine che vengono prese ad esempio solo quando fa comodo) è questa la successione dei lavori che viene seguita nella gestione e salvaguardia del territorio. Ed è questo quello che intendevo dire. Se poi sentire questo non fa piacere e nel leggerlo non si ha la forza dei nervi distesi , beh! non so che farci. Saluti.
ATTENZIONE!
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