La partecipazione politica? Un’utopia a Senigallia!
I simpatizzanti M5S contro il regolamento comunale che verrà votato: "Limitativo e incompleto"
Siamo all’epilogo della questione di modifica dello Statuto comunale, iniziata quasi un anno fa, in seno alla I° Commissione, cui abbiamo partecipato elaborando una nostra proposta protocollata ad agosto 2014.
Obiettivo primo del nostro intervento era quello di semplificare e potenziare gli istituti di partecipazione popolare, quali le istanze, le petizioni e le proposte previste dall’art. 63 del nostro statuto cittadino, con l’introduzione della “proposta di atto deliberativo o di delibera popolare”, con la quale i cittadini avrebbero potuto proporre vere e proprie delibere e loro stessi avrebbero avuto l’occasione di presentare e illustrare quanto da loro proposto in consiglio comunale o in giunta.
Oltre a quanto sopra, la nostra proposta prevedeva una modifica dei referendum comunali attraverso l’inserimento del quorum zero, di una diminuzione del numero di firme, e di un referendum propositivo vincolante.
Nonostante la propositiva presenza di noi cittadini, vi è stato un primo tentativo di ignorare i nostri interventi con la convocazione lampo, a fine estate, di una seduta di commissione che liquidava, frettolosamente e senza discutere le proposte avanzate dal nostro, un regolamento sui referendum che non avvantaggiava la partecipazione dei cittadini e che, secondo noi, rendeva complessa anche la sua attuazione.
Il Presidente della prima commissione, in considerazione dei nostri comunicati e della nostra assidua partecipazione a commissioni e consigli, ci invitava a partecipare alla seduta di commissione successiva per la modifica dell’art. 63 dello Statuto comunale, che regolamenta l’istituto delle istanze petizioni e proposte.
Certi che la proposta da noi protocollata potesse fornire buoni spunti per una modifica che potenziasse, facilitasse e rendesse concreta la partecipazione dei cittadini alla vita della città, abbiamo partecipato fiduciosi nel buon dialogo e nella parola del presidente della I° Commissione, Mario Fiore, che senza il consenso di tutti non avrebbe liquidato nessun testo perché le regole si fanno insieme, quindi anche con i cittadini.
In realtà, i suggerimenti contenuti nella proposta del nostro meetup “Simpatizzanti M5S Senigallia” non sono stati presi in considerazione, ma nemmeno sono state valutate le astensioni e i dissensi della minoranza. Ci è sembrato che la I° Commissione abbia voluto liquidare il nuovo testo con poca “partecipazione”, con l’accordo della sola maggioranza, punto e basta!
Nell’art.63 dello statuto corrente, il cittadino può rivolgersi all’amministrazione facendo istanze petizioni e proposte. Ora, con il nuovo testo, le proposte scompaiono, comparendo invece l’obbligo di 100 firme per la validità delle petizioni!
Nella nostra proposta protocollata ad agosto scorso, si chiedeva, invece, l’inserimento di vere e proprie “proposte di delibere popolari”, la previsione che il cittadino potesse, in consiglio o in giunta, presentarne ed illustrarne il senso e le motivazioni, e che lo stesso meccanismo venisse applicato alle istanze ed alle petizioni, senza il vincolo delle firme, ovvero, per mediare, raccogliendo un numero di firme non superiore a 50 per la presentazione di queste ultime (non si chiedeva certo la luna, ma di introdurre un percorso che in altri comuni esiste da anni).
Non possiamo, per il momento, fare altro che prendere atto della decisione politica di questa maggioranza che, di fatto, non vuole incentivare la partecipazione, ma la limita e la rende di difficile accesso, comunicando al contrario che con le modifiche apportate vi sarà più democrazia.
Il testo del nuovo art. 63 dello Statuto comunale viene, quindi, licenziato dalla I° Commissione con gli unici voti favorevoli della maggioranza, che si impone e non vuole dare alcun segno di apertura. L’opposizione è divisa: ci sono due “no” categorici, del consigliere Rebecchini (gruppo misto), che ha mostrato interesse nell’approfondire e nel sostenere la nostra proposta di modifica cogliendone e sposandone i principi ed il senso, e del consigliere Perini (lista UDC) che ne ha riconosciuto il valore di democraticità, nonché due astensioni, dei consiglieri Cicconi Massi (lista PDL) e Battisti (lista Partecipazione).
Ci ha sorpreso non poco l’astensione dell’esponente del gruppo consiliare “Partecipazione”, in quanto, a nostro parere, chi più di lui avrebbe dovuto sostenere una maggiore apertura ai cittadini nella modifica degli istituti di partecipazione popolare e avrebbe dovuto indignarsi per come si è deciso di cambiare lo statuto? Pensiamo, con rammarico, che si sia lasciato sfuggire la concreta occasione per dimostrare di stare davvero dalla parte dei cittadini!
Tanto più che lo stesso consigliere Battisti, durante le passate sedute della I° Commissione, aveva addirittura proposto un numero notevole di firme per la validità delle petizioni … alla faccia della Partecipazione! Ci domandiamo: nelle frazioni piccole (Grottino, Filetto, Bettolelle, ecc…) come faranno i cittadini a raccogliere più di 100 firme, magari su una tematica circoscritta alla loro frazione in particolare?
Ma evidentemente ciò non è un problema per la maggioranza e per una parte dell’opposizione, che evidentemente hanno dimenticato che, a Senigallia, ci sono anche le frazioni! Insomma, questo testo ha diviso la prima commissione e approderà, con i soli voti favorevoli della maggioranza, in consiglio… chissà se spaccherà pure quello? Ma le regole non si dovevano fare insieme con l’accordo di tutti? Noi saremo comunque in Consiglio, vis a vis, per indignarci con chi si erge a cavaliere della democrazia e della partecipazione e poi vota un testo del genere!
Perché insistiamo tanto su questo tema e ci indigniamo di fronte al comportamento della maggioranza e di alcuni dell’opposizione? Perché se fosse stata introdotta la “proposta di atto deliberativo”, i cittadini avrebbero potuto proporre una diversa destinazione d’uso per palazzo Gherardi, e sarebbe stato uno di loro in prima persona, visto il tema di grande interesse, ad esporre la proposta e le motivazioni in consiglio… oppure se fosse stato introdotto il “referendum propositivo”, i cittadini avrebbero potuto proporre un quesito referendario per una destinazione d’uso diversa … insomma avrebbero davvero partecipato alle scelte!
Con la nostra proposta tutto ciò sarebbe stato possibile, ma ci hanno illuso di poter partecipare alle loro decisioni e, alla fine, ci hanno, nemmeno tanto educatamente, chiuso la porta in faccia.
Ciò che è stato prodotto sui referendum e sull’articolo 63 da questa commissione riteniamo sia grandemente limitativo e comunque incompleto. Pensavamo vi fosse più democrazia per i cittadini… invece era un “tavolo a tre zampe”!
ma che volete piu Di open municipio? hahahah
non vorrete mica far si che i cittaDini siano nel palazzo?
apertura a tutti.
si!
e quanDo ci sono le riunioni, porta aperte, viDeo in streaming
e tutto cio che serve per essere trasparenti.
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