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“No all’Italia petrolizzata”: in tanti a Senigallia al convegno “Adriatico no oil”

Maria Rita D'Orsogna, docente in California, ha parlato delle conseguenze delle trivellazioni

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Trivellazioni nel mare Adriatico

No all’Italia petrolizzata. No alle trivelle in Adriatico. No ai rischi connessi con l’estrazione di idrocarburi. No alla distruzione del mare. Di questo e molto altro ha parlato Maria Rita D’Orsogna nel corso dell’incontro che si è tenuto a Senigallia venerdì scorso 16 gennaio, organizzato dai meetup  a 5 Stelle “Rosso” e “dell’Onda”.


logo del Meetup Movimento 5 stelle Senigallia "Amici di Beppe Grillo"Nella sala gremita dell’Hotel Mastai la relatrice, statunitense di nascita, ma italiana di origine, docente di fisica alla California State University, ambientalista attiva da anni contro la petrolizzazione del mare, ha evidenziato rischi e conseguenze per l’ambiente, per la salute e per l’economia delle aree marine nelle quali questa selvaggia attività estrattiva viene imposta e attuata.

Non diventeremo ricchi,non saremo mai come gli sceicchi, in compenso perderemo il mare”, ha dichiarato la D’Orsogna, analizzando uno a uno i guasti che vengono prodotti nelle varie fasi estrattive.

I danni ambientali sono enormi già nella fase esplorativa se solo si considerano gli effetti  devastanti prodotti dagli air gun (tecnica di ispezione dei fondali marini per capire se esistono giacimenti di petrolio). Gli air gun sono spari violentissimi e continui di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Questi spari spaventano i pesci, rovinano il fondale marino danneggiando le uova, causando così una diminuzione del pescato in alcuni punti fino al 70%. Ma la cosa più grave è che viene ad essere danneggiato il sistema auditivo di questi pesci dove c’è anche il senso dell’orientamento. Si spiegano così i non più rari spiaggiamenti di pesci, balene e cetacei sulle nostre coste.

Il logo di "Senigallia Cinque Stelle"Uno dei più gravi fattori di danno ambientale è dato dai fluidi e fanghi di perforazione, che agevolano lo scavo del pozzo ma che sono composti da sostanze chimiche molto tossiche la cui composizione completa è tutelata come segreto industriale. Altre cause sono le forti quantità di rifiuti, di nanoparticelle, di esalazioni gassose, in particolare del micidiale idrogeno solforato. Ne conseguono inquinamento del mare e rischio concreto e quasi conseguente di dissesti geologici che possono indurre fenomeni sismici.

Maria Rita D’Orsogna ha concluso affermando che per combattere queste ingiustizie sono necessarie la giusta informazione e una forte azione politica: un forte incoraggiamento per chi, come il MoVimento 5 Stelle, è convinto che occorre battersi per una democrazia effettiva e meno formale, conoscendo i propri diritti e non avendo paura di pretendere che vengano rispettati. Le cose che non vanno bene si devono combattere prima che arrivino a produrre danni irreversibili, con l’intelligenza, la determinazione, l’azione diretta e il coinvolgimento dei cittadini in quanto persone adulte, non con stizza da bambini il giorno dopo che le società petrolifere saranno venute a fare il buco.

 

da Senigallia 5 Stelle e M5S Meetup Senigallia

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