Io vorrei un Presidente della Repubblica che…
... ma l'erba voglio non nasce neppure nel giardino del re, figuriamoci in quello di un "ex-re"!
Poche sono le parole che ho messo io: il resto è solo un collage di “ruberie” tratte dal web, da interviste di penne illustri o da frasi enunciate dallo stesso presidente Pertini che, questo si, il mondo ci invidia!
Il perché abbia fatto tutta questa ricerca, risiede nel fatto, o almeno io credo, che noi Italiani abbiamo la memoria corta. Stiamo cercando di trovare un nuovo candidato a Presidente della Repubblica, alcuni criticano quello che sta “abdicando” (tra cui anche io!), ma i nomi che purtroppo escono fuori dal cappello a cilindro quali candidati a questo “Incarico”, mi intimoriscono e neppure poco. Evidentemente le esperienze insegnano poco!
Ecco allora come vorrei il nuovo Presidente. Ma il problema è solo dove e come trovarlo! L’impressione che provo a pelle, e qui sta la gravità della cosa, è che non fanno, i politici preposti, alcuno sforzo per cercarlo, visti i nomi dei gettonati che altro non sono che mezze cartucce della politica, rigenerate, ma sempre avanzi di Befana. Tutti Individui anziani, assai lontani dai quei 50 anni di età richiesti per ambire a detta carica. Tutti però ambiziosi del poter concludere la loro carriera politica, quale ultimo loro canto del cigno, partecipando alla Kermesse più importante, per soddisfare l’appetito del solo piacere ed orgoglio personale. Seppur diranno, l’indomani, una volta eletti, che hanno accettato per fare solo ed esclusivamente il bene del Paese. Già così potenzialmente, sarebbero dei falsi, vigliacchi e bugiardi a prescindere dall’insediamento.
Ed ecco come invece io lo vorrei!
C’è chi vola basso andando a Courmayer con un “volo di stato” e invece io lo vorrei che, come Sandro Pertini, il solo, unico, vero, irripetibile, “Presidente”, ogni mattina si recasse, con l’auto di servizio, “in ufficio” al Quirinale senza quei grandi apparati di sicurezza che oggi sono considerati obbligatori da coloro che la cui coscienza perde colpi.
Vorrei che a chi lo riconoscesse e lo salutasse, soprattutto i bambini, che il “Presidente” sorridesse e contraccambiasse il saluto in modo spontaneo, come sapeva fare “Sandro”. Con quella spontaneità in dotazione a chi ha il piacere di convivere tra la gente. Non certo come coloro che invece lo hanno solo programmato, come solo programmati sono i rituali di visita, dai selfie, agli inni, alle falsità oratorie contenute nei propri discorsi.
Questione di stile! Che volete, qualcuno ci nasce, qualcun altro prova a scimmiottare, ma solo scimmia resta!
Vorrei un Presidente il cui pensiero politico potesse essere efficacemente espresso come in alcune frasi tratte da una intervista a Sandro Pertini nell’agosto del 2008 concessa alla CESP:
«Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. […] Ma la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. […]»
Vorrei un Presidente ateo, o credente, che senza alcun timore, dichiarasse la stessa motivazione per cui nel suo studio al Quirinale anche lui, aveva il Crocifisso: sostenendo infatti, anch’egli, di ammirare la figura di Gesù come uomo che ha sostenuto le sue idee a costo della morte.
Vorrei un Presidente che avesse la stessa determinazione con la quale, come descrisse a Enzo Biagi in un’altra intervista, il periodo della sua detenzione al confino, seppur amando in modo sviscerato la madre che aveva chiesto la grazia per lui al Duce: “Qui, nella mia cella, di nascosto, ho pianto lacrime di amarezza e di vergogna“.
Vorrei un Presidente per cui un Montanelli odierno potesse scrivere nuovamente la frase a suo tempo usata per definire Pertini: “Qualunque cosa dica o faccia odora di pulizia, di lealtà“.
Vorrei un Presidente che un suo antagonista politico lo descrivesse come fece Malagodi (non certo socialista) con Pertini definendolo: “Un uomo politico senza macchia di equivoci e di sotterfugi“.
Vorrei un Presidente che non perdesse mai la dignità, neppure nei momenti più difficili, come lo ricorda il confinato Pertini, anche quando seppur con l’abito da carcerato, riponeva ogni sera i pantaloni sotto il pagliericcio per fargli mantenere la piega in modo che l’indomani fosse sempre vestito modestamente ma in modo inappuntabile come lo era il suo carattere.
Vorrei un Presidente che anche lui confermasse quanto dichiarò ad Enzo Biagi nel corso di una delle interviste: Biagi – Le doti che più apprezza?– e Pertini: “Lealtà, onestà e coerenza“ e Biagi di nuovo – E le miserie più spregevoli? – e Pertini: “La superbia, la presunzione, l’invidia” ed ancora Biagi – Che cosa vorrebbe dicessero di lei? – Pertini: “E’ stato un uomo che non ha tradito mai i suoi ideali, il movimento dei lavoratori e la democrazia“.
Ma solo ora, rispolverando questi aneddoti di una gloriosa, irreprensibile, esistenza, comprendo che io non vorrei l’elezione di un Presidente della Repubblica, bensì che un miracolo si potesse avverare ancora una volta.
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!