Il costo del petrolio continua a calare: quali le conseguenze?
Carburanti meno cari per il consumatore, ma non solo
Il calo del petrolio continua inesorabilmente. Nella giornata del 7 gennaio il greggio WTI è sceso al livello di 48,65$ al barile (toccando i livelli del 2009) e i fattori che hanno causato il ribasso (disordini il Libia e Iraq, calo delle importazioni petrolifere americane e questione russa) sono ancora persistenti.
Ci si domanda perciò quali saranno gli effetti di tutto ciò.
A livello nazionale il calo del prezzo del barile poteva diminuire il costo dei carburanti. “Poteva” perché ciò non è del tutto avvenuto a causa di un’astuta mossa del fisco che, in corrispondenza al calo del petrolio, ha aumentato il peso fiscale. Certo, non ci si aspettava un diminuzione esorbitante del prezzo al litro dei carburanti, ma il fatto che il prezzo al barile ha perso il 53% del valore nell’ultimo anno avrebbe dovuto far diminuire i prezzi in maniera decisamente più sensibile. Invece, dopo un aumento costante dell’ultimo decennio, il prezzo al litro dei carburanti è diminuito generalmente di pochi centesimi (0.05-0.06). Confrontando infatti quelli che dovrebbero essere i “prezzi ottimali” (sulla base del costo del barile) di benzina e gasolio con quelli italiani si scopre che c’è una differenza a sfavore dei consumatori di 5,9 centesimi al litro per la benzina e 6,1 centesimi al litro per il gasolio.
Per ciò che riguarda il Pil italiano, l’effetto secondo gli analisti dovrebbe essere un aumento per il 0,5%.
Questo perché il prezzo dei prodotti, soprattutto di importazione, probabilmente diminuirà. Il pericolo è però dietro l’angolo, si rischia il ritorno della deflazione (che sta già colpendo l’Europa). La crisi greca e il calo del greggio sono infatti terreno fertile per “l’incubo economico italiano” che potrebbe tornare a materializzarsi nelle prossime settimane.
A livello internazionale, invece, la conseguenza principale sarà, come già spiegato, la forte volatilità sui mercati. I paesi produttori di petrolio (esclusa l’Arabia Saudita che ha grosse riserve e prezzi di estrazione bassi) si troveranno in difficoltà. L’economia russa sta già accusando il colpo mentre negli USA diverse imprese di shale oil (che producono petrolio frantumando rocce) potrebbero anche fallire dato che il costo di estrazione per loro ammonta a 70$ al barile circa.
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