I Fab Four raccontati da Neri Marcorè & Banda Osiris
Lo spettacolo manda in estasi i tanti accorsi al Teatro La Fenice
Beatles Submarine, ovvero psichedelia, ironia, musica e racconti. I Fab Four raccontati dalla premiata ditta Neri Marcorè & Banda Osiris ti tiene incollato alla poltrona dall’inizio alla fine. Il pregio maggiore sta nella delicatezza con cui vengono affrontati i brani: mai cover ma tributi che incorniciano il racconto.
Sembra di essere sulle giostre; sul vagoncino delle montagne russe, con il macchinista che qualche volta ti spara nel giro della morte, altre in lente salite che anticipano un prologo velocissimo e vertiginoso.
Tanto si è già scritto o detto sui Beatles, l’unica rock band che ha mutato in modo irreversibile il mondo sociale e culturale. Il merito di Marcorè & Co è quello di raccontare gli scarafaggi di Liverpool con un taglio trasversale, dove a volte sono John Lennon e compagni a scrivere le sorti del mondo, altre è un destino imperscrutabile a guidare la storia. Si parte con un Dio improbabile che, in aria di campagna elettorale, delega la creazione degli animali ad un sottoposto: gli ultimi ed i meno blasonati saranno proprio loro, gli scarafaggi che troveranno il riscatto nella loro incarnazione dei Fab Four.
E così tra un Yesterday e una Lucy in the sky with diamonds, Marcorè, splendidamente supportato dalla banda Osiris snocciola storie e aneddoti: si passa per la leggenda di Pite Best fino alla sinistra figura di Champman, il tutto incorniciato dalle splendide opere grafiche che strizzano l’occhio ad Alice nel paese delle meraviglie. Si, il sottomarino giallo è onnipresente, è quella forma che ha il carrello della nostra giostra, eppure il ‘motivetto’ we all live in a yellow submarine non è tra i pezzi cantati; menzione d’onore per il bellissimo monologo di Marcorè nei panni dell’assassino che ‘vuole entrare nella storia insieme al suo amico’.
La corsa scivola via veloce: liberi da vincoli storici o consequenziali, si passa da favole pulp di ‘capuccetto nero’ , ad aneddoti, balletti e tanto altro ancora. Si arriva alla fine un po’ stravolti, soddisfatti, sicuramente divertiti ma con l’intimo desiderio di voler fare un’altra corsa nel fantastico mondo dei Fab Four.
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