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“Orti del Vescovo: emergenza abitativa o emergenza costruttiva? Ci sia chiarezza!”

I Simpatizzanti Meetup M5S Senigallia ripercorrono la vicenda a pochi giorni dal possibile inizio dei lavori

Cantina Colli Ripani - Senigallia
Isolato denominato "Orti del Vescovo" a Senigallia

I lavori dovrebbero iniziare entro il 31 dicembre 2014 ed essere completati entro il 31 dicembre 2017 per non perdere il finanziamento regionale di € 3.500.000 a fondo perduto (€ 2.500.000 a privati e € 1.000.000 al Comune).


Parliamo della vicenda dell’isolato denominato “Orti del Vescovo”, che parte addirittura nel 2010 (delibera G.M. n. 187 del 14 settembre), con l’avviso pubblico teso a verificare la manifestazione di interesse da parte di privati per interventi coordinati con la Regione Marche, finalizzati all’edilizia sociale (Piano Casa). Tale intervento rientra nei c.d. PIPERRU (Programmi Integrati di Promozione di Edilizia Residenziale sociale e di Riqualificazione Urbana).

A questo avviso pubblico hanno risposto 5 soggetti:
– Novalis S.r.l. (EDRA) per la riqualificazione della Ex Fonderia Veco in zona Cesanella,;
– ERAP Ancona (lotto 17/H in Piano di Lottizzazione Zona CR2 Marzocca);
– Global Service Marche (area Fondazione OPMF Bettolelle);
– Alca immobiliare (Comparto C/ERP Borgo Bicchia Sud).
Diocesi di Senigallia, IRAB (ora Fondazione “Città di Senigallia”), Parrocchia di San Pietro Apostolo e IDCS ovvero Istituto Diocesano Sostentamento del Clero di Senigallia.

La scelta cade sul progetto di questi ultimi soggetti noto come “Orti del Vescovo”, che interessa la parte verso il Fiume Misa dell’isolato compreso tra Via Cavallotti, Via delle Caserme e Via Portici Ercolani, a ridosso di Piazza Garibaldi.

Il progetto si è classificato al primo posto nell’ambito del Bando regionale per il Piano nazionale di edilizia abitativa da realizzare nella Regione Marche.
Nella citata delibera NON era specificato che il Comune sarebbe entrato economicamente nel progetto.

Successivamente ed a brevissima scadenza (delibera G.M. n.209 del 12 ottobre 2010), infatti, il Comune decide di cofinanziare il programma definendolo “strategico” per la riqualificazione del Centro Storico.

L’intervento che il privato convenzionerebbe interessa una superficie totale di circa 5.153 mq, di cui circa 4.821 mq di proprietà dei soggetti attuatori dell’intervento (Diocesi, Fondazione Città di Senigallia ossia Ex Irab, Parrocchia di San Pietro Apostolo e Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero) e circa 332 mq di proprietà del Comune. È prevista la realizzazione di negozi e di 37 alloggi in affitto a canone concordato per la durata minima di 25 anni; di questi, 6 faranno capo alla Diocesi, 11 alla Fondazione Città di Senigallia, 6 all’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero e 14 all’ERAP Marche.

Il Comune di Senigallia entra nel PIPERRU per la ripavimentazione di Piazza Garibaldi che diventerà area pedonale nella parte centrale, e per la riorganizzazione dei parcheggi ivi attualmente presenti.

Inizialmente tutti gli appartamenti dovevano essere di edilizia residenziale sociale agevolata (D.G.M. n.209 del 12 ottobre 2010), mentre successivamente si parla anche della realizzazione di 11 appartamenti a libero mercato per gli alloggi a libero mercato (vedi pag. 28 documento istruttorio: nella tabella si prevedono 23 nuovi alloggi sociali, 14 nuovi alloggi pubblici (ERAP) e 11 alloggi a libero mercato – ne esisterebbero già 2).

Emergenza abitativa in questo caso va di pari passo con emergenza costruttiva, visti i tempi strettissimi previsti per l’inizio lavori.

Ma vi è un’altra emergenza secondo il nostro punto di vista!
Quella di dover fare chiarezza ai Cittadini, che ancora una volta si vedono esclusi da scelte determinanti e definitive che riguardano Senigallia, nonostante il nostro Sindaco, nei suoi spot elettorali continui a definirla “La città di tutti”.

Se la città è anche nostra, chiediamo al Sindaco, innanzitutto, se questa urgenza abbia permesso di avviare le giuste procedure, le giuste convenzioni e le dovute fideiussioni, e se il Consiglio comunale ne sia stato investito. Inoltre, ci chiediamo quali criteri sono stati adottati per la scelta di utilizzo degli oneri di urbanizzazione, se l’intervento previsto ricada in una zona a rischio esondazione e se sia stato opportuno prevedere che esso preveda la realizzazione di interrati.

Questi sono i quesiti ai quali vorremmo avere risposta e sui quali ci soffermeremo prossimamente.

Commenti
Solo un commento
O. Manni
O. Manni 2014-12-29 21:00:37
Ottimo. Giuste domande che meritano veloci risposte. Tra 25 anni, coloro che oggi, per legge, avrebbero dovuto riqualificare le loro proprietà ed i loro palazzi in rovina in pieno centro storico, si ritroveranno con 37 appartamenti costruiti anche con soldi pubblici, di cui disporranno liberamente. Altro che "edilizia popolare"!
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