Intervista a Gabriele Cirilli a Senigallia con il suo “Tale e quale… a me!”
"In questo spettacolo c’è tutta la mia vita: attingo dal mio bagaglio di esperienze a 360°"
Secondo la teoria dei “7 Sosia”, per ognuno di noi, nel mondo, esisterebbero 7 “doppioni”, 7 uomini o
donne tali e quali a noi. E’ questo il presupposto su cui si basa “Tale e quale… a me!”, lo spettacolo di Gabriele Cirilli che debutta il 3 gennaio al Teatro La Fenice. Questa l‘intervista del comico rilasciata per SenigalliaNotizie.it.
Come nasce la sua ultima creatura “Tale e quale… a me!”?
Lo spettacolo si può riassumere nel motto non mio “ A me gli occhi!” preso in prestito dal grande Proietti; nello spettacolo c’è tutta la mia vita; attingo dal mio bagaglio di esperienze a 360°: atteverso i personaggi della mia vita, sia quelli del palco, che quelli della vita, racconto me stesso. C’ è una contaminazione di stili: si va dalla cucina, ai sogni, dalle paure e alle speranze future … c’è la satira verso il contesto sociale… c’è il canto, il ballo,c’è il classico monologo; tra gli argomenti trattati mi viene in mente la crisi del 40enne… insomma … c’è tanto della mia vita, ma anche dell’attualità che ci circonda. Lo spettacolo, grazie al lavoro di equipe, è una piccola ‘macchina da guerra’: nomino su tutti il registra Andrea Palotto; un grande perché è riuscito a valorizzare lo show senza ucciderne la natura.C’è dietro una grandissima squadra: non mi soffermo a nominare tutti, ma il risultato è un lavoro corale.
Facciamo un salto indietro: quando hai capito che la tua vita sarebbe stata sul palco?
Io fin da piccolo mi esibivo a casa, facevo le imitazioni e le vocine; già si vedeva dove sarebbe caduta l’ombra della pianta che sarebbe cresciuta … Mi ricordo le prime imitazioni del grande Bramieri…un passaggio fondamentale è stato il ‘salto’ , la scelta fatta con mia moglie di andare a Milano a giocarsi tutto e provare a ‘sfondare’… è andata bene, ma quel salto fondamentale è stato fatto con un’immensa ingenuità, lavoro e coraggio … ora, eccoci qua!
Quanto c’è della tua vita quotidiana sul palco?
Tutto o quanto meno una fetta grandissima; se si sa ridere delle proprie piccole disavventure ci si accorge come niente è più comico della quotidianità: in quest’ultimo spettacolo racconto, estremizzando o in chiave ilare, aneddoti veri in cui tantissimi si possono riconoscere. Vedi le disavventure culinarie o quelle di viaggio, legate alle vacanze…
C’è qualche figura comica a cui ti ispiri o a cui fai riferimento?
Il maestro per antonomasia è il già citato Proietti; poi sono tantissimi gli autori di ieri e di oggi a cui mi sento legato e a cui rivolgo tutta la mia ammirazione, gente come Claudio Bisio, Enrico Brignano e via discorrendo…
Sei un animale da teatro … un po’ meno da piccolo o grande schermo… com’è il tuo rapporto con il tubo catodico?
E’ in effetti un cruccio: nonostante io abbia fatto diverse cose sul piccolo e grande schermo, nonostante abbia lavorato con i fratelli Vanzina, Lino Banfi, Diego Abatantuono, Christian De Sica, nonostante abbia all’attivo diversi film e serie televisive, non ho avuto ancora il riscontro che cercavo: anzi, colgo l’occasione, se mi permetti, di lanciare un appello: anche questo mio ‘Tale e quale” è, a mio avviso, un biglietto da visita che può e deve mostrare le mie capacità polivalenti…”Cinema..mettimi alla prova! Non te ne pentirai”.
Cosa devono aspettarsi le tantissime persone che accorreranno al Teatro La Fenice per la tua prima?
Di ridere e tornare a casa soddisfatti e sereni: è questa in fondo la mia ricompensa più grande; forse l’unica vera ricompensa di quelli che fanno o vogliono fare questa professione; mi piace ‘darmi’ al mio pubblico, credo che questa peculiarità si percepisca e quindi … venite!..Non ve ne pentirete!
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